18
Nov

Dalla COP22 alle imprese americane: si tenta lo scacco “politico” a Trump?

di Federico Brocchieri

Nella serata di ieri alla COP22 è stata approvata, come outcome delle sessioni negoziali ad “alto livello”, la Marrakech Action Proclamation”, un documento sintetico di carattere politico a nome dei Capi di Stato e di Governo e delle Delegazioni presenti volto a “segnare il passo verso una nuova era di implementazione ed azione sul clima e lo sviluppo sostenibile”.

Il testo riafferma l’urgenza di un’azione concreta sui cambiamenti climatici e l’importanza dell’Accordo di Parigi, del quale si afferma in maniera categorica la necessità di una completa implementazione. Inoltre, sottolinea come il “momentum” internazionale sorto quest’anno sulla scia di Parigi sia “irreversibile” e che sia guidato non solo dai governi, “ma anche dalla scienza, dalle imprese e da ogni tipo di azione globale ad ogni livello”.

Il messaggio, seppur indirettamente, sembra rivolgersi all’altra sponda dell’Atlantico, dove Donald Trump ed il suo Transition Team dovranno presto esprimere una posizione circa l’Accordo di Parigi. Sebbene gli USA non possano formalmente uscire dall’Accordo prima del 4 novembre 2020 (a meno che la prossima amministrazione americana non decida di rescindere direttamente dal trattato istitutivo della Convenzione UNFCCC, entro cui l’Accordo di Parigi si colloca), infatti, un messaggio politico negativo potrebbe avere comunque impatti rilevanti, non solo per l’ambizione americana ma anche per le possibili ripercussioni internazionali. L’intento della Proclamazione sembra essere dunque quello di isolare un’eventuale posizione negativa di Trump, facendo capire come il mondo sia pronto ad andare avanti anche senza gli USA.

Anche le imprese americane rispondono

Nel frattempo, nella giornata di ieri è giunto un comunicato da parte di una lunga lista di imprese ed investitori statunitensi diretto al Presidente-eletto Trump, al Presidente Obama ed ai membri del Congresso, in cui si riafferma “l’impegno profondo a rispondere al cambiamento climatico attraverso l’implementazione dello storico Accordo di Parigi”.

Le centinaia di firme, tra cui figurano anche Nike, IKEA, Starbucks, Virgin, Intel, Allianz, Ebay, Hilton, L’oreal, Levi Strauss e Gap, hanno inoltre aggiunto: “Vogliamo che l’economia americana sia efficiente dal punto di vista energetico ed alimentata da fonti low-carbon (…). Un fallimento in questo senso porrebbe la nostra economia a rischio, mentre azioni corrette oggi creeranno posti di lavoro accrescendo la competitività americana. Ci impegniamo a compiere la nostra parte (…)”.

Nel pomeriggio la chiusura dei lavori a Marrakech

È attesa per le ore 15 locali (salvo slittamenti) l’inizio della plenaria conclusiva della COP22, che dovrebbe adottare i vari documenti preparati dagli organi sussidiari e dai tavoli di lavoro in azione per l’implementazione dell’Accordo di Parigi ed altri strumenti correlati, tra cui il Meccanismo di Varsavia per i danni e le perdite associate al cambiamento climatico (Loss and Damage).

Italian Climate Network commenterà i documenti finali non appena disponibile: le attuali bozze non sembrano tuttavia particolarmente ricche di contenuti.

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