06
Giu

AGRICOLTURA E SICUREZZA ALIMENTARE: OBIETTIVO CONCRETEZZA ENTRO IL 2025

  • La COP27 ha visto un impegno rinnovato verso il tema dell’agricoltura, che si è tradotto nella decisione 3/CP.27
  • L’obiettivo è quello di tradurre questo testo negoziale in azioni concrete, obiettivo da raggiungere entro la fine del 2025

La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP27) a Sharm el-Sheikh ha visto un impegno rinnovato per affrontare la crisi climatica rispetto all’impatto sui sistemi agricoli e sulla sicurezza alimentare globali. I leader mondiali, i rappresentanti delle aziende agricole e le organizzazioni della società civile si sono riuniti per discutere soluzioni concrete e per rafforzare la collaborazione internazionale in questo settore cruciale.

Il cambiamento climatico rappresenta una minaccia significativa per l’agricoltura e la sicurezza alimentare a livello globale. Aumento delle temperature, siccità prolungate, inondazioni e altri eventi meteorologici estremi stanno già mettendo a dura prova la produzione di cibo e i mezzi di sussistenza degli agricoltori, con conseguenze particolarmente gravi per le regioni più povere e vulnerabili del mondo. 

Un importante risultato della COP27 è stato l’adozione degli Accordi di Sharm el-Sheikh sull’agricoltura e la sicurezza alimentare (attraverso la decisione 3/CP.27). Questi accordi rappresentano un impegno da parte dei governi, delle aziende e delle organizzazioni a lavorare insieme per aumentare la resilienza dei sistemi agricoli ai cambiamenti climatici e per garantire la sicurezza alimentare per tutti. Gli accordi includono una serie di azioni, tra cui:

  • mobilitare investimenti in agricoltura sostenibile e resiliente al clima;
  • sviluppare nuovi programmi di formazione e assistenza tecnica per gli agricoltori;
  • rafforzare i sistemi di informazione e allerta precoce sui rischi climatici;
  • promuovere il commercio internazionale di prodotti agricoli sostenibili.

Se gli Accordi di Sharm el-Sheikh rappresentano un passo avanti importante per la sicurezza alimentare globale, tuttavia è fondamentale che questi impegni si traducano in azioni concrete e investimenti reali. La collaborazione a tutti i livelli – dai governi alle aziende agricole alle comunità locali – sarà fondamentale per costruire un futuro più resiliente e sicuro dal punto di vista alimentare per tutti.

Per questo motivo ai negoziati intermedi di quest’anno si parla del lavoro congiunto quadriennale di Sharm el-Sheikh. 

Al fine di implementarlo sono state proposte diverse strade, tra cui l’elaborazione di un Action Plan, incanalare i finanziamenti climatici esistenti a sostegno dei piccoli produttori e fornire raccomandazioni per le politiche nazionali, compresi i Contributi Determinati a livello Nazionale (NDCs), i Piani Nazionali di Adattamento (NAPs) e le politiche alimentari, tutti temi ripresi l’anno successivo a Dubai –  ve ne parlavamo in questo articolo.

Un passo significativo verso la definizione di un piano d’azione concreto è stato compiuto a Bonn durante la serata tra martedì e mercoledì, quando l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno distribuito tra le nazioni due bozze di Action Plan. A queste si è aggiunta mercoledì la proposta del G77, rappresentando una posizione comune tra tutti gli stati del gruppo, che integra i contenuti dei paragrafi 14 e 15b di 3/CP.27.

Gli Action Plan elaborati affrontano anche l’organizzazione di workshop da tenersi durante i prossimi due SB (Subsidiary Bodies). L’Action Plan degli Stati Uniti si distingue per la sua concisione, mentre quello dell’UE si presenta più approfondito, analizzando tutti i punti chiave di 3/CP.27. L’obiettivo comune è di procedere con rapidità e approvare un testo entro la fine dei negoziati intermedi.

Alcuni dibattiti sono sorti tra il G77 e gli Stati Uniti in merito ai workshop da organizzare durante i prossimi negoziati. Per risolvere la situazione, si è ipotizzato di avviare i workshop a partire da COP29. Inoltre, è stato sollecitato il segretariato per la creazione del portale online dedicato alla condivisione di azioni e idee da parte degli Stati, deciso nel 3/CP.27.

L’obiettivo ultimo dell’incontro di mercoledì è di conferire al segretariato il mandato di redigere un testo unico, che integri i tre presentati, con la massima celerità. Il testo unico dovrebbe essere approvato entro la fine della prossima settimana.

Un ostacolo imprevisto è sorto dal fatto che il G77 non ha presentato la sua proposta la sera prima, come gli altri, ma l’ha resa disponibile solo all’ultimo minuto, durante la sessione. Ciò ha impedito alle parti di dedicare il tempo necessario alla sua lettura. Per questo motivo, a 15 minuti dalla fine della sessione, l’Unione Europea ha richiesto cinque minuti supplementari per prendere visione del documento. Come ammesso successivamente, la richiesta era motivata dalla presenza di una parola tra parentesi nel testo: “meccanismo”, termine che aveva suscitato perplessità tra molti Paesi già durante la COP28 a Sharm el-Sheikh.

Nonostante le difficoltà temporanee, l’auspicio di molti è che il Segretariato presenti entro venerdì un testo semplice, in grado di trovare il consenso di tutte le parti. 

Articolo di Anna Pelicci, Volontaria Italian Climate Network

Immagine di copertina: https://www.flickr.com/photos/unfccc/

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