15
Nov

Le energie rinnovabili per la giustizia sociale

di Chiara Soletti

Durante le conferenze delle parti, l’UNFCCC organizza delle giornate tematiche dedicate ai problemi più urgenti in ambito climatico. Ieri alla COP23 è stato il gender day, ovvero la giornata dedicata ai diritti di genere e alle differenti avversità che donne e uomini affrontano in relazione al cambiamento climatico.

È in questa giornata che, durante uno degli eventi a lato delle negoziazioni, Rachel Kyte (la Rappresentante Speciale per l’Energia Sostenibile delle Nazioni Unite e Amministratore Delegato dell’organizzazione Sustainable Energy for All) ha annunciato il lancio del “People-Centered Accelerator”, un’importante iniziativa di facilitazione all’accesso energetico per i gruppi socialmente vulnerabili.

L’accesso all’energia elettrica sostenibile è al centro del benessere economico e sociale. Tuttavia più di 1 miliardo di persone non ha ancora accesso all’elettricità e più di 3 miliardi deve cucinare con combustibili inquinanti e inefficienti come la legna da ardere. Questo pone particolari conseguenze per i diritti umani e la salute delle persone, in particolare delle donne, a tutt’oggi i soggetti culturalmente designati al ruolo di cura e gestione dell’economia familiare. Attraverso lo sblocco di fondi finanziari, sia privati che pubblici, e facilitando la collaborazione e tra soggetti coinvolti con l’energia, le politiche di genere e la giustizia sociale, il “People centred accelerator” vuole riportare le persone al centro dello sviluppo garantendo loro pari opportunità.

“Parte dell’ambizione dell’accordo di Parigi era quella di non escludere nessuno. Il mondo si è impegnato in questo senso e per mantenere questa promessa dobbiamo pensare diversamente a come offriamo servizi energetici accessibili, affidabili e moderni alle persone più discriminate nelle nostre società. Promuovendo l’inclusione delle donne e dei più emarginati, nel tentativo di raggiungere l’accesso universale all’energia, possiamo assicurarci che la transizione energetica dai combustibili fossili all’energia rinnovabile possa veramente beneficiare tutti.” ha dichiarato Rachel Kyte oggi durante il suo annuncio.

Il progetto ha suscitato grandissimo interesse, non solo perché ha il potenziale per la realizzazione di moltissimi degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, ma anche perché propone un approccio innovativo verso il coinvolgimento delle donne. Le politiche convenzionali in materia di energia tendono a concentrarsi sull’approvvigionamento energetico, con un’attenzione limitata alla potenzialità imprenditoriale delle donne. Il “People centred accelerator” invece considera capacità “non tecniche”, come la conoscenza del territorio e della comunità, un prezioso vantaggio imprenditoriale che rende le donne veri agenti di cambiamento.

Ajaita Shah, Direttore Amministrativo dell’organizzazione Frontier Market e Partner Fondatore dell’iniziativa ha infine dichiarato: “Dobbiamo mettere le donne al centro dell’accesso energetico per ottenere un impatto più profondo e più ampio. Investire nelle donne è fondamentale non solo per lo sviluppo economico, ma ha anche un ruolo chiave nell’abbattere le barriere di accesso all’energia sostenibile”.

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