19
Nov

GIRO DI BOA CON GIRO DI VITE: 4 GIORNI PER NON FALLIRE

  • La COP29 si propone di non fallire sulla mitigazione: il presidente impone un programma serrato per i giorni che restano.
  • Passano dai tavoli tecnici al piano politico le discussioni su tecnologie legate al clima, adattamento e capacity building.
  • Si lavora anche sugli altri temi del negoziato, che sono molti e importanti: tra questi NCQG, Loss and Damage, Articolo 6 ed equità di genere.

«Spero che abbiate passato una rilassante domenica». Non sono di rito, le parole con cui il presidente della COP29 di Baku, Mukhtar Babyaev ha aperto la plenaria di inizio settimana lunedì 18 novembre. Sono state il lampo, poi è arrivato il tuono. In sintesi: ora si lavora sul serio. E per assicurarsi che questo avvenga, ha dettato i tempi e distribuito compiti e responsabilità, chiamando le Parti alla «massima collaborazione, da oggi pomeriggio stesso, per trovare un equilibrio», perché «è necessario un approccio globale per arrivare a un risultato in linea con il mandato di questa COP».

All’insegna dell’efficienza, dell’integrità e della trasparenza, tutte le delegazioni sono state chiamate a concentrarsi su questioni prettamente politiche in modo inclusivo, e soprattutto a non perdere più tempo, massimizzando i progressi fatti. Perché entro venerdì 22 novembre «bisogna mettere a terra le promesse di Parigi». Perché «la COP29 non starà in silenzio sulla mitigazione». 

Al via le negoziazioni politiche 

Imposto il cambio di passo in modo non interpretabile né rimandabile, il presidente Babyaev è passato a elencare i temi che, durante la “domenica rilassante”, dai tavoli tecnici sono passati a quelli politici. 

Nell’agenda di COP29 compaiono i report riguardanti gli organi sussidiari, quello sulla consulenza scientifica e tecnologica e quello per l’attuazione, con un piano di lavoro concreto biennale (2025-2027) dedicato alla piattaforma per comunità locali e popoli indigeni. Balzano dal piano tecnico a quello politico anche il report del Comitato per l’adattamento e le questioni relative allo sviluppo e al trasferimento di tecnologie contenute nella relazione annuale congiunta del Comitato esecutivo per la tecnologia e del Climate Technology Centre & Network(CTCN). Si passa alla dimensione politica anche per quanto concerne capacity building e supporto ai Paesi meno sviluppati, e per tutte le questioni amministrative, finanziarie e istituzionali. 

Passando all’agenda CMA (quella delle Parti che hanno sottoscritto l’Accordo di Parigi) ma restando sul piano politico, è stata approvata l’organizzazione dei lavori anche per le sessioni degli organi sussidiari, in prima fila nell’elenco sia per quanto concerne la consulenza scientifica e tecnologica sia per l’attuazione. Approvato tra le altre cose il report 2023-2024 del Comitato per l’adattamento: anche questo tema passa il guado, assieme allo sviluppo e al trasferimento di tecnologie, guidati dal report annuale congiunto del Comitato esecutivo per la tecnologia e del Climate Technology Centre & Network

A fianco alle questioni di capacity building, nell’agenda CMA spuntano anche quelle relative all’Articolo 6 dell’Accordo di Parigi. Su questo, il lavoro verrà scandito dal programma nell’ambito del quadro per gli approcci non di mercato di cui all’Articolo 6, paragrafo 8 dell’Accordo di Parigi e alla Decisione 4/CMA.3. Lato amministrativo, finanziario e istituzionale, due i documenti guida: le conclusioni proposte dai Presidenti per il riesame del 2024 del Meccanismo internazionale di Varsavia per Loss and Damage associati agli impatti dei cambiamenti climatici e quelle dell’Organo sussidiario. 

Come per CMA, anche per CMP (la Conferenza delle Parti del Protocollo di Kyoto) sono state approvate l’organizzazione dei lavori, incluse quelle relative agli organi sussidiari, e le questioni amministrative, finanziarie e istituzionali con riferimento al piano di funzionamento del Clean Development Mechanism redatto dall’Organo sussidiario interessato. L’attenzione dei tavoli politici, nella seconda settimana di COP29, si dovrà focalizzare sui report degli organi sussidiari di consulenza scientifica e tecnologica e per l’attuazione. “Solo” due, ma ambiziosi.

Al lavoro anche sul resto 

Solo quattro giorni e tante sfide da affrontare, ma anche tante Parti, malgrado le defezioni. Il presidente Mukhtar Babyaev ha diviso quindi i compiti, per evitare uno schivare di responsabilità che il calendario e le sue stesse premesse non permettono. E allora ecco Egitto e Australia, primi nominati, che entro martedì sera dovranno far sì che il nuovo obiettivo finanziario globale (NCQG) sia nuovo davvero (qui il punto sulla bozza di testo su cui si sta lavorando), definendone struttura, quantità di soldi in gioco e contributori. Norvegia e Sud Africa, intanto, sono state chiamate alla non meno banale impresa di mettere a terra gli impegni della COP29 sulla mitigazione, per evitare un “Baku flop”, supportati da Brasile e Regno Unito.

Inutile tentare paragoni o una classifica dei compiti più impegnativi. Tutti quelli assegnati nella plenaria sono non facili da raggiungere ma fortemente necessari per guardare alla COP30 con sospiri di speranza e non di rassegnazione. Infatti a Francia e Costa Rica si affidano i progressi sull’adattamento, a Singapore e Nuova Zelanda quelli sull’Articolo 6. L’Arabia Saudita assieme alla Norvegia vince il punto 6.2 e l’Australia con il Bhutan il 6.4, con l’obiettivo di presentare un documento concreto entro martedì sera; il nuovo capitolo del “drama” Loss and Damage devono scriverlo a quattro mani USA e Cook Island. 

Cambio di passo, direzioni diverse

Oltre alle voci di corridoio, immancabili e inevitabili, a commentare il nuovo ritmo chiesto dal presidente della COP29 ci sono anche quelle ufficiali. Con cinque minuti a testa, molte persone hanno preso parola. Chi per apprezzare il pragmatismo altrui, chi per sottolineare le priorità proprie. Ne esce un mosaico vario e significativo, con discordanze audaci ma anche prospettive di sinergie inaspettate. Eccone alcuni spaccati, i più intensi, in pillole. 

  • UNFCCC: ha invitato le Parti a non perdere tempo rifiutandosi di compiere passi avanti (come abbiamo visto finora). E ha chiesto determinazione.
  • UE: ha chiesto conclusioni credibili e impegno sostanziale su Global Stocktake (GTS), transizione energetica («necessaria, possibile e che riguarda tutti»), ma anche su Articolo 6 ed equità di genere.
  • Svizzera: si è detta non intenzionata ad assistere a un insuccesso di Baku, chiedendo supporto e segnali di concreto impegno sugli obiettivi di adattamento.
  • Gruppo LMDC (parte dei Paesi in via di sviluppo): ha sottolineato che servono nuovi obiettivi finanziari chiari, essendo la COP29 la COP finanziaria !per definizione», e la volontà politica sui tavoli negoziali per rendere i risultati dell’impegno di ciascuna delle Parti misurabili. 
  • AOSIS (alleanza dei piccoli Stati insulari): ha manifestato con insistenza forte preoccupazione per le tempistiche sperando che la richiesta di aggiornamenti frequenti durante i lavori, fatta dal presidente della COP29 Babyaev, possa sbloccarne il ritmo. 
  • AMCEN (African Ministerial Conference on the Environment): ha ricordato i 6 milioni di persone costrette a migrare, internamente ed esternamente, a causa della crisi climatica, chiamando tutte le Parti a mettere i Paesi nelle reali condizioni di compiere progressi nelle strategie di adattamento.
  • AILAC (Paesi di America Latina e Caraibi): hanno chiesto di non “appoggiarsi” alle decisioni prese a Dubai al termine della COP28, ma compiere passi avanti sulla transizione energetica come anche su questioni di genere e sull’articolo 6, «rendendo il mercato credibile». 

Articolo a cura di Marta Abbà, delegata di Italian Climate Network alla COP29 di Baku

Immagine di copertina: foto di UN Climate Change – Kiara Worth

You are donating to : Italian Climate Network

How much would you like to donate?
€10 €20 €30
Would you like to make regular donations? I would like to make donation(s)
How many times would you like this to recur? (including this payment) *
Name *
Last Name *
Email *
Phone
Address
Additional Note
Loading...