14
Nov

Inizia la seconda settimana alla COP22

di Federico Brocchieri

Prende il via oggi a Marrakech la seconda settimana di negoziati alla COP22.

Nonostante le preoccupazioni registratesi la scorsa settimana in seguito all’elezione di Donald Trump come prossimo Presidente degli Stati Uniti,  la reazione degli altri player internazionali è sembrata essere positiva: dalla Cina all’Europa, dall’India al Giappone, dal Brasile ai “piccoli” Paesi, la volontà è di proseguire con decisione con o senza una collaborazione fattiva degli USA.

Ma cosa possiamo aspettarci (o quantomeno sperare) dalla seconda settimana di negoziati? 

A partire da oggi cominceranno ad arrivare a Marrakech i Ministri in vista dell’apertura dell’High Level Segment (le sessioni negoziali ad alto livello), e numerosi saranno certamente anche gli incontri bilaterali tra i vari Paesi. L’arrivo dei Ministri solitamente ha l’effetto di accelerare le decisioni politiche, dopo aver lasciato le questioni tecniche ai negoziatori nel corso della prima settimana; e ci sarà l’apertura ufficiale della prima sessione del CMA, il meeting delle Parti che hanno aderito all’Accordo di Parigi. 

Dal punto di vista tecnico, come riportato anche da ClimateTracker.org in questa utile infografica, le discussioni circa la trasparenza e le metodologie e basi comuni circa i prossimi NDC (Contributi Nazionali Volontari dei Paesi) non sono procedute in maniera particolarmente spedita, con la Presidenza locale criticata per essersi fatta trovare impreparata riguardo circostanze tecniche. La definizione di tali aspetti è cruciale per garantire che il prossimo round di NDC da presentare, previsto a partire dal 2018 ed entro il 2020, sia fatto di impegni basati su metodologie chiare e condivise per garantire la possibilità di confrontare gli stessi e valutare nel corso degli anni i progressi. 

Estremamente importante sarebbe inoltre lasciare Marrakech a fine settimana con una Decisione circa la roadmap per raggiungere l’0biettivo finanziario di mobilitare 100 miliardi di dollari l’anno entro il 2020: i contributi ricevuti in questo senso sono finora insufficienti e senza un adeguato supporto economico sarà estremamente complesso riuscire a rispettare gli impegni definiti, soprattutto per i Paesi in via di sviluppo. 

Diversi altri ancora dovrebbero essere i punti da inserire nel documento finale che chiuderà la COP22, che sarà probabilmente ribattezzato “Marrakech Call“, il primo banco di prova per testare l’ambizione e la serietà dei Paesi nell’implementare quanto definito a Parigi. Come detto, la definizione di obiettivi e linee guida chiari per il futuro è fondamentale: Italian Climate Network sarà a Marrakech sino al termine della Conferenza per raccontarvi gli aggiornamenti in diretta.

Foto Credit: www.iisd.ca

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