COP27
18
Nov

COP27: A CHE PUNTO SIAMO? L’ANALISI INTEGRALE DELL’ULTIMA BOZZA DEL TESTO NEGOZIALE

Il testo chiuso nella notte e diffuso nella mattinata di venerdì a COP27 risulta complessivamente molto più breve e meno ambizioso rispetto a quello del giorno precedente, con tagli non casuali. Ve ne facciamo un’analisi puntuale scorrendolo dall’inizio alla fine. Se volete esercitarvi a leggere un testo negoziale, potete scaricarlo qui.

Questo è il lavoro di Italian Climate Network e dei suoi volontari e volontarie dentro i negoziati.

{Introduzione}

  • I temi importanti della crisi alimentare ed energetica che nella bozza precedente avevano dei paragrafi singoli a loro dedicati ora vengono incorporati nel testo. C’è il riconoscimento della priorità di salvaguardare la sicurezza alimentare e gli effetti negativi dei cambiamenti climatici sui sistemi di produzione alimentare. Si mantiene, inoltre, il riconoscimento del contrario, vale a dire che anche le crisi alimentari aggravano gli impatti del cambiamento climatico, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
  • Sull’energia vengono fatti numerosi passi indietro. Giovedì si riconosceva l’impellente urgenza di accelerare una transizione pulita e giusta (clean and just) verso le energie rinnovabili, e che il raggiungimento del net zero entro il 2050 richiede un’ulteriore rapida diffusione dell’energia pulita. Nella bozza diffusa venerdì il rimando alle emissioni zero entro il 2050 viene fatto una volta, e solo nella sezione finanza. Sarebbe stato importante lasciarlo anche nel preambolo.
  • Viene del tutto cancellata la necessità di fornire elettricità ai 758 milioni di persone che non vi hanno accesso e ai 2.6 miliardi di persone che non hanno accesso a soluzioni di cottura pulite. Viene cancellata anche l’affermazione che l’elettricità a basso costo da fonti rinnovabili potrebbe fornire il 65% della fornitura totale di elettricità nel mondo entro il 2030. Tolto il riferimento alla possibile decarbonizzazione del 90% del settore energetico entro il 2050.
  • Si riconosce (Acknowledge) che il cambiamento climatico è una preoccupazione comune dell’umanità, e, nell’intraprendere azioni per affrontarlo, le parti devono rispettare gli obblighi in materia di diritti umani, diritto alla salute, diritti dei popoli indigeni, delle comunità locali, dei migranti, dei bambini, delle persone con disabilità e delle persone in situazioni vulnerabili e diritto allo sviluppo, nonché uguaglianza di genere, empowerment delle donne ed equità intergenerazionale. Questo è semplicemente un rimando al preambolo dell’accordo di Parigi, e non c’è più neanche un riferimento al fatto che le Parti dovrebbero tenere in considerazione gli effetti associati ai cambiamenti climatici che le categorie più vulnerabili subiscono in modo sproporzionato. Cancellata l’inclusione fatta giovedì sul diritto al più elevato livello di salute mentale. Rimosso anche il riconoscimento all’avere diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile come un diritto umano.
  • Si accolgono con favore i risultati del G20 di Bali. 
  • Impegno a sviluppare una tabella di marcia (roadmap) per il raddoppio dei finanziamenti per l’adattamento entro il 2025, aggiungendo che saranno comprese le informazioni annuali dei singoli Paesi sviluppati.

 {Scienza}

  • Il testo è linea con la bozza precedente, pubblicata giovedì. Si accolgono con favore i contributi dei Gruppi di lavoro II e III e i rapporti IPCC sul gap di emissioni. Si riafferma l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di contenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali e di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Resta anche l’urgenza che è richiesta di “riduzioni immediate, profonde e sostenute delle emissioni globali di gas a effetto serra”. Sparisce tuttavia dal testo il “profondo rammarico” per il fatto che i Paesi sviluppati continuino a non ridurre le emissioni e a porsi obiettivi inadeguati e poco ambiziosi, mentre continuano a emettere e a consumare in modo sproporzionato il bilancio globale del carbonio. 

{Aumento dell’ambizione e implementazione}

  • Si sottolinea il bisogno di accelerare la transizione (pulita e giusta) verso energie rinnovabili (cosa positiva), durante questo decennio, ma…
  • Come sulla dichiarazione dei leader del G20 di Bali, rimane ancora un linguaggio molto povero sull’eliminazione del carbone per l’energia (si parla di incoraggiare le parti al phase down piuttosto che phase out) e dei combustibili fossili. Si incoraggia al phase out di combustibili inefficienti, ma solo in linea con le esigenze nazionali.
  • Nota positiva, si riconosce il bisogno di supportare la just transition (giusta transizione)

Si nota che le emissioni di gas ad effetto serra, considerando gli attuali NDCs, non sono in linea con l’Accordo di Parigi.

  • Si invita a inviare il prima possibile gli NDC (contributi determinati a livello nazionale) e ad aggiornarli se non in linea con l’Accordo di Parigi.

{Energia}

  • Si sottolinea l’importanza di evitare di fare passi indietro (backsliding) con i nuovi impegni.
  • Rimane ancora un linguaggio debole sull’eliminazione del carbone per l’energia (si parla di phase down piuttosto che phase out) e dei sussidi per i combustibili fossili. 
  • Si parla di incoraggiamento ad accelerare misure volte al phase down del carbone e al phase out dei sussidi fossili, ma solo quelli inefficienti, secondo le necessità nazionali e riconoscendo l’importanza della transizione giusta. In questo punto il testo è veramente debolissimo.

{Mitigazione}

  • Le Parti “prendono nota con seria preoccupazione (serious concern)” del fatto che gli obiettivi dei Paesi non sono in linea con l’Accordo di Parigi (aumento della temperatura entro 1,5°C o 2°C), soprattutto con l’obiettivo di contenimento dell’incremento di temperatura di 1,5°C.
  • Vengono apprezzate le parti che hanno inviato i nuovi NDC e sollecitate (urge) le parti che non l’abbiano ancora fatto a inviare i nuovi NDC il prima possibile e prima di COP28.
  • La COP sollecita (urge) le Parti che hanno NDC non in linea con Accordo di Parigi e obiettivo di 1,5°C ad aggiornarli rivedendo gli obiettivi al 2030, riconoscendo tuttavia le circostanze nazionali. Questo avrebbe dovuto essere uno dei risultati di questa conferenza, invece sono stati presentati solo 33 NDC su quasi 200.


{Adattamento}

  • Le Parti “prendono nota con seria preoccupazione” dell’esistenza di un gap tra gli attuali livelli di adattamento e i livelli necessari per rispondere adeguatamente agli impatti dei cambiamenti climatici e ai relativi rischi.
  • I livelli di adattamento necessari sono in linea con le conclusioni riportate nel “contributo del Working Group II al Sesto Rapporto di Valutazione dell’IPCC”. È stato tolto però il primo paragrafo presente nel testo precedente in cui le parti “accoglievano” (welcome) il contributo del Working Group II (WGII). Rimane il solo riferimento nel paragrafo “Science” della bozza, in cui il capitolo del WGII viene “welcomed”. Anche quest’anno quindi i risultati della comunità scientifica sul tema dell’adattamento ai cambiamenti climatici vengono messi in secondo piano
  • Il secondo e ultimo paragrafo riporta l’”urgenza” per le Parti di aumentare le azioni per migliorare la capacità di adattamento e la resilienza, e per ridurre la vulnerabilità ai cambiamenti climatici, con politiche e investimenti specifici.

Abbiamo notato che rispetto alla bozza di testo precedente mancano alcuni punti importanti. Ecco quali sono:

  1. l’adattamento richiede misure sviluppate a livello locale e regionale in base alle necessità e alle caratteristiche dei singoli territori;
  2. non c’è un riferimento specifico alla necessità per le Parti di dotarsi di Piani Nazionali di Adattamento, nonostante molti Paesi ancora non lo abbiano (Italia compresa);
  3. è stato tolto il riferimento all’utilità delle conoscenze tradizionali, locali e delle popolazioni indigene nello sviluppo delle politiche di adattamento, adeguate ed efficaci ai territori.

{Nuovo obiettivo globale sull’adattamento}

  • A differenza del testo precedente il Global Goal on Adaptation (GGA) ha un capitolo dedicato.
  • Le Parti “riconoscono l’importanza” del GGA per un’implementazione efficace dell’Accordo di Parigi e “richiamano” la decisione di COP26 sul lancio del programma di lavoro Glasgow – Sharm el-Sheikh sul GGA. Le Parti, inoltre, “accolgono” i risultati fatti in questo primo anno dal programma e attendono la conclusione entro la COP28.
  • Le Parti inoltre “sottolineano l’urgenza” nell’avere un chiaro obiettivo globale sull’adattamento, in modo da indirizzare i finanziamenti e i mezzi per l’implementazione dai Paesi sviluppati verso i Paesi in via di sviluppo.
  • Il testo si conclude con tre paragrafi sulla necessità di avere dei sistemi di allerta per gli eventi meteorologici estremi e gli eventi climatici. In particolare, si richiama l’appello fatto dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, durante la Giornata Mondiale della Meteorologia 2022 affiché tutte le Nazioni del mondo siano protette da un sistema di allerta entro i prossimi cinque anni, con il supporto di partner di sviluppo e istituti finanziari internazionali per l’implementazione di questa iniziativa. Infatti un terzo del mondo, compreso il 60% dell’Africa, non ha accesso a sistemi di allerta e a servizi informativi sul clima.

In un paragrafo lungo e complesso, nato dall’accoppiamento di precedenti paragrafi in diversi capitoli della prima bozza, le Parti “riconoscono” quindi la necessità di migliorare il coordinamento nella comunità di osservazione sistematica della Terra; temi questi non del tutto inerenti il GGA e punto di discussione tra le Parti nel corso della COP27.

{Perdite e Danni}

  • Decisione della COP sarà riflesso di un “ampio consenso globale sulla grave situazione relativa a perdite e danni ed il bisogno di strumenti finanziari”, una formulazione piuttosto forte (in positivo) considerato che il tema è stato tabù per quasi 30 anni.
  • Sottolineate interazioni, come da Sesto Report IPCC, tra eventi climatici estremi e di lungo periodo con perdite economiche e non-economiche, impatto sul patrimonio culturale, sulla mobilità umana (migrazioni dovute al clima), su ricollocamenti forzati; nello stesso paragrafo si dice che sulla decisione su perdite e danni si baserà molto della credibilità del processo ONU sul clima (altro linguaggio forte).
  • La COP esprime profonda preoccupazione per l’impatto di perdite e danni sull’indebitamento dei Paesi e la possibilità di raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
  • La COP accoglie gli accordi di tipo istituzionale presi durante questa Conferenza delle Parti per rendere operativo il Santiago Network e annuncia che il Paese ospitante del Segretariato del Network sarà selezionato a seguito di bando entro il 2023.
  • Sugli strumenti finanziari rimane il fermaposto, ossia una parte di testo lasciata libera e da completare al termine dei negoziati ministeriali.

Qui il nodo politico centrale di tutta la COP: è ancora presto per capire come andrà a finire, ma la formulazione del paragrafo lascia intuire qualche concessione alla retorica dei paesi emergenti, almeno a parole.

{Implementazione e traiettorie per la giusta transizione}

  • Per quando riguarda l’implementazione e i percorsi per la giusta transizione, il testo è abbastanza in linea con il precedente. Afferma che le soluzioni sostenibili e giuste alla crisi climatica devono essere fondate su un dialogo sociale

{Finanza}

  • Focus sulla necessità di raggiungere il prima possibile l’obiettivo dei 100 miliardi di dollari all’anno in finanza climatica. Su questo punto giovedì sembrava si stesse negoziando in vista di annunci a sorpresa, ma può essere che il tentativo di spingere il processo sia naufragato nei colloqui notturni. Come già si poteva immaginare dal primo giorno di negoziati, quindi, i 100 miliardi di dollari non saranno raggiunti neanche a COP27.
  • Molto ridotta in lunghezza la parte sulla riforma della finanza internazionale, e in particolare delle banche multilaterali di sviluppo. Il contenuto rimane in linea con il precedente testo che ribadisce la necessità di dotarsi di strumenti finanziari internazionali adeguati alla crisi in corso.

{Nuovo obiettivo globale di finanza climatica}

  • Ancora nessuna decisione sul nuovo obiettivo globale di finanza climatica post-2020.

Nota, lo spazio per questo paragrafo è occupato da un segnaposto in attesa di decisioni dei negoziatori.

{Riempimento fondi GEF/GCF/AF}

Questa parte di testo si suddivide in più capitoli e rimane in attesa di input da negoziati ancora in corso.

Fondo per l’adattamento

Riconosce la centralità del ruolo del Fondo per l’adattamento nell’ambito dei finanziamenti per il clima.

●      Riconosce la difficoltà dei Paesi in via di sviluppo ad accedere ai fondi e si richiedono ulteriori sforzi per semplificare l’accesso ai finanziamenti.

●       Decide di istituire il dialogo di Sharm el-Sheikh tra le Parti, le organizzazioni pertinenti e le parti interessate per scambiare opinioni e migliorare la comprensione dell’ambito di applicazione dell’articolo 2.1.c e della sua complementarità con l’articolo 9, da svolgersi nel 2023 attraverso due workshop.

●      Sviluppa una tabella di marcia per l’erogazione del raddoppio dei finanziamenti per l’adattamento entro il 2025, comprese le informazioni annuali dei singoli Paesi sviluppati.

Articolo 6

●      Accoglie con favore l’adozione delle decisioni -/ CMA.4,13 -/ CMA.4,14 e -/ CMA.4,15 sulle questioni relative all’articolo 6 dell’Accordo di Parigi.

●      Prende atto del lavoro intrapreso dall’ICAO e dall’IMO per attuare i rispettivi mandati in materia di emissioni di gas a effetto serra – nonostante opposizione in sala di molti Paesi, che non capiscono perché la COP debba occuparsi nelle proprie decisioni di attori come ICAO, estranei al processo.

Oceani

●      Accoglie con favore i risultati del dialogo sugli oceani e i cambiamenti climatici tenutosi il 15 giugno 2022 e gli esiti della Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani del 2022, tenutasi dal 27 giugno al 1° luglio 2022, e l’adozione della Dichiarazione di Lisbona il 1° luglio 2022.

●      Decide che il dialogo annuale sugli oceani e i cambiamenti climatici, a partire dal 2023, sarà facilitato da due co-facilitatori, scelti dalle Parti, e invita il Presidente della SBSTA, in coordinamento con i co-facilitatori, a selezionare e definire aree tematiche mirate prima del dialogo.  

●      Sollecita i Paesi sviluppati ad aumentare i finanziamenti, il trasferimento di tecnologia e il capacity building ai Paesi in via di sviluppo per intraprendere azioni climatiche basate sugli oceani. Invita le banche multilaterali di sviluppo, le altre istituzioni finanziarie e il settore privato a migliorare la mobilitazione dei finanziamenti per l’azione climatica basata sugli oceani.

Foreste

●      Le Parti dovrebbero mirare collettivamente a rallentare, arrestare e invertire la copertura forestale e la perdita di carbonio.

●      Le riduzioni e gli assorbimenti delle emissioni di gas serra dalle foreste e dall’uso del suolo sono essenziali per tutti i percorsi verso le zero emissioni nette a livello globale e il ruolo critico che le foreste sane svolgono nella regolazione del clima, nella protezione della biodiversità, nella sicurezza alimentare e idrica, nella fertilità del suolo e nella limitazione delle migrazioni forzate.

●      Riconosce l’urgente bisogno di aumentare significatimente il supporto economico pubblico e privato a favore dei progetti REDD+ (richiamando decisioni ancora da approvare).

●      Sottolinea l’importanza di proteggereconservare e ripristinare l’acqua e gli ecosistemi legati all’acqua, compresi i bacini fluviali, le falde acquifere e i laghi, ed esorta le Parti a integrare ulteriormente l’acqua negli sforzi di adattamento.

●      Incoraggia le Parti a prendere in considerazione, come appropriato, soluzioni basate sulla natura e approcci basati sugli ecosistemi per le loro azioni di mitigazione e adattamento, garantendo al contempo le relative salvaguardie sociali e ambientali.

{Attori non-statali}

  • Si “accoglie” una decisione su ACE (Action for Climate Empowerment) che adotta a sua volta il Piano d’Azione sul programma di Glasgow sul climate empowerment; tuttavia, in una nota a fondo pagina si dice che questa decisione è in realtà ancora da prendere.
  • Nessuna novità rispetto al precedente testo sul fronte dell’inclusione giovanile, anche se con una formulazione diversa rimangono citati la COY17, conferenza auto-organizzata dal gruppo dei giovani sotto UNFCCC (YOUNGO) e lo Sharm Youth Climate Dialogue, ma non il processo Youth4Climate guidato da UNDP. Rimane la dicitura la COP prende atto dei risultati della COY17”, non banale visto che nel manifesto dei giovani erano contenute proposte molto radicali. Nel Glasgow Climate Pact un anno fa, i riferimenti ai documenti dei giovani furono eliminati all’ultimo minuto dal testo finale.
  • Si incoraggiano comunque i Governi a includere i giovani nei processi decisionali, accogliendo con favore le decisione egiziana di nominare un Delegato giovanile per la COP.
  • La COP accoglie il ruolo dei due Campioni di Alto Livello sotto la Partnership di Marrakech per aver contribuito all’adozione della Sharm el-Sheikh Adaptation Agenda (piano in 30 punti per accelerare il processo di adattamento coinvolgendo anche attori privati e non-statali) e dell’Agenda della Svolta (Breaktrough) sulla mitigazione, 25 nuove iniziative multilaterali per la riduzione delle emissioni. Queste iniziative sono extra-negoziali, accordi presi fuori dai trattati, ma godono di citazione nella decisione COP in quanto guidate dai Campioni ONU. La loro importanza rimane quindi relativa, se non implementate.

{Diritti umani}

  • Il capitolo è stato eliminato. Si passa da un capitolo intero nella bozza precedente a un’unica menzione a inizio testo.

Questa analisi ha richiesto ore di lavoro del nostro team. Abbiamo cercato di rendervi proprio fedelmente traducendovi anche alcune parole chiave; le vedete tra le virgolette. Sembrano scontate, ma nei processi negoziali, sono queste sfumature che fanno le differenze.

Articolo a cura della Delegazione Italian Climate Network

Foto di copertina: schermo all’intero della venue

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