AAA AMBIZIONE SULLA MITIGAZIONE CERCASI A COP28
Nonostante uno dei punti chiave della negoziazione di COP28 sia il Global Stocktake a Dubai si discute anche del Mitigation Work Programme(MWP).
Il programma sulla mitigazione era diventato uno dei nodi cruciali di COP27, quando l’Unione Europea aveva annunciato l’impegno a istituire un nuovo fondo per Perdite e Danni, ma in cambio chiedeva che i Paesi si impegnassero a raggiungere il picco delle emissioni globali entro il 2025.
Tuttavia il riferimento a questo obiettivo era stato eliminato dal testo finale del Mitigation Work Program, pur mantenendo il riferimento alla scienza e all’obiettivo di 1.5°C.
Ma veniamo a oggi. Prima di COP28, l’UNEP Emissions Gap Report ci aveva ricordato che, con gli attuali impegni, le temperature globali vanno verso un aumento compreso tra 2.5 e 2.9°C, e che le emissioni globali vanno ridotte del 42% nei prossimi 7 anni (entro il 2030) per avere delle chance di mantenerela crescita della temperatura globale entro 1.5°C. Sono numeri impressionanti e di conseguenza ci aspetterebbe un gran fermento sul tema negoziale del programma di mitigazione (MWP), mentre in realtà le bozze sono pressoché prive di contenuto, i negoziatori temporeggiano e non prendono la parola nelle sessioni, perdendo minuti preziosi di discussione.
Alla COP27, l’anno scorso, le nazioni avevano deciso che l’obiettivo del programma di lavoro sarebbe stato quello di “aumentare urgentemente l’ambizione e l’attuazione della mitigazione in questo decennio critico, in modo da integrare l’inventario globale”. Le due bozze circolate al momento però sono insufficienti.
Si tratta di 3 pagine di testo, vuote di contenuto e principalmente procedurali, in cui non si parla di phase out dai combustibili fossili, (ne di phase down), non si parla di picco delle emissioni al 2025, e non si parla di come concretizzare il programma in azioni. Non si parla neppure della durata del programma di mitigazione, e quindi non si specifica se sarà attivo fino a COP29 (come si discuteva a COP27, anche se non è chiaro quale possa essere il senso di mantenerlo attivo un anno quando ancora c’è tantissimo da fare su mitigazione), fino al 2030 o finchè l’obiettivo di Parigi sarà raggiunto.
Per contro, nella bozza si temporeggia sulle azioni concrete, invitando le Parti e gli osservatori a presentare proposte di argomenti in linea con l’ambito dei lavori entro febbraio 2024.
Durante le sessioni negoziali alcuni Paesi hanno affermato che le discussioni sotto il programma di mitigazione non dovrebbero sovrapporsi alle negoziazioni del Global Stocktake, mentre altre hanno ribadito la necessità che i due programmi e bozze si parlino tra loro.
Un’altra considerazione importante sono le discussioni sui mercati del carbonio. A questa COP sembrano mancare le discussioni serie sulla mitigazione ma abbondano quelle sui crediti di carbonio, i cosiddetti carbon credtis, e lunedì 4 dicembre la Presidenza ha persino organizzato una tavola rotonda per l’implementazione di mercati volontari del carbonio. È importante ricordare che i crediti di carbonio sono uno strumento necessario ma pericoloso, perché distolgono l’attenzione dalla riduzione delle emissioni. Come ha ricordato un recente rapporto della Smith School of Enterprise and the Environment dell’Università di Oxford, pensare di risolvere la crisi climatica con tecnologie di cattura del carbonio non è sostenibile economicamente, e quindi servono impegni concreti e ambizione per riduzione delle emissioni.
Aspettiamo di vedere come andranno avanti le negoziazioni sul programma di mitigazione nei prossimi giorni.
Articolo a cura di Margherita Barbieri, delegata di Italian Climate Network a COP28.
Immagine di copertina: foto di Margherita Barbieri