TRASPARENZA, ESITO NON GARANTITO
Alla chiusura della prima settimana dei negoziati sulla trasparenza, rimane incerto quello che sarà il risultato finale di questa COP sul tema. Le ore di discussione sono state molte, altrettante quelle di lavoro. Ad oggi, le Parti coinvolte sono più o meno d’accordo su alcuni punti, seppur su altri, quelli più tecnici, rimanga ancora molto da fare.
Come abbiamo raccontato qualche giorno fa, gli accordi sulla trasparenza nella reportistica sono di estrema importanza. Essi (inter alia) garantiranno trasparenza, appunto, nella comunicazione degli obiettivi e delle effettive riduzioni delle emissioni dei Paesi, in linea con quanto stabilito dall’ Accordo di Parigi. Un disaccordo su questo tema non consentirebbe di avere strumenti di monitoraggio reciproco efficaci per mantenere al di sotto di +1,5°C l’innalzamento delle temperature alla fine del secolo rispetto ai livelli pre-industriali.
Andando nello specifico, durante la COP26 a Glasgow, il gruppo di lavoro sulla trasparenza nella reportistica si sta confrontando sulle cosiddette questioni Metodologiche dell’Accordo di Parigi (MPA), che sono alla base dell’implementazione dell’Art. 13 dello stesso. In particolare, si discute su:
- le tabelle comuni sulle informazioni nelle relazioni sull’inventario nazionale di emissioni antropiche da fonti e assorbimento di gas ad effetto serra (GHG);
- i formati tabulari comuni per le informazioni necessarie a monitorare il progresso nell’implementazione e raggiungimento dei contributi determinati nazionali (NDC) sotto l’Art.4 dell’Accordo di Parigi;
- i formati tabulari comuni per le informazioni sulla finanza, sviluppo e trasferimento tecnologico e il capacity-building fornito e mobilitato, così come il supporto necessario e ricevuto sotto gli Articoli 9 e 10 dell’Accordo di Parigi;
- lo schema della relazione biennale sulla trasparenza, dell’inventario nazionale e del report di revisione tecnica di esperti secondo le modalità, le procedure e le linee guida del quadro di trasparenza per l’azione e il sostegno;
- Il programma di formazione per esperti tecnici che partecipano alla revisione dei contenuti presentati dai Paesi.
Tra le questioni che vengono affrontate in sessioni ad-hoc rimangono aperte quelle sulle modalità di comunicazione delle emissioni e degli NDC, temi molto tecnici. Alle questioni irrisolte, nelle ultime sessioni si aggiungono discussioni su come e dove includere clausole di flessibilità per i paesi in via di sviluppo (con diverse Parti che preferiscono che queste vengano incluse negli allegati), sull’obbligatorietà o meno di alcune tabelle, sulle tempistiche per lo sviluppo di un software unico di reportistica, sulla revisione volontaria delle informazioni sull’adattamento e sul monitoraggio di NDC con obiettivi “condizionali” o meno.
Nella sessione plenaria tenutasi in conclusione della prima settimana, la sera di sabato 6 novembre 2021, il Presidente della seduta ha ribadito come sia un peccato non avere ancora un accordo finale verso la seconda settimana, ma sottolinea anche il raggiungimento di importanti progressi. Lo stesso, riconoscente dell’impegno delle Parti e dagli esperti tecnici, ha ringraziato per il duro lavoro, la flessibilità e l’instancabile supporto mantenuti non solo durante questa prima settimana di COP26, ma anche nel corso dell’anno appena trascorso. Il tema infatti è molto tecnico e complesso e ci sono ancora problemi irrisolti che potrebbero richiedere, dice il Presidente, un intervento politico. Il successo dei negoziati sulla trasparenza nella reportistica non è garantito.
di Aurora Audino, Volontaria Italian Climate Network a COP26
Questo articolo del Bollettino COP di ICN fa parte del progetto EC DEAR SPARK. ICN monitora i negoziati e riporta quanto accade in italiano e in inglese, sul nostro sito e sui canali social, come parte di un consorzio paneuropeo di oltre 20 organizzazioni no-profit impegnate nel promuovere la coscienza climatica con particolare attenzione al ruolo dei giovani e ai temi della cooperazione internazionale e delle politiche di genere.