07
Dic

Climakers, da agricoltore ad agricoltore: una collaborazione per il futuro

di Anna Laura Rassu

Il settore agricolo non poteva mancare tra gli attori non governativi presenti alla COP di quest’anno. In passato il tema dell’agricoltura è stato poco presente ai negoziati, tanto da non essere nemmeno tenuto in conto durante i negoziati di Kyoto del ‘97 eppure strettamente connessa alla crisi climatica globale. Connessa in primis per le emissioni di gas serra prodotti dall’industria agricola (5,3 miliardi di tonnellate nel 2011 secondo la FAO), ma anche perché rappresenta  probabilmente il settore più colpito dal cambiamento climatico.

L’aumento delle temperature, il fenomeno della desertificazione, la costante crescita demografica e la conseguente sempre maggiore richiesta alimentare impattano molto sul settore, e la conseguenza è che ad aumentare è anche la fame, soprattutto nelle regioni più povere del mondo come l’Africa subsahariana.

Ed ecco che il tema, (strettamente connesso con il secondo dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite) ha trovato spazio nei negoziati, tanto che la WFO (Word Farmers Organization) oggi rappresentata dal suo presidente Theo De Jager, ha annunciato la creazione di “The Climakers: Farmers Driven Climate Change Agenda”: un programma specifico in costante contatto con le Nazioni Unite che raccoglie saperi e conoscenze di un gran numero di agricoltori di tutto il mondo. L’iniziativa per ora riunisce soggetti sparsi tra una trentina di paesi (ma è stato ribadito l’invito a chiunque altro voglia partecipare), 4 grandi organizzazioni (WFO, AACARI per i Caraibi, SACAU per l’Africa del Sud e CEJA per l’Europa) tre grandi compagnie e tre tra università e centri di ricerca.

Lo scopo dell’iniziativa sarà di creare una rete di conoscenze tecniche e scientifiche. Innanzitutto tra agricoltore e agricoltore, poichè spesso non è semplice per un contadino cambiare approccio senza aver sentito l’esperienza dei colleghi; e dagli agricoltori ai partecipanti ai negoziati mantenendo  un approccio bottom-up.

Creare discussioni, quindi idee, quindi piani; favorire lo scambio di conoscenze, tra agricoltori e contadini di tutto il mondo “dal più povero al più ricco, dal più vecchio al più giovane” adattando diverse tecniche per diversi territori.

Condividendo buone pratiche per l’adattamento e la mitigazione, messe a punto dall’esperienza ma fortemente basate sulla scienza.

“Dobbiamo uccidere il drago della povertà e della fame”,   ha ribadito più volte De Jager dando la parola anche ai rappresentanti delle organizzazioni locali.

Partecipe dell’agenda è anche IFA, International Fertilizer Association, che in Canada ha avviato un programma per limitare le emissioni da fertilizzanti. Il gas serra più pericoloso causato dalla fertilizzazione minerale è il protossido di azoto N2O che ha un potere climalterante 265 più grande di quello dell’anidride carbonica.

La strategia (che ha suscitato non poche perplessità da parte di chi vorrebbe un utilizzo maggiore di fertilizzanti naturali) è quella di implementare 4 pratiche (usare la giusta risorsa, al momento giusto, nella giusta quantità e sul giusto suolo) che permetterebbero alle piante di massimizzare l’assorbimento dell’azoto disperdendone meno in atmosfera. Questo dovrebbe portare ad una riduzione della dispersione del  50%, ottenendo contemporaneamente due risultati: l’abbattimento delle emissioni e l’aumento del potere nutritivo dei raccolti, cosa che si renderà necessaria nella prospettiva di una popolazione mondiale che al 2050 ammonterà a più di nove miliardi di persone.

Oggigiorno il mercato è diviso in due grandi categorie, sostiene De Jager: coloro che non sanno se riusciranno ad assicurarsi un pasto per la sera e coloro che pongono attenzione a tutta la filiera alimentare fino ad interessarsi anche al benessere animale. Vorremmo diminuire la prima categoria per far aumentare la seconda.

Anche in questo ambito quindi il paradigma di questa COP rimane quello di associare imprescindibilmente l’aumento della sostenibilità con la crescita economica.

You are donating to : Italian Climate Network

How much would you like to donate?
€10 €20 €30
Would you like to make regular donations? I would like to make donation(s)
How many times would you like this to recur? (including this payment) *
Name *
Last Name *
Email *
Phone
Address
Additional Note
Loading...