LA CAUSA DEL SECOLO – LA CRISI CLIMATICA È ANCHE CRISI SANITARIA
L’Organizzazione Mondiale della Sanità porta evidenze tecnico-scientifiche alla Corte Internazionale di Giustizia
Introduzione:
Il 29 marzo 2023 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione A/77/L.58 per la richiesta di un parere consultivo alla Corte Internazionale di Giustizia (International Justice Court, abbreviato ICJ) sugli obblighi e le responsabilità degli Stati in relazione ai cambiamenti climatici. Noi attiviste e attivisti di Italian Climate Network abbiamo deciso di dedicare una serie di articoli a questa causa climatica, che per rilevanza e implicazioni non esitiamo a definire la ‘causa del secolo’. Abbiamo iniziato a parlare della ‘causa del secolo’ in questo articolo introduttivo.
Vi invitiamo a seguire i successivi approfondimenti della serie: ‘La causa del secolo – aggiornamenti dalla Corte Internazionale di Giustizia’ e, se troverete interessante il lavoro svolto, a condividere i nostri contenuti.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità entra in gioco nella ‘causa del secolo’
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha espresso la propria posizione davanti all’ICJ. L’OMS ha dapprima depositato una propria osservazione scritta e ha poi presentato la propria dichiarazione orale il 13 dicembre 2024, durante la fase delle udienze pubbliche. Rappresentata dal direttore generale, dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, e dal consulente legale, Derek Walton, l’OMS ha illustrato lo strettissimo legame tra cambiamenti climatici e salute umana, sottolineando la necessità immediata di azioni di mitigazione e di adattamento per limitare i crescenti rischi e danni alla salute umana.
Per capire meglio: cos’è, davvero, la salute umana
Secondo il dottor Ghebreyesus i cambiamenti climatici sono una minaccia catastrofica per la salute globale. La ‘causa del secolo’ si presenta quindi come un’opportunità storica, l’unica in grado di chiarire gli obblighi per gli Stati rispetto alla riduzione delle emissioni e al compenso per i danni climatici al più alto livello giuridico internazionale.
Il consulente legale dell’OMS Walton ha esordito sottolineando il fatto che l’ambiente non è un’astrazione, ma rappresenta lo spazio di vita, la qualità di vita e la salute stessa degli esseri umani, incluse le generazioni dei nuovi nascituri. Questa affermazione ribadisce uno dei principi base della Planetary Health, secondo cui il benessere del Pianeta e di tutti gli esseri viventi, inclusi gli esseri umani, sono interdipendenti. Non ci può essere salute umana senza salute del Pianeta.
Per capire meglio: cos’è la planetary health
Perché la salute è prioritaria
La crisi climatica è anche una crisi sanitaria, ha dichiarato il direttore generale dell’OMS Ghebreyesus, sottolineando che la crisi sta già devastando la salute umana, la società, le economie e i sistemi sanitari in tutto il mondo. L’OMS ha raccolto dati ed evidenze scientifiche riguardo all’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute per più di 25 anni, evidenze che sono ormai innegabili e preoccupanti. Ghebreyesus ha illustrato alcuni punti salienti (tratti dal report approfondito dell’IPCC).
La trasmissione di malattie infettive come la malaria, la dengue e il colera sta aumentando significativamente a causa delle condizioni meteorologiche più estreme, che riducono l’accesso alle acque potabili e contribuiscono alla diffusione dei vettori di malattie infettive, come le zanzare.
Anche i disturbi cronici, come i tumori e le malattie cardiovascolari, sono associati ai cambiamenti climatici e all’inquinamento atmosferico. Secondo una stima dell’OMS sette milioni di decessi all’anno sono legati all’inquinamento atmosferico.
Gli eventi climatici estremi, sempre più frequenti e gravi, stanno causando morti e feriti, distruggendo al contempo le infrastrutture sanitarie e sovraccaricando i sistemi sanitari. Dobbiamo pensare, ad esempio, alle temperature record e spesso letali, agli incendi di grandi dimensioni che distruggono le abitazioni, agli uragani mortali che colpiscono Stati insulari e costieri e alle inondazioni che uccidono migliaia di persone e costringono milioni a migrare.
Si stima che 920 milioni di bambini soffrono già di scarso accesso a fonti idriche, il che comporta un maggior rischio di disidratazione e di trasmissione di malattie infettive da acque contaminate, come il colera. Questa situazione è destinata quasi certamente a peggiorare, a causa di ondate di siccità sempre più gravi e frequenti, di contaminazione delle riserve idriche e aumento della salinità delle acque nelle zone costiere. Inoltre, gli eventi meteorologici estremi compromettono l’agricoltura e altre fonti alimentari, aumentando l’insicurezza alimentare e la malnutrizione.
I cambiamenti climatici porteranno a un aumento di sfollamenti e migrazioni, che a loro volta avranno un impatto sulla salute globale, aumentando drasticamente i problemi di salute e le disparità. Tra i gruppi maggiormente soggetti alle migrazioni climatiche, ci sono, ad esempio, 154 milioni di persone che attualmente vivono a meno di un metro sopra il livello del mare. Si stima inoltre che oltre 130 milioni di persone raggiungeranno condizioni di povertà estrema entro il 2030, compromettendo la qualità della vita e portando a condizioni di salute più precarie.
Come agire per far fronte alla crisi climatico-sanitaria
Senza un’azione climatica immediata, ha ribadito Ghebreyesus, i sistemi sanitari, già sovraccarichi in tutto il mondo, potrebbero essere travolti dall’aumento delle malattie legate ai cambiamenti climatici, dalla distruzione delle infrastrutture sanitarie e dai crescenti oneri sociali.
L’OMS ha dichiarato che non stiamo ancora facendo abbastanza per affrontare la crisi climatica e quella sanitaria ad essa legata. Le misure di mitigazione non sono ancora sufficienti per evitare gli impatti più catastrofici legati ai cambiamenti climatici e, sebbene l’adattamento sia importante, non possiamo fare affidamento solo su di esso.
Nella sua dichiarazione, Ghebreyesus ha evidenziato anche che esistono strategie con un comprovato doppio beneficio, cioè sia il contrasto ai cambiamenti climatici sia il miglioramento della salute umana. Ha criticato i sussidi pubblici con cui si continua a finanziare l’estrazione e l’utilizzo di combustibili fossili, che costituiscono circa l’80% delle fonti di energia a livello globale. Si stima che questi sussidi siano maggiori di 600 miliardi di dollari l’anno. Già solo tramite l’impiego di prezzi adeguati per i combustibili fossili, cioè commisurati ai loro impatti di salute e ambientali, si potrebbero prevenire 1.2 milioni di morti da inquinamento atmosferico all’anno.
Esistono molte altre misure di mitigazione e adattamento che potrebbero portare enormi benefici per l’agricoltura, l’accesso a fonti idriche e, conseguentemente, la prevenzione di malnutrizione, malattie infettive e croniche.
Non solo, ha enfatizzato Ghebreyesus: il valore dei benefici di salute derivati dalle azioni di mitigazione è nettamente superiore rispetto ai costi. L’OMS ha stimato che ogni dollaro speso per azioni per il clima e la salute porterà ad un ritorno economico di quattro dollari. Una mancata risposta ai cambiamenti climatici è senza dubbio l’approccio più gravoso e meno lungimirante.
Il ruolo dei dati tecnico-scientifici nella ‘causa del secolo’
La scienza è fondamentale per comprendere sia i cambiamenti climatici sia il loro legame con la salute. Le argomentazioni dell’OMS sono infatti supportate da un ampio e crescente insieme di evidenze scientifiche riguardanti gli impatti sanitari e socio-economici dei cambiamenti climatici sulla salute, ma anche sulle possibili soluzioni per affrontare la crisi climatica nella sanità. Dato questo ruolo chiave della scienza nella comprensione e nell’analisi del problema, i dati tecnico-scientifici dovrebbero informare e orientare l’iter giuridico e decisionale dell’ICJ per la formulazione di un parere consultivo. Al riguardo si è espresso Walton, il consulente legale dell’OMS.
Anche in passato l’ICJ ha considerato evidenze tecnico-scientifiche nella formulazione dei propri giudizi, affidandosi alle valutazioni dell’OMS o di altre organizzazioni internazionali sulla base delle competenze specifiche richieste. La ‘causa del secolo’ è un’occasione in cui tale valutazione risulta di fondamentale importanza. Essendo l’OMS un’agenzia specializzata dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), la sua consulenza tecnico-scientifica aiuta inoltre a creare un fronte argomentativo allineato con l’ONU e a fornire una guida coerente, basata su considerazioni scientifiche di portata globale, per i suoi Paesi membri.
Per capire meglio: la scienza climatica come prova e soluzione
Un approccio globale ed equo alla crisi climatico-sanitaria
Affrontare la crisi climatico-sanitaria è una questione di equità, dice Ghebreyesus. Non tutte le popolazioni sono colpite in modo uniforme dagli impatti dei cambiamenti climatici. Pensiamo ad esempio ai piccoli Stati insulari in via di sviluppo (Small Island Developing States) e ad altre regioni costiere basse, che sono particolarmente a rischio. Questi Stati rappresentano l’1% della popolazione e dell’economia globale ed emettono meno dell’1% delle emissioni di gas serra, eppure sono colpiti in modo sproporzionato e grave. Per questo è fondamentale agire globalmente e in modo equo, tenendo conto delle disparità socio-economiche e geografiche tra Paesi e regioni.
L’OMS è nata con il principio fondante che l’unico modo per contrastare le minacce sanitarie sia una risposta condivisa. Le soluzioni agli impatti dei cambiamenti climatici sulla salute dovrebbero essere una responsabilità congiunta di tutti gli Stati. È fondamentale dedicare maggiori attenzioni e investimenti ai Paesi del Sud Globale, che hanno maggiore bisogno di assistenza. Tuttavia, è anche doveroso riconoscere che tutti i Paesi, indipendentemente dal proprio stato socioeconomico, beneficiano dell’attuazione di misure di adattamento e mitigazione.
L’appello a un approccio responsabile ed equo va a scontrarsi con i limiti e le barriere di accesso ai sistemi sanitari anche in molti Paesi del Nord Globale, in cui assistiamo a una forte centralizzazione e privatizzazione della sanità che la rende inaccessibile ai gruppi più vulnerabili e bisognosi di cure in relazione ai cambiamenti climatici.
Pensiamo ad esempio ad aree geografiche remote che non sono servite da servizi sanitari, come regioni insulari o rurali-montane anche in Italia, oppure a situazioni in cui i costi della sanità vanno aldilà delle possibilità economiche dei nuclei familiari, come accade in Paesi con sistemi sanitari fortemente privatizzati come gli Stati Uniti.
La salute al centro nella ‘causa del secolo’
Non possiamo più temporeggiare, conclude Ghebreyesus. Dobbiamo affrontare la crisi climatico-sanitaria adesso, in modo tempestivo e netto, proteggendo le persone e il Pianeta.
Per questo, l’OMS ha richiesto all’ICJ di porre la salute al centro del proprio iter giudiziario e decisionale, lasciandosi guidare dalle innegabili evidenze tecnico-scientifiche in materia. Tra le molte carte in tavola, il parere consultivo dell’ICJ dovrà tenere conto del diritto fondamentale di ogni essere umano di ottenere il più alto standard di salute possibile.
Articolo a cura di Lucia Giannini, coordinatrice della sezione Clima e Salute, con il contributo critico del Team di ICN che sta approfondendo il tema nella serie La Causa del Secolo.
Per capire meglio:
Cos’è davvero la salute umana?
Secondo l’OMS la salute è “uno stato di completo benessere fisico, mentale, e sociale – e non la mera assenza di malattia”. La salute è un concetto definito in positivo, secondo cui l’obiettivo da raggiungere è il completo benessere, costituito da elementi fondamentali del nostro essere, quali il corpo, la psiche e la sfera sociale.La crisi climatica colpisce e danneggia tutti e tre gli aspetti fondamentali del nostro essere, diminuendo il benessere fisico delle persone (con più rischi e malattie), impedendo la nostra stabilità psicosociale e rendendo le nostre società meno eque e più vulnerabili.
Cos’è la planetary health?
La Planetary Health è lo studio transdisciplinare del legame tra cambiamenti climatici, salute umana e dell’intero Pianeta, includendo tutti gli altri esseri viventi. È orientata alla ricerca di soluzioni concrete per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute. È inoltre un movimento socialmente impegnato, che vuole informare e sostenere l’azione climatica e le scelte politiche a favore del Pianeta. La Planetary Health aspira pertanto al più elevato livello di salute, benessere ed equità raggiungibile in tutto il Pianeta, partendo dal presupposto che non ci può essere salute umana senza benessere del Pianeta. Il Pianeta definisce infatti i limiti entro cui l’umanità può svilupparsi e prosperare.
La scienza climatica come prova giuridica e soluzione
La relazione tra scienza e diritto non è nuova. Nei tribunali non è insolito il richiamo a dati tecnico-scientifici a supporto di argomentazioni giuridiche. Tuttavia, questa alleanza è ancora più evidente nelle cause climatiche. In questi contesti, la scienza climatica (climate science) sta svolgendo un ruolo chiave: non solo fornisce la prova della fondatezza della causa dimostrando il nesso tra danno e violazione del diritto, ma orienta i giudici nell’indicare la soluzione al problema.La partecipazione dell’OMS alla ‘causa del secolo’ si pone in un solco già avviato e mutuato presso altre corti. Ad esempio, nella causa ‘Anziane per il Clima vs. Svizzera’, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) ha attinto a piene mani dai report dell’IPCC per orientare la sua decisione finale. Per affermare la responsabilità della Svizzera, la Corte ha menzionato le approfondite analisi dell’IPCC sulla relazione tra cambiamento climatico, negligenza dello Stato e danni alla salute umana e planetaria. Inoltre, li ha utilizzati anche per indicare quali misure e azioni sono richieste alla Svizzera per avere una condotta in linea con i diritti umani. I report dell’IPCC sono considerati la ‘best available science’ sul clima, le cui evidenze hanno il ruolo di guidare i progressi degli Stati nel raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi. In pratica ci dicono già cosa è richiesto per una efficace e adeguata azione di mitigazione e di adattamento. Molti altri interventi presso la Corte Inter-Americana menzionano il ruolo della scienza climatica come consacrato dalla CEDU. In questo contesto, possiamo dunque aspettarci che la scienza climatica non solo fornisca le basi tecniche per la causa, ma che ne influenzi anche profondamente l’esito, la legittimità e l’efficacia, informando e rafforzando i giudizi della magistratura nella lotta ai cambiamenti climatici.
Immagine di copertina: foto WHO, Emilie Eretzian