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Apr

SI È CONCLUSA L’AVVENTURA DI OMAR DI FELICE 

 Quali le evidenze e i risultati dal punto di vista di Italian Climate Network che ha affiancato il ciclista estremo Omar Di Felice nella sua impresa

Dopo oltre due mesi trascorsi attorno al Polo Nord, l’ultracyclist Omar Di Felice ha concluso il primo Giro del mondo artico, risultando il primo ciclista ad attraversarlo lungo le sue tre linee di confine: dalla Kamchatka (Russia) da cui è partito il 2 febbraio, Omar ha affrontato i vari percorsi che si sono snodati toccando tutte le nazioni all’interno del circolo polare artico.

Il primo Giro del mondo artico è stato anche il secondo capitolo del progetto “Bike to 1.5°C” che, sempre in collaborazione con Italian Climate Network, ha visto Omar nel ruolo di divulgatore sul tema dei cambiamenti climatici: dopo la presenza alla Conferenza sul clima, la COP26, dove la sua bici è stata la prima ad entrare ufficialmente alle Nazioni Unite, questa volta il percorso è stato anche teatro di conferenze e dibattiti con esperti sulle criticità dell’Artico e le conseguenze del riscaldamento globale. Alle lunghe pedalate giornaliere, di cui è presente lo story telling sulle pagine e i canali social network e nella story line LinkedIn coadiuvato dalla Marirosa Iannellicoordinatrice clima e advocacy di Italian Climate Network, si sono alternate le dirette serali tenute con esperti e scienziati di cui è possibile rivedere le puntate al seguente LINK sul canale Youtube di Omar.

La lunga avventura, sviluppatasi dall’estremità orientale del Pianeta riuscendo ad uscire dai confini russi pochi giorni prima dello scoppio del conflitto attualmente in corso con l’invasione dell’Ucraina, ha visto Omar attraversare la Lapponia, da Murmansk (Russia)Tromsø (Norvegia) per poi passare all’esplorazione delle Isole SvalbardGroenlandia e Islanda prima dell’approdo finale nelle regioni artiche del nord America dove ha pedalato tra Whitehorse (regione dello Yukon, Canada) fino alla linea del circolo polare artico in Alaska (Stati Uniti d’America), lungo la Dalton Highway.

Italian Climate Network in questi mesi di viaggio ha approfondito con Omar tanti aspetti legati ai cambiamenti climatici dei Paesi del Polo Nord, con dirette insieme a scienziati, climatologi, geografi, politologi, ricercatori ed esperti di turismo sostenibile. Cosa ne è emerso? 

Sicuramente questa esperienza ha messo in luce nella pratica effettiva quel fenomeno definito “amplificazione artica”. Mentre la superficie terrestre nel suo insieme si è riscaldata di circa 1.2°C dalla rivoluzione industriale, le temperature non stanno aumentando allo stesso ritmo in tutti gli angoli del mondo. Una differenza, infatti, è il ritmo più veloce con cui le aree terrestri si stanno riscaldando rispetto all’oceano. Il più grande valore anomalo è proprio l’Artico, che si sta riscaldando più di due volte più velocemente della media globale.

Il fenomeno dell’amplificazione artica sta causando cambiamenti importanti per le comunità artiche, ma preoccupa anche i climatologi per un altro motivo. – dichiara Marirosa Iannelli, Coordinatrice Clima e Advocacy di Italian Climate Network e responsabile scientifica del progetto Bike to 1.5°C – Se il permafrost -il terreno ghiacciato dove da millenni sono intrappolate enormi riserve di gas metano, dovesse scongelarsi, finirebbero in atmosfera enormi quantità di gas serra, accelerando in modo drammatico il riscaldamento globale.”

La bicicletta salverà il mondo?

Sicuramente il titolo Bike to 1.5 C° la dice lunga sullo scopo del progetto che ICN ha deciso di supportare. La bicicletta è uno dei mezzi che può consentire una vera transizione ecologica, necessaria per il contenimento delle temperature entro questo famoso 1.5°C, ribadito durante le conferenze internazionali sul clima, per cui dobbiamo lottare, per evitare scenari futuri catastrofici. “Lo scorso 15 marzo è stata adottata una risoluzione all’ONU storica, chiamata “Integrazione della bicicletta tradizionale nei sistemi di trasporto pubblico per lo sviluppo sostenibile – dice Iannelli Infatti aumentare l’uso della bicicletta attraverso una migliore sicurezza stradale e promuoverne l’uso come mezzo di trasporto quotidiano aiuterà a raggiungere lo sviluppo sostenibile, compresa la riduzione delle emissioni di gas serra”.

La risoluzione incoraggia gli stati membri a “prestare particolare attenzione alla bicicletta nelle strategie di sviluppo trasversali, compresi i servizi di bike sharing”, così come quando possibile nelle “politiche e programmi di sviluppo internazionali, regionali, nazionali e subnazionali”. 

La bicicletta è riscoperta e rinascita, ma soprattutto opportunità per tutti.  

Foto di copertina: credits @Omar Di Felice

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