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Giu

IL PARLAMENTO UE APPROVA LA CORPORATE SUSTAINABILITY DUE DILIGENCE DIRECTIVE

Lo scorso 1° giugno il Parlamento europeo ha adottato la Corporate Sustainability Due Diligence Directive  (CSDDD), con 366 voti favorevoli, 225 contrari e 38 astensioni.Una tappa storica per l’UE, sempre più vicina agli standard dettati a livello internazionale in materia di business e sostenibilità, quali sono i Principi Guida ONU e le Linee Guida OCSE.

Questa nuova Direttiva prevede che le aziende di grandi dimensioni siano chiamate a condurre due diligence su diritti umani e ambiente in tutti i passaggi che riguardano la catena di valore globale, per valutare gli impatti negativi causati dalle proprie attività, prevenirli e fornire rimedi laddove fosse necessario, in particolare prevedendo tutele per le vittime di abusi di diritti umani ed ambientali.

Seppur la direttiva accorci la via di accesso alla giustizia, prevede in capo alle vittime di abusi aziendali un onere della prova particolarmente pesante in quanto esse sono chiamate a provare, oltre al danno subito, anche il mancato o insufficiente esercizio del dovere di diligenza da parte delle imprese. A questo proposito, Impresa 2030 – Diamoci una regolata è attiva in Italia per far sì che ci sia un’attenzione più mirata su questo punto e cura la campagna di sensibilizzazione sul tema, attraverso il proprio network.

La CSDDD coinvolgerà le imprese europee con più di 250 dipendenti che contano un fatturato pari o superiore a 40 milioni di euro ed operano in uno o più settori ad alto impatto (estrattivo, abbigliamento e calzature, agricoltura) e le società con oltre 500 dipendenti ed un fatturato che superi i 150 milioni di euro. La direttiva, inoltre, riguarderà le società di Paesi terzi operanti in UE con un fatturato superiore ai 150 milioni di euro, di cui almeno 40 milioni generati all’interno dell’Unione Europea.

Il passo successivo è costituito dal trilogo tra Parlamento, Commissione e Consiglio dell’Unione Europea, per un accordo sul testo di legge definitivo, che verrà poi recepito dai singoli Stati membri all’interno degli ordinamenti nazionali. I negoziati sono già stati avviati e dovrebbero concludersi entro la primavera 2024.  

In attesa di comprendere come evolverà il dialogo interistituzionale, le aziende dovranno attivarsi al fine di creare e potenziare team per attenersi alla nuova legislazione, implementare appositi programmi di due diligence su diritti umani e ambiente e predisporre adeguati sistemi di tracciamento del rischio.

Articolo a cura di Cecilia Robellini, Volontaria sezione Clima e Diritti

Foto di copertina di Cecilia Robellini

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