SOLUZIONI NATURALI PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI DI PARIGI
Nei side events che si sono tenuti durante la prima settimana della COP26 si è parlato spesso di nature based solutions (NbS). Il tema è stato declinato in diverse forme sia negli eventi ufficiali che in quelli organizzati dalla società civile.
La definizione di nature based solution, così come è stata data nel 2016 dalla International Union for Conservation of Nature (IUCN), è “qualsiasi azione volta a proteggere, gestire in maniera sostenibile e ripristinare ecosistemi naturali o modificati, che permette di affrontare le sfide della società in modo efficace e adattabile, fornendo simultaneamente benefici all’uomo e alla biodiversità”.
Proteggere e ripristinare gli ecosistemi può darci quindi l’opportunità di ridurre gli effetti del cambiamento climatico, agendo sia sull’adattamento, sia sulla mitigazione.
Come è emerso però dall’ultimo report della convenzione per la biodiversità, il cambiamento climatico è anche una delle cause della grave perdita di biodiversità e di ecosistemi che sta avvenendo in questi ultimi decenni.
L’obiettivo deve essere quello di velocizzare l’implementazione delle NbS per poter agire contro il cambiamento climatico e per poter ripristinare la biodiversità. I principali aspetti su cui si può agire sono i seguenti:
1) Policies: inserire quindi le NbS negli NDCs (National Determined Contributions) e nei Piani di Adattamento Nazionali.
2) Investimenti: dalle proiezioni sappiamo che gli investimenti di un anno nelle NbS portano l’investitore a triplicare il guadagno che ne giunge per il 2030.
3) Progetti che integrino le NbS.
Essenziale è un’attività partecipativa e informale per coinvolgere la popolazione locale e in particolare i popoli indigeni nella progettazione delle NbS. Serve una collaborazione tra governi, settore privato e società civile. I primi hanno il compito di sviluppare delle policies, dei piani e delle normative che permettano l’implementazione delle nature based solutions, i secondi contribuiscono con gli investimenti e la società civile può invece fornire idee e conoscenze. Quando si parla di adattamento, infatti, bisogna pensare ad un approccio bottom-up, la popolazione che vive determinate condizioni conosce quali sono i problemi del territorio e può indirizzare i governi in azioni adeguate e utili per le caratteristiche del territorio stesso. Inoltre, quando si parla di soluzioni legate alla natura, l’Accordo di Parigi riconosce le conoscenze tradizionali dei popoli indigeni. È stata istituita anche una Piattaforma per le Comunità Locali e i Popoli Indigeni per favorire lo scambio di conoscenze, esperienze e buone pratiche per un mondo resiliente al cambiamento climatico.
Un esempio classico di NbS sono le wetland, aree umide. Parlando di mitigazione, sono uno degli ecosistemi che permette di assorbire più carbonio rispetto agli altri. Ma si rivelano molto utili anche per l’adattamento. Possono ad esempio essere ripristinate in ambiente urbano, per fornire volume aggiuntivo per la raccolta dell’acqua piovana nel caso di un evento con forti precipitazioni e col pericolo conseguente di allagamenti e alluvioni. Può essere direttamente collegata ad un corso d’acqua e fungere da vasca di prima pioggia o da vasca di laminazione. Una volta terminato l’evento l’acqua può essere reindirizzata verso il corso d’acqua in maniera sicura e controllata. La presenza di vegetazione inoltre permette il trattamento dell’acqua che può essere restituita al corso d’acqua con un carico di inquinanti inferiore. Estese aree umide, quindi, possono dare un importante contributo all’assorbimento di carbonio dall’atmosfera, ma aree anche con estensione ridotta possono essere utilizzate in ambiente urbano per ridurre il rischio alluvionale, destinato ad aumentare proprio per i cambiamenti climatici (come emerso anche dal primo capitolo del Sesto Assesment Report dell’IPCC). Per sottolineare un ulteriore beneficio di una NbS come la wetland si può menzionare la capacità di ridurre la temperatura dell’ambiente circostante, capacità che risulta essere molto utile in ambiente urbano, dove le ondate di calore e l’effetto isola di calore sono condizioni che peggioreranno a causa del riscaldamento globale.
Si capisce da questo esempio che il cambiamento climatico, il ciclo dell’acqua e la biodiversità sono strettamente collegati, e che le NbS si rivelano urgenti per cercare di raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Come è emerso al Water Action Event, è importante investire in questo campo, ma sono necessari dei piani di resilienza climatica dei Paesi che lavorino sia sulla mitigazione che sull’adattamento, e indichino in maniera chiara agli investitori come e dove investire.
La sfida è quella di aumentare la resilienza delle nostre società, e non c’è niente di meglio di una soluzione naturale, locale, indigena come le nature based solutions.
di Francesca Casale, Volontaria Italian Climate Network a COP26
Questo articolo del Bollettino COP di ICN fa parte del progetto EC DEAR SPARK. ICN monitora i negoziati e riporta quanto accade in italiano e in inglese, sul nostro sito e sui canali social, come parte di un consorzio paneuropeo di oltre 20 organizzazioni no-profit impegnate nel promuovere la coscienza climatica con particolare attenzione al ruolo dei giovani e ai temi della cooperazione internazionale e delle politiche di genere.