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18
Nov

COP27, IL NEGOZIATO SULL’ARTICOLO 6 SI CHIUDE CON ANCORA MOLTI PUNTI DA CHIARIRE

Uno degli ultimi argomenti da discutere a COP27 per l’implementazione dell’Accordo di Parigi è l’Articolo 6, ovvero gli aspetti tecnici e operativi del mercato del carbonio, in sostituzione dei meccanismi flessibili previsti dal Protocollo di Kyoto. L’articolo 6 item 2 riguarda le azioni bilaterali per ridurre le emissioni di gas climalteranti, l’item 4 riguarda un meccanismo multilaterale di crediti a progetto che sostituisce il vecchio Clean Development Mechanism (CDM) e l’item 8 riguarda i meccanismi non di mercato di cooperazione internazionale tra i governi.

L’Articolo 6.2 ha isitituito gli ITMOs (Internationally Transfered Mitigation Outcomes), ovvero crediti di riduzione delle emissioni che possono essere creati sia da enti pubblici che da privati, e che possono essere scambiati reciprocamente dai Paesi attraverso accordi. Il negoziato si concentra sul problema del doppio conteggio, per evitare che entrambe le Parti, quella che ospita il progetto e quella che compra gli ITMOs relativi, contino nei loro NDCs (National Determined Contribution) la riduzione delle emissioni generata dall’iniziativa.

L’ultima bozza di testo dell’Articolo 6.2 risulta ancora molto lunga, ma ridotta rispetto al testo di ben 60 pagine utilizzato nella prima settimana.

Le Parti nel testo richiedono al SBSTA (Supervisory Body for Scientific and Technological Advice) di continuare il lavoro per fornire delle linee guida entro la prossima Conferenza sul Clima, la COP28, relative al registro internazionale per gli ITMOs e alla nomenclatura dei crediti, che li identifichi unicamente eche consideri le Parti coinvolte, la prima Parte che trasferisce il credito, il settore e il tipo di attività. Richiedono inoltre al segretariato di sviluppare una piattaforma di reporting e il database dell’Articolo 6. La piattaforma web darà accesso al registro internazionale e al database dell’Articolo 6, ma fornirà anche il template per le tabelle dell’Agreed Electronic Format (AEF, il formato elettronico accettato per la rendicontazione degli ITMOs), un portale per la presentazione facilitata dei progetti, un’area per il team di revisori che tramite l’autenticazione potranno avere accesso a informazioni rilevanti, e un’interfaccia pubblica.

Il formato dell’AEF scelto dai delegati in questi giorni sono le tabelle, preferite a un formato PDF. Alcune Parti hanno richiesto che si potesse rimandare all’anno prossimo la decisione sul formato delle tabelle in modo da poterle prima provare, data la loro scarsa capacità nell’utilizzo di questi strumenti. Ma gli altri delegati vorrebbero già usare gli ITMOs quest’anno e hanno bisogno di fornire le informazioni relative.

Come per l’Articolo 6.2, anche il negoziato sull’Articolo 6.4 è proseguito intensamente in questi giorni anche con diverse sessioni notturne e spesso in modalità di discussione informale a gruppi, sforando la deadline posta dalla presidenza a mercoledì sera per la consegna dei testi finali.

Come detto, l’Articolo 6.4 andrà a sostituire appunto il Clean Development Mechanism. Il CDM prevedeva che un Paese con obblighi di riduzione (Annex del Protocollo di Kyoto) delle proprie emissioni potesse implementare un progetto di riduzione delle emissioni in un Paese in via di sviluppo, da cui ricevere dei crediti di riduzione CER (Certified Emission Reduction) da utilizzare per il raggiungimento del proprio target definito dal Protocollo di Kyoto. Inoltre, portava un contributo al Paese ospitante in un’ottica di sviluppo sostenibile.

Essendo venuta meno con l’Accordo di Parigi la distinzione in due categorie dei Paesi, in  quanto tutti hanno i loro NDC, è necessario predisporre procedure adeguate per evitare che gli stessi crediti (CER) siano conteggiati da nazioni diverse. La discussione sul CDM (Agenda item 5 del CMP17) nella giornata di giovedì si è svolta principalmente tra i delegati dell’Unione Europea, della Cina, del Gruppo dei Paesi Africani e dell’Arabia Saudita. Dopo diversi rinvii della fine della sessione negoziale, nel pomeriggio è stata pubblicata una nuova bozza di testo, molto diversa da quella precedente.

In particolare, i paragrafi dal 6 al 12 su (I) rilascio dei crediti CER, (II) cancellazione volontaria dei CER, (III) metodologie, (IV) richiesta di certificazione e (V) cancellazione volontaria post-2020, sono stati rimossi, ed è stata aggiunta una nuova sezione 3 sul trasferimento di certificati verso il meccanismo dell’Articolo 6.4 dell’Accordo di Parigi.

Per quel che riguarda la transizione verso l’articolo 6.4, le Parti hanno stabilito che il comitato esecutivo del CDM continuerà a ricevere richieste di registrazione, di rinnovo del periodo di credito e di emissione di crediti per le attività relative alle riduzioni di emissioni avvenute dopo il 31 dicembre 2020, finché l’Articolo 6.4 non sarà operativo (paragrafo 5).

Inoltre, le Parti richiedono che l’amministratore del registro del CDM identifichi i CER idonei a essere trasferiti al registro dell’Articolo 6.4. Il trasferimento dei CER idonei avverrà con una prima cancellazione del credito dal registro del CDM e in seguito con una ri-creazione nel registro del meccanismo dell’Articolo 6.4 utilizzando lo stesso numero seriale e riportando i dettagli del resoconto del trasferimento.

Infine, le Parti richiedono al segretariato di preparare un paper tecnico per la discussione alla COP28 e al relativo CMP18 (meeting delle Parti del Protocollo di Kyoto) sul funzionamento futuro di alcune procedure sviluppate dal comitato esecutivo, onde evitare gap prima che l’Articolo 6.4 diventi operativo, ad esempio relativamente alle richieste al segretariato di certificazioni CERs per il periodo di monitoraggio precedente al 1 gennaio 2021, alle richieste al segretariato di cancellazioni volontarie dei CERs o all’approvazione di nuove metodologie per approvare i progetti.

Le Parti, ed eventualmente le organizzazioni intergovernative, dovranno nominare dei tecnici esperti dalla lista di UNFCCC che monitorino e revisionino i report relativi all’Articolo 6. I tecnici verranno selezionati in base all’equità di genere e considerando una equa provenienza geografica, supportando la partecipazione di esperti provenienti dai Paesi in via di sviluppo, in particolare dai Paesi meno sviluppati e dagli Stati delle piccole isole. Il team di esperti dovrà poi seguire un programma di preparazione organizzato dal segretariato.

L’ultima bozza di testo caricata giovedì sera ha ancora dei paragrafi su cui discutere, con più opzioni previste tra cui scegliere. Principalmente il testo rimanda al Subsidiary Body, al SBSTA o alle Parti ulteriori approfondimenti durante l’anno per definire meglio i regolamenti per implementare l’Articolo 6.4. Il paragrafo 10 del testo richiede al SBSTA di portare avanti il lavoro per fornire delle raccomandazioni alle Parti entro la prossima COP su (I) le attività per evitare le emissioni e (II) sulla connessione e l’interoperabilità tra il registro del meccanismo 6.4, il registro internazionale e gli altri registri, in modo da chiarire l’interfacciarsi degli Articoli 6.2 e 6.4.

Nel paragrafo 20 si invitano le Parti a condividere sul portale prima della COP28 il loro parere sulle attività per la rimozione di CO2, includendo le informazioni per il monitoraggio e il conteggio delle rimozioni e il periodo di credito, evitando impatti ambientali e sociali negativi, e rispettando i diritti riportati nel Preambolo dell’Accordo di Parigi. Si chiede anche di definire i rischi associati alle diverse tecnologie di rimozione di CO2.

Un risultato molto interessante è riportato nei paragrafi 16 e 17 del testo in cui si specifica che il Supervisory Body è d’accordo a dedicare il 3% della tassa pagata per l’emissione di un credito A6.4ER al Fondo per l’Adattamento. Si riporta anche che in futuro il Supervisory Body potrà decidere di modificare questa percentuale sulla base della sua revisione dell’implementazione del meccanismo.

Articolo a cura di Francesca Casale, volontaria Italian Climate Network

Foto di copertina: crediti UNFCCC

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