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Giu

ADATTAMENTO: LA BOZZA DI UN INDICE PER L’OBIETTIVO GLOBALE ARRIVERÀ A COP28

Ai negoziati intermedi di Bonn si sono concluse, giovedì 15 giugno, le negoziazioni relative al programma di lavoro Glasgow-Sharm el-Sheikh, stabilito durante la COP26 per studiare un obiettivo globale sull’adattamento, il Global Goal on Adaptation (GGA).

Durante la COP26 di Glasgow, nel 2021, era stato infatti avviato un programma di lavoro biennale (chiamato proprio Glasgow–Sharm el-Sheikh), chiamato a stabilire metodologie, indicatori, metriche e fonti dati per valutare i progressi di adattamento a livello globale. Un lavoro non banale, considerato il carattere prettamente locale delle attività di adattamento stesse. Durante la COP27 di Sharm el-Sheikh nel 2022 si è poi concordato di rendere operativo il GGA – il Global Goal on Adaptation – per la prossima COP28 di Dubai (per maggiori dettagli sui lavori tecnici rimandiamo all’articolo “Adattamento climatico, l’obiettivo globale verso la COP28 di Dubai”).

Nella giornata di giovedì, a Bonn, si è giunti ad un accordo riguardo la decisione finale in uscita dai negoziati intermedi rispetto a questo tema, che contiene a sua volta una bozza di struttura per la decisione finale sul GGA di COP28.

Tale struttura appare come segue:

“A. Preambolo

B. Riconoscimento dei progressi e delle conclusioni nell’ambito del programma di lavoro Glasgow – Sharm el-Sheikh sull’obiettivo globale sull’adattamento

C. Definizione del quadro di riferimento per l’obiettivo globale sull’adattamento

D. Elementi del quadro di riferimento per l’obiettivo globale sull’adattamento

D1: Scopo

D2: Dimensioni

D3: Temi

D4: Considerazioni generali e trasversali

D5: Opzione 1: Condizioni abilitanti

       Opzione 2: Mezzi di attuazione

D6: Rendicontazione

E. Opzione 1: Obiettivi generali e obiettivi, indicatori e parametri specifici

Opzione 2: Priorità di adattamento condivise nell’ambito del quadro per l’obiettivo globale       sull’adattamento

F. Collegamento con l’inventario globale [Global Stocktake]

G. Cooperazione internazionale e ruolo degli stakeholder interessati

H. Opzione 1: Lavoro di follow-up

     Opzione 2: Nessuna sezione sul lavoro di follow-up

I. Opzione 1: Finanze e disposizioni di bilancio 

   Opzione 2: Nessuna sezione sulle finanze e le disposizioni di bilancio”

Insieme alla decisione finale sul tema, a Bonn è stato pubblicato un insieme di indicazioni da considerare nello sviluppo del framework del GGA, anche durante i prossimi workshop dedicati al tema che precederanno la COP28. Questo secondo testo contiene opzioni di contenuto per le sezioni indicate sopra, relative nello specifico  ai target di adattamento, la cui importanza è stata rivendicata dal Global South durante le negoziazioni. Ad esempio, all’interno della sezione E: “Opzione 1: un obiettivo politico di alto livello per ogni dimensione del ciclo della politica di adattamento. […] Opzione 4: una lista ristretta di obiettivi basati sulle dimensioni, compresi gli obiettivi d’azione e finanziari e gli indicatori per ciascuna dimensione. […] Opzione 11: Nessun elenco di obiettivi e indicatori.” 

Si tratta di una “nota informale” “preparata dai co-facilitatori delle negoziazioni per catturare informalmente i punti di vista espressi dalle Parti” [i Paesi] sul tema fino ad oggi, che “non impedisce in nessun modo alle Parti di esprimere altri punti di vista in futuro”. 

Le discussioni di questa sessione negoziale si sono concentrate proprio su quest’ultimo testo che il Global South, a differenza degli Stati Uniti e altri paesi quali Australia e Norvegia, voleva restasse all’interno del documento decisionale nella forma di un allegato (“Annex”). Nel contesto delle tensioni che hanno dominato i negoziati intermedi di quest’anno, infatti, a parte dei paesi ricchi non poteva che essere sgradita la menzione, all’interno del testo decisionale, di indicazioni di target specifici relativi alla finanza climatica.

Il compromesso finale è stato raggiunto con difficoltà, nell’ultima giornata disponibile, a seguito di appelli che hanno coinvolto persino il presidente dell’SBI: “Una decisione procedurale [senza struttura o contenuti, come voluto per esempio da Australia e Stati Uniti, ndr] non è sufficiente: dobbiamo ottenere qualcosa di sostanziale, non inviare il segnale di aver lavorato per due settimane senza produrre nulla”. Si è dunque mantenuta nel documento la struttura indicata sopra, relegando invece alla “informal note” le specifiche riguardo ai temi ivi contenuti: una vittoria almeno parziale per il Global North, uscito invece sconfitto sui temi inclusi in agenda e sul Global Stocktake.

Articolo a cura di Elisa Terenghi, Volontaria Italian Climate Network

Foto di copertina di Elisa Terenghi

Nota:  Subsidiary Body for Implementation, uno dei due organi sussidiari della Conferenza delle Parti, il quale la assiste nella valutazione dell’effettiva attuazione della UNFCCC

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