testo unico rinnovabili
23
Dic

IL TESTO UNICO RINNOVABILI RECEPISCE ALCUNE RICHIESTE DI ITALIAN CLIMATE NETWORK, MA SERVE FARE DI PIÙ

Tra le principali novità le “zone di accelerazione”

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (n.291 del 12 dicembre 2024) il testo definitivo del cosiddetto “Testo Unico Rinnovabili”, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 25 novembre. Il Decreto Legislativo 25 novembre 2024, n.190, recante “Disciplina dei regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili, in attuazione dell’articolo 26, commi 4 e 5, lettere b) e d) della legge 5 agosto 2022, n. 118”, ha recepito alcune delle richieste che Italian Climate Network ha rappresentato nell’audizione presso la Camera dei Deputati, lo scorso 3 ottobre.

La principale novità è costituita dall’inserimento nel testo dell’articolo 12, relativo alle “Zone di accelerazione” per l’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, delle relative infrastrutture e opere connesse, e degli impianti di stoccaggio, così come previsto dalla Direttiva 2023/2413 UE (RED III) in materia di promozione dell’energia da fonti rinnovabili.

Entro il 21 maggio 2025 il Gestore dei servizi energetici dovrà pubblicare una mappatura del territorio nazionale, individuando le aree disponibili per le attività da “accelerare”. Entro il 21 febbraio 2026 le Regioni e le Province autonome dovranno adottare un Piano per l’individuazione delle zone di accelerazione, terrestri e marine. Tali zone dovranno avere dei criteri di sufficiente omogeneità, come Italian Climate Network aveva richiesto per garantire una coerenza internazionale e intra-nazionale della normativa, e dovranno essere individuate in modo tale da garantire il raggiungimento degli obiettivi del PNIEC, il Piano nazionale integrato energia e clima.

Tuttavia, nel testo non c’è traccia delle scadenze relative alla durata massima dei procedimenti autorizzativi (12 o 24 mesi per gli impianti offshore situati nelle zone di accelerazione e 24 o 36 mesi per gli impianti offshore situati fuori dalle zone di accelerazione) previsti dalla Direttiva RED III, di cui Italian Climate Network aveva invece chiesto l’immediato recepimento, segnalando l’avvio di una procedura di infrazione da parte dell’Unione europea.

Le semplificazioni relative a modifiche, revamping (ammodernamento) e repowering (potenziamento) degli impianti esistenti – che erano state richieste da ICN e sembravano essere state recepite nel testo definitivo -, si sono poi risolte nelle semplificazioni per gli impianti esistenti per le sole “attività libere” di cui all’art.7 (e riferite all’Allegato A), ovvero per gli impianti di minori dimensioni e per la sostituzione di pompe di calore asservite a processi produttivi con potenza termica fino a 50 MW, relativamente alle attività soggette a “Procedura abilitativa semplificata” (PAS) di cui all’art. 8 e riferite all’Allegato B. Nessuna semplificazione per impianti esistenti di grandi dimensioni, che rientrano negli interventi soggetti ad “Autorizzazione unica”, di cui all’art.9 e riferite all’allegato C.
L’entrata in vigore del Decreto legislativo sarà il 30 dicembre p.v. e Regioni ed Enti Locali avranno 180 giorni per adeguarsi.

In generale, visto il ritardo delle norme emanate, soprattutto in relazione al recepimento della Direttiva UE 2023/2413, la sensazione è che siano stati compiuti passi avanti in direzione della diffusione e dell’accelerazione delle energie rinnovabili in Italia. Ma questi passi ci sembrano decisamente troppo timidi, in relazione a quanto necessario nel reale sviluppo delle fonti di produzione di energia pulita e nel processo di decarbonizzazione in Italia.

Vista la scadenza fissata a 180 giorni, vedremo nei prossimi mesi se e quanto questo “Testo Unico” riuscirà a dare reale slancio al settore delle rinnovabili.

Nel 2024, che si è già qualificato come l’anno più caldo mai registrato e il primo con un’anomalia annuale al di sopra della soglia di 1.5°C rispetto ai livelli preindustriali, sarebbe stato davvero necessario fare di più, con una normativa più ambiziosa e coerente con gli obiettivi climatici dell’Italia e dell’Europa. Il Testo Unico Rinnovabili appare invece come un atto normativo parziale e incompleto, specialmente in un momento nel quale il settore delle energie fossili sembra trovare un rinnovato slancio, di cui proprio non si avvertiva alcuna esigenza.

Articolo di Paolo Della Ventura, volontario di Italian Climate Network.

You are donating to : Italian Climate Network

How much would you like to donate?
€10 €20 €30
Would you like to make regular donations? I would like to make donation(s)
How many times would you like this to recur? (including this payment) *
Name *
Last Name *
Email *
Phone
Address
Additional Note
Loading...