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Set

IN CHE MODO IL FONDO PERDITE E DANNI DIFFERISCE DAGLI ALTRI STRUMENTI ADOTTATI IN PASSATO PER FAR FRONTE AL CAMBIAMENTO CLIMATICO

“Loss and damage”, perdite e danni. C’è un esempio che, meglio di ogni altro, aiuta a capire cosa vogliono dire queste due parole: immaginate che il vostro vicino di casa scarichi l’acqua sporca della sua lavatrice nel vostro salotto. Come prima cosa, sicuramente, cercherete di interrompere questo scarico. Questa azione, quando parliamo di Clima, la chiamiamo mitigazione e riguarda le emissioni di gas come la Co2. Un’altra cosa che si può fare è cercare di adattarsi allo scarico. Sono cioè le misure di adattamento. L’altra mossa che farete è chiedere di essere rimborsati: quindi non soltanto occuparsi di prevenire il problema ma anche chiedere dei soldi per i danni già avvenuti. Ecco dunque, tradotto nel linguaggio della negoziazione climatica, il “loss and damage”.

Il copyright di questo esempio è del professore Stefano Caserini. Utile per comprendere il senso di una battaglia portata avanti da più di trent’anni dai Paesi del Sud del mondo. Quelli che meno hanno contribuito a creare la crisi climatica ma che più ne stanno subendo le conseguenze. Sono state proprio le inondazioni che hanno devastato il Pakistan nell’estate del 2022 a influire sui negoziati dell’ultima Conferenza sul Clima delle Nazioni unite, la Cop27, che si è tenuta a Sharm el-Sheikh. In Egitto è stata decisa infatti la creazione di un fondo per le perdite e i danni nonostante le resistenze di Stati Uniti e Unione Europea da sempre contrari. Una opposizione dettata dai timori di responsabilità legali legati ai danni storici. 

A quasi un anno da quella storica decisione sono iniziate le discussioni su come rendere operativo il fondo. Sono tante le incognite: chi dovrà mettere i soldi, chi dovrà beneficiarne e in che modo. Questioni che riguardano quindi l’ambiguità della Cina (come considerare Pechino in questa partita?), la “scienza dell’attribuzione” (non tutti gli eventi estremi sono legati ai cambiamenti climatici) e riguardano ovviamente la finanza.

Temi che ritorneranno anche a fine anno in occasione della Cop28 che si terrà a Dubai. La conferenza però non potrà trascurare anche l’altra faccia della medaglia, la causa del problema loss and damage. Cioè la riduzione delle emissioni e quell’obiettivo del grado e mezzo che si allontana sempre di più.

Articolo a cura di Alberto Giuffrè, giornalista SkyTg24

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