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SB52: delusione dei paesi in via di sviluppo, mitigazione rimandata a COP26

di Giulia Nardi

Questo articolo fa parte del Bollettino ICN dai Negoziati Intermedi 2021 (UNFCCC SB52)
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(Foto: www.unsplash.com )

I negoziati intermedi appena conclusi hanno permesso ai diversi gruppi negoziali di riprendere il dialogo tra loro e muoversi verso le prossime pre-COP e COP26. Durante queste tre settimane le parti si sono concentrate sui diversi punti nodali rimasti in stand-by dal 2019, tuttavia sono diversi i temi in agenda che richiederanno ulteriori chiarimenti e maggiore consenso tra le nazioni. Uno di questi riguarda indubbiamente il quarto forum relativo alle misure di risposta al cambiamento climatico tenutosi in concomitanza dei negoziati intermedi e presieduto dal KCI (Katowice Committee of Experts on the Impacts of the Implementation of Response Measures). Questo comitato è stato istituito durante la COP24 svoltasi a Katowice nel 2018 e la sua funzione è quella di supportare il gruppo di lavoro del forum relativo all’impatto dell’attuazione delle misure di risposta.

La mitigazione delle emissioni e le altre strategie che sono volte a contrastare il cambiamento climatico previste nel contesto dell’UNFCCC, del Protocollo di Kyoto e oggi dell’Accordo di Parigi necessitano infatti di un’attenta valutazione degli effetti a livello ambientale, sociale ed economico della mitigazione stessa. Gli impatti possono essere sia positivi che negativi e in molti casi sono proprio i paesi in via di sviluppo a risentire delle conseguenze negative o impreviste.

Nel pomeriggio di Sabato 5 Giugno ha avuto luogo la prima consultazione per valutare i progressi raggiunti dal KCI, commentare il report compilato dai suoi membri nonché le raccomandazioni fornite per realizzare le attività connesse alla determinazione degli impatti e infine ragionare sull’implementazione del piano di lavoro per procedere con i suoi obiettivi.

Normalmente il KCI si riunisce due volte all’anno per discutere delle questioni di sua competenza in concomitanza degli organi sussidiari, tuttavia nel 2020 è stato possibile organizzare un solo incontro virtuale ad ottobre a causa dell’emergenza sanitaria, ritardando difatti il lavoro del comitato. Nonostante la mancanza di un incontro, i delegati hanno espresso opinioni diverse riguardo un’eventuale riunione antecedente la prossima COP26 di Glasgow, acuendo così le divisioni riguardo la strategia da implementare per recuperare il lavoro arretrato in vista di novembre. La delegata del Ghana, rappresentante del gruppo negoziale africano, ha infatti ribadito l’urgenza di procedere con il programma di lavoro del KCI esprimendo totale appoggio ad un incontro precedente Glasgow per essere in grado di procedere nei tempi stabiliti per scrivere ulteriori raccomandazioni e produrre documenti tecnici. Queste considerazioni sono state condivise anche dal gruppo negoziale G77, il cui inviato ha sottolineato l’importanza di attenersi alle tempistiche prestabilite.

Ulteriore oggetto di divergenza è stata la proposta da parte di alcuni paesi in via di sviluppo di istituire delle misure commerciali come, ad esempio, una tassa di frontiera sul carbonio che è stata repentinamente respinta dai paesi sviluppati perché non inerente all’ordine del giorno della consultazione.

Le sessioni successive sono state facilitate con l’auspicio di raggiungere un compromesso a partire dalla forte divergenza di opinioni per essere in grado di sostenere gli organi sussidiari con i progressi ottenuti e avanzare verso i passaggi successivi. Le parti hanno raggiunto il consenso riguardo la consegna delle raccomandazioni emesse dal KCI in sede della prossima COP26. Inoltre, per quanto riguarda il piano di lavoro discusso all’interno del forum, l’attenzione è stata concentrata sull’ implementazione delle diverse attività contenute al suo interno, come ad esempio la massimizzazione degli impatti positivi minimizzando i negativi (attività 1), lo sviluppo di strumenti e metodologie per valutare i relativi impatti (attività 3) e aumentare la capacità di tale valutazione (attività 4).

Il dibattito si è tuttavia focalizzato sull’opportunità o meno di istituire un incontro straordinario del KCI, rallentando così in maniera rilevante la discussione degli altri punti che avrebbero richiesto una trattazione più approfondita, come le attività previste nel piano di lavoro e il commento alle raccomandazioni emesse dal comitato. Per questo motivo, i co-facilitatori hanno ritenuto opportuno confrontarsi con i presidenti degli organi sussidiari per essere in grado di dare una direzione utile alle parti in occasione dell’ultima riunione.

Le delegazioni hanno mantenuto le proprie posizioni sino all’ultima consultazione informale e i paesi in via di sviluppo hanno sostenuto con molta decisione la loro posizione in favore di un ulteriore incontro del KCI prima della prossima COP26, tanto da richiedere la presenza dei presidenti degli organi sussidiari alla discussione per poter chiarire gli step successivi. La sessione finale ha mostrato il permanere di questa polarizzazione. I co-facilitatori hanno concluso la sessione dichiarando che si sarebbero confrontati con il segretariato e i presidenti degli organi sussidiari per capire come procedere.

I gruppi negoziali si sono poi riuniti attraverso una sessione straordinaria insieme al presidente Tosi Mpanu Mpanu del SBSTA (Subsidiary Body for Scientific and Technological Advice) e Marianne Karlsen del SBI (Subsidiary Body for Implementation), i quali hanno esortato le parti ad accordarsi circa l’implementazione del piano di lavoro in modo da rispettare le tempistiche stabilite e incoraggiandoli a decidere secondo le loro esigenze. Nonostante gli sforzi dedicati in questa direzione, le parti non sono riuscite ad accordarsi circa la prossima data di riunione del KCI, tuttavia il dialogo riguardo le attività e le raccomandazioni fornite dal comitato permetteranno di progredire per quanto riguarda la valutazione degli impatti delle misure di risposta al cambiamento climatico.

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