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Nov

COP23: tanti (troppo piccoli?) passi

di Rachele Rizzo – 

Con l’avvicinarsi della fine della COP23 di Bonn, i diversi organi costituenti dell’UNFCCC stanno finendo le proprie sessioni di lavoro. Oggi, infatti, è stata la giornata conclusiva per i due Organi  Sussidiari, quello per l’implementazione del Protocollo di Kyoto e dell’Accordo di Parigi (SBI) e quello per la consulenza tecnico-scientifica (SBSTA). Allo scadere del tempo a disposizione gli organi sussidiari dell’UNFCCC, si sono riuniti in sessione plenaria per approvare le conclusioni dei tavoli negoziali da presentare alla 23esima Conferenza delle Parti. Il sentimento generale, espresso da Unione Europea, Umbrella Group (che riunisce i Paesi sviluppati non facenti parte dell’Unione Europea), Associazione dei Piccoli Stati insulari (AOSIS), Paesi in via di Sviluppo e supportato dagli osservatori è che ci sia ancora molto lavoro da fare per rendere operativo l’Accordo di Parigi dal 2020.

Alcuni attori, visto l’inizio produttivo su alcuni tavoli di lavoro, avrebbero voluto vedere risultati più concreti ed ambiziosi, mentre ora le speranze sono rivolte ai Ministri che sono arrivati alla COP. In parallelo, l’Ad Hoc Working Group on the Paris Agreement (APA) ha iniziato a scrivere le proprie conclusioni, le quali dovrebbero essere raggiunte in una sessione aggiuntiva.

Se da un lato si può registrare l’approvazione di diversi punti dell’agenda, questo risultato nasconde in realtà piccoli passi e discussioni preliminari, i quali sottintendono ancora molto lavoro sui contenuti in vista della COP24 di Katowice. In alcuni casi questo ha portato alcuni Stati a proporre una sessione aggiuntiva dell’APA nel corso del 2018 tanto che nella sessione APA, mentre negli Organi Sussidiari alcuni temi sono stati rimandati ed altri prevedono solo note informali. Oltre alle difficoltà riscontrate nelle diverse sessioni negoziali, alcuni gruppi di lavoro hanno trovato situazioni di stallo dovute all’interconnessione degli argomenti trattati su diversi tavoli e la volontà di alcuni Paesi di vedere i risultati in altre sessioni prima di sbilanciarsi.

Due temi non hanno trovato una conclusione in questa sessione e saranno quindi discussi a Maggio a Bonn: le modalità di reporting dei paesi sviluppati per quanto riguarda la finanza climatica e le azioni di mitigazione nel settore forestale da parte dei paesi in via di sviluppo. Su questo tema la Norvegia e il Brasile hanno espresso il loro dispiacere per il risultato soprattutto per l’ambiguità rispetto agli incontri volontari sul programma REDD+, avente lo scopo di ridurre la deforestazione nei Paesi in via di sviluppo. Le discussioni sui Contributi Nazionali Volontari e sul Global Stocktake, anche centrali in questa COP del Pacifico insieme ai temi di Adattamento e Loss & Damage, sono avanzate con più facilità.

Per quanto riguarda il Loss & Damage, è  stata defintia una tabella di marcia di cinque anni, la quale vede soddisfatti Unione Europea e Umbrella Group ma trova un forte dissenso dal gruppo AOSIS e le Least Developed Countries (LDCs) i quali vorrebbero più risorse per il Warsaw International Mechanism (WIM), il meccanismo di compensazione delle perdite dovute ai cambiamenti climatici nato con la  COP19 di Varsavia. Il dibattito sui meccanismi di mercato e non di mercato è stato acceso nonostante il lavoro svolto in queste settimane, con delegati che hanno alzato la voce nel corridoio ed altri che hanno deciso di raggiungere un compromesso senza l’inclusione di tutti i gruppi negoziali, attirando le critiche di Paesi e Osservatori anche nella sessione plenaria.

Rispetto a questo sfondo di indecisione, è bene sottolineare che le sessioni plenarie degli Organi Sussidiari e le negoziazioni alla COP hanno anche registrato importanti successi, con il primo Gender Action Plan dell’UNFCCC approvato nel corso del Gender Day. Questo piano è stato fortemente sostenuto dai Paesi dell’America Latina ed i Caraibi, che lo ritengono una questione vitale, nonchè dalla Women and Gender Constituency di cui Italian Climate Network fa parte.

Grandi progressi sono stati inoltre raggiunti sui temi legati all’agricoltura, fortemente voluti dai Paesi in via di sviluppo e accolti positivamente anche dalla FAO (Food and Agricultural Organisation), la quale si è proposta come partner esperto nell’inclusione dell’agricoltura nei Piani Nazionali di Adattamento.

Questa COP ha visto anche la nascita della Piattaforma delle Comunità Locali e dei Popoli Indigeni (LCIP), uno spazio di scambio di esperienze e conoscenze tradizionali delle comunità indigene con il resto del mondo, il quale faciliterà inoltre l’impegno e la partecipazione dei popoli indigeni e delle comunità locali nelle decisioni rilevanti, inclusa l’implementazione dell’Accordo di Parigi.

Viste le decisioni su questi temi, gli occhi sono ora puntati agli ultimi giorni della COP, con la speranza che la volontà politica dei Ministri aiuti a sbloccare i temi più sensibili legati alla finanza e al Loss & Damage.

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