COP28 biodiversità
04
Dic

PORTARE LA NATURA ALL’INTERNO DEL GLOBAL STOCKTAKE A COP28

Lunedì 4 Dicembre, alla COP28 di Dubai si è svolta una tavola rotonda ministeriale sul rafforzamento dell’ambizione e della cooperazione sulla natura per l’azione climatica (Ministerial roundtable on enhancing ambition and cooperation on nature for climate action), che ha messo in luce il ruolo chiave della biodiversità.

L’incontro si è aperto con l’intervento della ministra dell’ambiente della Colombia, María Susana Muhamad González, che ha ricordato come il suo Paese sia per il 52% ricoperto di foreste e che quindi per la Colombia la protezione della natura sia una questione di sopravvivenza. Gonzalez ha sottolineato che le comunità locali e le persone potranno adattarsi al cambiamento climatico solo finché anche gli ecosistemi naturali saranno in grado di adattarsi.

Dal punto di vista delle emissioni, la deforestazione è una scelta insensata dato che deforestare un area per scopi economici porta le nuove attività economiche a emettere CO2 nell’atmosfera e allo stesso tempo elimina foresta, uno “strumento” potentissimo di cattura di gas serra. Per questo la richiesta della Colombia è quella di portare le negoziazioni sul clima e sulla biodiversità a un punto di convergenza, dato che la transizione necessaria per fermare il cambiamento climatico non può avvenire senza una transizione che protegga la biodiversità e la natura. Per esempio, di solito i minerali essenziali per la transizione energetica vengono estratti in aree ricche di biodiversità. È quindi essenziale che la transizione ecologica tenga conto anche della protezione della biodiversità, altrimenti non si riuscirà a raggiungere nessun obiettivo ambizioso, né dal punto di vista del clima né in tema di conservazione della biodiversità.  

Èpoi intervenuta la Germania, ricordando come cambiamento climatico e biodiversità siano interconnessi e senza l’una non si possano risolvere gli obiettivi relativi all’altro. Per questo motivo è stata pubblicata una lettera aperta con l’obiettivo di portare la natura e la biodiversità al centro del Global Stocktake (di cui abbiamo parlato qui). 

I punti chiave ricordati durante la tavola rotonda: 

  • assicurarsi che gli obiettivi contenuti nell’Accordo Kunming-Montral sulla biodiversità siano considerati nel Global Stocktake in corso a COP28. Il GST non deve limitarsi alla mitigazione in senso stretto, ma fare il punto su dove siamo in termini di protezione della natura (taking stock of nature).
  • Creare un’agenda negoziale condivisa tra cambiamento climatico e protezione della biodiversità. La biodiversità non dovrebbe essere limitata a un giorno tematico alle COP sul, clima ma essere parte integrante dell’agenda negoziale.
  • Integrare gli obiettivi nazionali inserendo quelli relativi alla tutela della biodiversità negli impegni presi sul fronte del clima.

Durante la tavola rotonda, anche un rappresentante del CBD (Convenzione ONU sulla Biodiversità) ha detto di sperare nel fatto che la protezione della biodiversità venga effettivamente inserita all’interno dei testi e delle decisioni delle COP sul clima, invece di essere solo oggetto di meeting paralleli. Ricordiamo infatti che l’importanza della protezione della biodiversità è riconosciuta nell’Accordo di Parigi. Così si legge nel preambolo: 

Rilevando l’importanza di garantire l’integrità di tutti gli ecosistemi, compresi gli oceani, e la protezione della biodiversità, riconosciuta da alcune culture come Madre Terra, e rilevando l’importanza per alcuni del concetto di “giustizia climatica”, nell’intraprendere azioni per affrontare il cambiamento climatico. 

Infine è stato ricordato il ruolo cruciale svolto dalle Popolazioni Indigene che rappresentano rappresentano solo circa il 5% della popolazione mondiale ma proteggono l’80% della biodiversità globale.
Un approccio alla conservazione che tenga in considerazione il rispetto dei diritti umani e ponga le Popolazioni Indigene al centro del processo è alla base del successo dell’Accordo Kunming-Montreal. E anche all’interno della lettera aperta presentata a COP28 ci si pone l’obiettivo di implementare salvaguardie normative ambiziose che mettano al centro le popolazioni indigene e le comunità locali.

Articolo a cura di Margherita Barbieri, delegata di Italian Climate Network alla COP28.

Foto di copertina: UNFCCC

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