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08
Giu

ENERGIA, URGENTE ACCELERARE PER CENTRARE GLI OBIETTIVI CLIMATICI

  • Gli investimenti per azzerare le emissioni nette del settore energetico entro il 2050 sono in crescita, ma persistono significative disuguaglianze.
  • La sfida complessa, ma necessaria, è l’eliminazione graduale dei combustibili fossili con una transizione equa, strategie specifiche e la rimozione graduale delle sovvenzioni.
  • RES Foundation e YOUNGO Energy Working Group con #Time4Action lanciano la proposta di realizzare negoziati specifici sull’energia, sostenendo che possano essere la chiave per convincere i Paesi a impegnarsi di più.

A Bonn, durante i negoziati intermedi sul clima , giovedì si è svolto un evento co-organizzato dall’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) e dal segretariato della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), con la partecipazione dell’agenzia internazionale sull’energia rinnovabile (IRENA) e i rappresentati delle COP del 2023 (COP28 tenutasi negli Emirati Arabi Uniti), 2024 (COP29 che si terrà in Azerbaigian) e 2025 (COP30 che si terrà in Brasile). 

L’obiettivo principale è monitorare i progressi compiuti dalle parti verso i principali risultati energetici concordati alla COP28, durante il primo Bilancio Globale (Global Stocktake). 

Ma lo sguardo è rivolto anche al futuro, con un’analisi delle implicazioni di tali progressi per i governi impegnati a sviluppare il prossimo ciclo di Contributi Determinati a livello Nazionale (NDC) nell’ambito dell’Accordo di Parigi e le strategie di sviluppo a lungo termine a basse emissioni (LT-LEDS) che le sosterranno.

A Dubai, in occasione della COP28, quasi 200 Paesi hanno assunto significativi impegni in materia di energia, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra e limitare il riscaldamento globale a 1.5°C. Questi impegni, che costituiscono un elemento centrale del cosiddetto “Consenso degli Emirati Arabi Uniti” (UAE Consensus), Paragrafo 28 consultabile qui, includono l’ambizioso obiettivo di triplicare la capacità di energia rinnovabile e di raddoppiare i progressi in termini di efficienza energetica entro il 2030 rispetto ai livelli del 2022. A ciò si aggiungono la riduzione sostanziale delle emissioni di metano e l’accelerazione della transizione verso un futuro senza combustibili fossili.

L’evento di Bonn ha fornito gli aggiornamenti più recenti sugli indicatori e le metriche chiave identificati dall’IEA nel loro ultimo rapporto. Questi dati serviranno a monitorare i progressi verso i suddetti obiettivi e a supportare i responsabili politici e le parti interessate nella transizione verso  un’energia pulita, anche attraverso il processo degli NDC. Verrà, inoltre, lanciato un portale online per la tracciabilità dei risultati energetici, strumento strategico per la comunità internazionale. Purtroppo però, l’analisi degli NDCs presentati ha evidenziato che solo 14 governi hanno incluso obiettivi concreti per le rinnovabili entro il 2030 e sarebbero, comunque, insufficienti. Anche considerando altri piani nazionali (non-NDCs), si arriverebbe a 8000 GW di capacità rinnovabile entro il 2030, dovuti per lo più agli impegni della Cina, ma saremmo comunque ben 3000 GW in meno di quanto necessario per rimanere al di sotto degli 1.5°C gradi di riscaldamento globale, come sottolinea CAN International.

Foto: Anna Pelicci

Il panorama energetico globale si trova ad un bivio. 
L’IEA sottolinea l’urgenza di accelerare la transizione verso l’energia pulita. Il pacchetto energetico della COP28 sta generando cambiamenti significativi: l’obiettivo ambizioso è quello di raggiungere la neutralità delle emissioni nel settore energetico entro il 2050, traguardo che richiede un concreto impegno collettivo.

La realtà dei fatti evidenzia infatti la necessità di raddoppiare gli sforzi. Sebbene gli investimenti in energia pulita siano in rapida crescita, con un ammontare di 2.000 miliardi di dollari all’anno nel 2024, per raggiungere gli obiettivi prefissati è necessario che questa cifra raddoppi entro il 2030, arrivando a quattromila miliardi di dollari. La buona notizia è che il trend appare in linea con questa traiettoria.

Tuttavia, permangono delle disuguaglianze. L’85% degli investimenti in energie rinnovabili si concentra in Cina, Stati Uniti e Unione Europea, creando un divario significativo in termini di equità. Gli investimenti rimanenti si concentrano principalmente in Brasile e India. Per colmare questo divario e garantire una transizione energetica giusta e inclusiva, è necessario un impegno più forte da parte dei Paesi ricchi e un sostegno mirato a quelli più poveri, poiché Africa, Sud-Est asiatico, America Latina e Medio Oriente stanno continuando a investire più in combustibili fossili che in fonti rinnovabili.

L’eliminazione graduale dei combustibili fossili rappresenta una sfida complessa ma necessaria per raggiungere gli obiettivi climatici. La IEA sottolinea che questa transizione deve essere equa e tenere conto delle diverse realtà ed esigenze dei singoli Paesi. 

Non esiste una ricetta unica per l’eliminazione graduale; ogni combustibile richiede una strategia specifica. A livello globale le sovvenzioni ai combustibili fossili, che rappresentano una quota significativa della disuguaglianza energetica, sono sei volte maggiori di quelli destinati alle energie rinnovabili:tali sussidi devono essere eliminati gradualmente e sostituiti da politiche che promuovano l’energia pulita e proteggano le comunità più vulnerabili.

La sfida dell’implementazione

Tradurre gli impegni in azioni concrete è la sfida dell’implementazione,impegnarsi non è sufficiente. Il vero banco di prova per i governi è la capacità di tradurre gli impegni assunti attraverso gli NDCs in azioni concrete. In questo contesto il Brasile, Paese che ospiterà la COP30 del 2025, offre un esempio illuminante. Il Brasile vanta già una quota del 50% di energie rinnovabili nel settore energetico, che si traduce in un 80% nella generazione di elettricità (verificabili sul sito IEA). Questi dati sono indicativi della determinazione del Paese a raggiungere gli obiettivi fissati negli NDC e a costituire un modello per le altre nazioni. I rappresentanti brasiliani sottolineano il ruolo cruciale della finanza, analizzata attentamente nei BTR (Biennial Transparency Reports – Relazioni biennali di trasparenza, ne abbiamo parlato in questo articolo).

Gli Emirati Arabi Uniti, che si sono impegnati a raggiungere i 100GW di energia rinnovabile entro il 2030, in sala parlano dei propri obiettivi e piani nazionali come esempi di concretezza. Sottolineano, inoltre, l’importanza cruciale di affidarsi a dati accurati, senza i quali le politiche resterebbero astratte e  inattuabili. Ma IRENA, nel corso del side event, ribatte che la mancanza di dati completi non deve essere un ostacolo all’implementazione delle politiche. La sua esperienza degli ultimi anni dimostra infatti che il percorso può seguire una doppia direzione: da dati validi a politiche efficaci, ma anche da politiche incisive a una raccolta dati più solida.

L’IEA richiama l’attenzione sulla necessità di considerare anche l’ unclean cooking (letteralmente “cottura non pulita”, termine che fa riferimento all’utilizzo di combustibili e tecnologie inefficienti e insalubri per cucinare) come elemento chiave della transizione energetica, su cui ha da poco stilato un rapporto consultabile sul loro sito. Sebbene la sfida sia complessa, l’Agenzia sta lavorando a soluzioni concrete. È allarmante constatare che 2,3 miliardi di persone non hanno ancora accesso a metodi di cottura puliti, nonostante i 2,2 miliardi di dollari stanziati per affrontare questa problematica durante la COP27 a Sharm el-Sheikh da parte del fondo GEF (Global Environment Facility), la Banca Mondiale e l’Alleanza Globale per la Cottura Pulita

Qual è la posizione dei giovani sull’argomento?

Il grido d’allarme lanciato da RES Foundation e YOUNGO Energy Working Group con #Time4Action è chiaro: servono negoziati specifici sull’energia

La transizione energetica è fondamentale per raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni nette, e non può prescindere dall’impatto che le politiche hanno sulle persone. Chiudere una miniera di carbone, ad esempio, potrebbe significare lasciare senza lavoro i minatori. Per passare da “colletti blu” a “colletti verdi” serve formazione e riqualificazione professionale, come previsto dal 17esimo obiettivo di sviluppo sostenibile. Inoltre, il costo dell’energia rinnovabile per le comunità non può essere proibitivo. Il problema dell’energia non è solo climatico, ma tocca anche economia, salute, giustizia, povertà e accessibilità. I negoziati tematici potrebbero quindi essere la chiave per convincere i Paesi a impegnarsi di più. Non dimentichiamo inoltre che l’80% dei combustibili fossili viene bruciato per produrre energia: è proprio di questo che dobbiamo parlare. Dalle fonti di sostentamento delle persone dipende il futuro dell’energia e, quindi, del clima.

Articolo di Anna Pelicci, volontaria di Italian Climate Network

Immagine di copertina: UNFCCC

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