IL PRESIDENTE DI COP28 È ARRIVATO A BONN: L’INCONTRO CON I GIOVANI
08
Giu

IL PRESIDENTE DI COP28 È ARRIVATO A BONN: L’INCONTRO CON I GIOVANI

Il quarto giorno dei negoziati intermedi ha visto l’arrivo del Presidente di COP28 a Bonn: Sultan Al Jaber, che detiene anche il ruolo di amministratore delegato della compagnia petrolifera degli emirati ADNOC, è stato accolto dalla società civile con cartelloni che incitano l’abbandono dei combustibili fossili.

Al Jaber ha presieduto un evento fortemente voluto dalla Presidenza COP: il primo “Youth Stocktake” mai organizzato prima, ovvero un confronto sui progressi e gli ostacoli riscontrabili nell’inclusione giovanile nei processi UNFCCC. Una sorta di Global Stocktake parallelo ma informale sull’inclusione dei giovani.

Il Presidente ha affermato che la sua visione è quella di una COP28 ambiziosa e inclusiva, perché per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi è necessaria una collaborazione tra tutte le parti interessate. In questo senso, i giovani giocano un ruolo chiave e pertanto fornire loro uno spazio per prendere parte alla conversazione è una priorità della Presidenza, ha assicurato AL Jaber. Una priorità che si riflette nella scelta di designare per la prima volta nella storia uno Youth Climate Champion, Shamma Al Mazrui. Un’altra novità di COP28 è l’International Youth Climate Delegate Program, che ha selezionato 100 giovani delegate e delegati da tutto il mondo per partecipare ai lavori, inclusi i rappresentanti di gruppi vulnerabili quali i popoli indigeni, i paesi meno sviluppati (LDCs) e i piccoli stati insulari in via di sviluppo (SIDS). 

Ciononostante, l’ambizione menzionata da Al Jaber non è accompagnata, almeno per ora, da proposte chiare su come la Presidenza ha intenzione di contribuire a realizzare una COP di successo, in particolare per quanto concerne il cruciale e delicato Global Stocktake. Grande assente del discorso di Al Jaber è poi l’elefante nella stanza: la necessità di abbandonare il prima possibile i combustibili fossili. 

Inoltre, sarà necessario valutare se l’inclusione formale dei giovani e dei gruppi vulnerabili – ancora sulla carta – si tradurrà nella pratica. A questo proposito, non fa ben sperare l’assenza di interpreti messi a disposizione dagli organizzatori: come hanno fatto notare i rappresentanti di YOUNGO (la constituency dei giovani dell’UNFCCC), diversi partecipanti appartenenti a gruppi minoritari hanno dovuto provvedere personalmente a trovare un interprete per poter seguire l’evento. 

Nonostante le comprensibili riserve nei confronti della Presidenza emiratina, YOUNGO ha comunque esortato Al Jaber a smentire gli scettici. Dovrà dimostrare di potersi davvero liberare dei panni di CEO del petrolio e vestire quelli di Presidente di COP28, ed essere un vero sostenitore non solo della partecipazione giovanile ma anche di una decisione ambiziosa a Dubai, con il necessario abbandono dei combustibili fossili. 

All’evento è intervenuta anche l’Italia, che negli ultimi anni ha mostrato di recente particolare impegno nel coinvolgimento dei giovani, ad esempio sponsorizzando l’iniziativa Youth4Climate, nata come un evento in partnership con la co-Presidenza COP26 del Regno Unito e ora evolutasi in un progetto a lungo termine in collaborazione con l’UNDP e l’UNFCCC. Quest’anno l’evento si terrà a Roma e sarà un’occasione per i giovani selezionati di presentare soluzioni innovative per risolvere la crisi climatica, con il vincitore che riceverà un sostegno finanziario per realizzare il suo progetto.

Un altro programma istituito dall’Italia insieme al segretariato UNFCCC è lo Youth4Capacity, il cui scopo è promuovere attività di capacity building che diano ai giovani gli strumenti di contribuire all’azione per il clima, in particolare nei paesi più vulnerabili.

Nell’ottica di facilitare tale partecipazione, YOUNGO pubblicherà a breve uno Youth Stocktake Report, un’analisi dei progressi (e l’assenza di essi) nell’inclusione dei giovani, in particolare all’interno dei processi UNFCCC. 

Cosa chiedono i giovani all’UNFCCC? 

  • Accessibilità, ad esempio l’interpretariato nel linguaggio dei segni e l’accesso per le persone con disabilità motorieUna rappresentazione maggiore e più concreta nelle delegazioni nazionali.
  • Opportunità di finanziamento che permettano ai giovani di diventare decisori politici, innovatori e imprenditori.
  • Capacity building attraverso l’educazione e la formazione.
  • Il riconoscimento formale del contributo dei Global Youth Statement ai negoziati e delle proposte politiche dei giovani alle decisioni COP.

In particolare, è da sottolineare l’importanza di garantire l’inclusione dei giovani, che parte in primo luogo dalla possibilità anche solo di andare ai negoziati. Come ha ribadito YOUNGO, le conferenze UNFCCC vengono spesso organizzate in città del Global North, pregiudicando l’inclusione delle voci che rappresentano peraltro i gruppi maggiormente colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici. La società civile ha fatto presente proprio la mancanza di equità riscontrata anche a questi negoziati intermedi, con oltre 100 delegati che hanno affrontato difficoltà nell’ottenere un visto per la Germania. Il coinvolgimento dei giovani ai processi UNFCCC, e più in generale a tutti i processi decisionali, rischia troppo spesso di essere una mera facciata, nient’altro che “youthwashing”, come è stato definito dai rappresentanti di YOUNGO.

Articolo a cura di Teresa Giuffrè, Volontaria ICN

Immagine di copertina: foto di Teresa Giuffrè

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