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COP27, PICHETTO INCONTRA LE ASSOCIAZIONI E I GIOVANI: COM’È ANDATO IL MEETING

Nella mattinata di martedì 15 novembre a COP27 il nuovo Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha partecipato al consueto incontro tra Ministro e associazioni, promosso dalla delegazione italiana in occasione di ogni COP. Per Pichetto Fratin si trattava del primo confronto in questo contesto.

Italian Climate Network era presente all’incontro con Jacopo Bencini, capo delegazione a COP27, e le volontarie Francesca Casale e Aurora Audino, quest’ultima nella veste di delegata italiana alla Youth4Climate. Presenti anche diverse altre associazioni e reti, incluse WWF, Legambiente, Change for Planet, Stampa Giovanile, oltre a tutta la delegazione della Camera dei deputati e l’Inviato speciale per il clima del Governo, Alessandro Modiano.

Il Ministro ha aperto l’incontro sottolineando l’importanza della COP27 nello scenario geopolitico e storico più ampio.
Il grande tema”, ha detto, “è come trovare un equilibrio tra azioni e compensazioni nel contesto che vede da un lato i Paesi in via di sviluppo, dall’altro i Paesi ricchi”. Un chiaro riferimento, con il termine “compensazioni” da lui stesso definito semplificativo, al tema di Perdite e Danni che abbiamo ampiamente affrontato nei nostri Bollettini. Il Ministro ha poi raccontato di essere arrivato all’incontro dopo aver firmato, pochi minuti prima, un memorandum con otto Paesi caraibici, ulteriore tassello della strategia italiana di cooperazione internazionale sul tema del clima dopo la presentazione, ormai una settimana fa, del Fondo Italiano per il Clima da €4,2 miliardi in cinque anni.

Dopo un primo giro di interventi della società civile, il Ministro ha replicato sottolineando che qui ai negoziati l’impegno dell’Italia è quello di andare fino in fondo”, riferendosi alla necessità di un testo finale ambizioso. Sul tema di Perdite e Danni, dice il Ministro, da parte dell’Unione Europea è emersa “una proposta unitaria di mediazione tra i due modelli, riferendosi ai Paesi che puntano tutto su strumenti assicurativi come lo Scudo Globale presentato il giorno prima –  come gli Stati Uniti d’America e la Germania – e alle nazioni, come Cina, Pakistan, Stati insulari, che invece chiedono compensazioni a fondo perduto. Un’ulteriore conferma del cambio di posizione in corsa dell’Unione Europea anticipato da Italian Climate Network nei giorni scorsi, e di un complessivo spacchettamento del fronte filo-USA in merito alla questione.

cop27 pichetto
L’incontro del ministro Pichetto con giovani e associazioni a COP27. Foto di Italian Climate Network

Sollecitato da Francesca Casale in merito alla visione di medio e lungo periodo dietro al cambio del nome del Ministero da “Transizione Ecologica” a “Ambiente e Sicurezza Energetica”, il Ministro ha dichiarato che “questo cambio ha un significato: noi dobbiamo avere un obiettivo, non è una transizione – e a cosa puntiamo? A eliminare i fossili. Dobbiamo fissare la data di morte dei fossilianche del meno inquinante, il gas ed al massimo sviluppo delle rinnovabili” sulle quali, ha detto il Ministro, ci sono ancora troppi vincoli. Una sfida che il Ministro dichiara di sentire anche a livello personale e politico: “siamo qui a governare, non a gestire”. Osservatori presenti alla COP ci hanno però riportato che in altri incontri il Ministro avrebbe ipotizzato quella “data di morte” come non prossima e comunque nel contesto di una strategia diversificata. Che potrebbe comprendere, come emerge nel dibattito politico in Italia, investimenti di transizione in gas naturale e nucleare di nuova generazione – tecnologie delle quali però il Ministro non ha fatto menzione a Sharm el-Sheikh.

Aurora Audino ha chiesto al Ministro se vi sia la volontà di strutturare a livello ministeriale, quindi stabile, meccanismi di partecipazione come quello del tavolo con le associazioni alla COP, proposta già emersa e riportata all’Inviato Modiano durante l’incontro promosso da Save the Children a Roma lo scorso 27 ottobre (in quel caso a rappresentare ICN c’era Camilla Pollera). Su questo, il Ministro ha aperto “a quello che identificheremo come il migliore strumento” per riconvocare il tavolo.

Incalzato da un secondo giro di domande, in particolare sull’impegno italiano verso le decisioni finali della COP27, il Ministro Pichetto ha lasciato che a rispondere fosse personale della delegazione del Ministero, che ha sottolineato come lo stesso Ministro si fosse speso per un esito forte e ambizioso nell’ambito dell’incontro di coordinamento tra delegazioni europee la sera prima; esito forte, hanno sottolineato, su tutti i temi, mitigazione, adattamento ma anche perdite e danni e sull’importante tema della necessaria ristrutturazione delle architetture finanziare globali, non adatte alle sfide del nuovo millennio.

Il Ministro non ha invece risposto alla domanda di Jacopo Bencini, ribadita da WWF, Legambiente e Stampa Giovanile, in merito alla necessità – anche alla luce di dichiarazioni di altri Ministri del Governo contro il pacchetto europeo Fit For 55 – di aggiornare gli strumenti nazionali di pianificazione: primo su tutti il PNIEC, Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, risalente a prima della Legge Europea sul clima e quindi non allineato con i più ambiziosi obiettivi europei; ma anche il PNACC, Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, mai adottato formalmente e fermo al Ministero dal 2017.

Senza l’aggiornamento del primo strumento e l’adozione del secondo, hanno ribadito le associazioni, l’Italia non può di fatto dirsi impegnata e in linea con gli obiettivi europei come peraltro sottolineato dalla Premier Meloni in apertura della COP.

[DISCLAIMER: Quanto riportato rispecchia appunti presi dai partecipanti durante la riunione e non intende in nessun caso sostituirsi a comunicazioni ufficiali del Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica. Per informazioni e contatti: comunicazione@italiaclima.org]

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