Bonn: mentre i negoziati dell’APA stentano, si parla di IPCC ed EXPO
di Francesco Capezzuoli e Rachele Rizzo
Negoziati dell’APA ancora in stallo
Al quarto giorno di negoziati, ieri, ancora non decollavano i lavori ufficiali dell’APA, bloccati sul punto 5 dell’agenda riguardante il registro dei Contributi Nazionali Volontari (INDC). Lo scontro formale riflette però una divisione di fondo: per i Paesi sviluppati l’agenda non deve essere modificata poiché l’art.4(12) dell’Accordo di Parigi si riferisce ai soli obiettivi di mitigazione, mentre il G77 supportato dai Paesi in via di sviluppo ritiene che il registro debba contenere anche le misure relative all’adattamento.
I lavori continuano invece sui tavoli tecnici dei corpi sussidiari della della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici (SBSTA e SBI) per sciogliere alcuni degli altri nodi cruciali dell’Accordo di Parigi. Prima dell’inizio dei negoziati mattutini di giovedì, il presidente di SBSTA Carlos Fuller e il presidente di SBI Mr. Tomasz Chruszczow hanno incontrato le organizzazioni observer per discutere come queste possano supportare le negoziazioni e come l’UNFCCC e i Paesi possano coinvolgere maggiormente la società civile nel processo decisionale. L’appello dei Presidenti alla società civile è di cercare di mantenere vivo lo spirito di Parigi, ricordando come non si possa “mandare la cavalleria senza la fanteria”: non sono solo le azioni eccezionali che mettono pressione ai governi, ma soprattutto le pressioni continue verso i diversi ministri (non solo quelli dell’ambiente) portano a cambiamenti sul lungo periodo ed oltre ai cicli elettorali.
Il rapporto tra SBSTA e l’IPCC
La consultazione informale del SBSTA (Subsidiary Body for Scientific and Technological Advice) si è concentrata su come le valutazioni dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) possano informare la “Global Stocktake”, sessione di valutazione sullo stato d’implementazione dell’Accordo di Parigi (definita nell’articolo 14) attesa per il 2023. La consultazione ha fatto seguito ad un workshop svoltosi nella giornata di ieri in cui direttamente l’IPCC aveva illustrato questa possibilità. Il Co-facilitatore, dopo aver rimarcato che l’esito dell’incontro verrà riportato all’APA, ha dato la parola alle Parti per gli interventi.
Filippine e Palau (AOSIS) hanno posto in via prioritaria l’adozione dello scenario a 1.5 °C, inserendo alcune questioni come l’acidificazione degli oceani e lo scioglimento dei ghiacci. Deciso l’intervento delle Isole Marshall, avallato dalla Norvegia, che ha incoraggiato l’IPCC a far partecipare ai loro studi anche autori dei paesi del Sud e in particolare dei paesi più vulnerabili (es. SISDs). L’Unione Europea ha auspicato una maggior disponibilità di tempo per integrare meglio le informazioni dell’IPCC all’interno della Global Stocktake, in modo che il processo goda di una maggiore integrità scientifica. Gli USA e il Sud Africa hanno espresso invece perplessità sulle modalità di lavoro della Global Stocktake, confidando che vengano rese chiare almeno prima della 45° sessione del SBSTA. Inoltre, gli USA si sono interrogati sull’effettiva neutralità politica dei report nel corso dei lavori, ponendo di fatto una questione politica. E mentre la Cina ha posto l’accento sulla questione della comunicazione, Australia e Sud Africa hanno dichiarato che il lavoro dell’IPCC dovrebbe essere “policy relevant” e non “policy prescriptive”, suggerendo l’istituzione di un tavolo di lavoro unico fra IPCC e SBSTA. Il Brasile ha inoltre affermato: “non siamo qui per influenzare il lavoro dell’IPCC. Riconosciamo che l’IPCC è indipendente e siamo consapevoli che dobbiamo concentrarci sul mandato che abbiamo ricevuto”. Il Botswana (African Group), in chiusura ha auspicato che l’IPCC possa fornire informazioni riguardo gli aspetti economici delle politiche di adattamento e mitigazione.
Il Co-facilitatore ha dunque concluso la sessione, rivelando tuttavia come sia effettivamente in fase di valutazione l’idea di istituire un joint group fra SBSTA e IPCC.
EXPO al quarto dialogo ACE
Tra mercoledì e giovedì si è svolto inoltre il Quarto Dialogo sull’ACE (Action for Climate Empowerment), il quale cerca di portare avanti i principi dell’articolo 6 della Convenzione UNFCCC: sensibilizzazione dell’opinione pubblica, partecipazione della società civile e accesso alle informazioni. L’Accordo di Parigi ha ridato forza a questo mandato e al tema dell’educazione e la formazione sui temi legati al clima e diversi incontri su questi temi si stanno svolgendo durante i negoziati di Bonn. Nel corso delle due giornate si sono alternate numerose presentazioni di Paesi e Organizzazioni Non Governative (ONG), i quali hanno presentato le loro esperienze di coinvolgimento e sensibilizzazione del pubblico.
A rappresentare l’Italia sono intervenute Gloria Zavatta, Sustainability Manager di EXPO, e Fiona May, testimonial di “Women for Expo” e per la campagna “Right to Food” della FAO. L’atleta ha raccontato la sua esperienza su come lo sport possa essere un veicolo per il cambiamento grazie al suo ruolo educativo, il suo effetto positivo sulla salute e per lo spirito di cooperazione. Gloria Zavatta ha raccontato l’ambizione di EXPO2015 di diventare un punto di riferimento internazionale per la gestione ambientale dei grandi-eventi grazie ai numerosi progetti per limitare l’impatto ambientale tramite la collaborazione con tutti gli attori, dal comitato organizzativo, ai padiglioni nazionali, ai fornitori fino ad arrivare ai visitatori.
Durante l’incontro è intervenuto anche un portavoce dei giovani di YOUNGO, il quale ha raccontato come il gruppo stia cercando di portare avanti tre iniziative concrete per coinvolgere i giovani ai negoziati: l’inclusione di rappresentanti giovanili nelle delegazioni ufficiali (come già avviene in alcuni Paesi quali la Norvegia, l’Olanda e il Messico), la creazione di borse di studio per coprire i costi di partecipazione alle negoziazioni per i giovani del Sud del mondo e la creazione di un padiglione per i giovani all’interno delle prossime COP.