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11
Nov

COP26: A POCHE ORE DALLA (PRESUNTA) CHIUSURA, I PUNTI ANCORA APERTI

A ricordarci ancora una volta l’importanza di questa COP26, la Presidenza si sta spendendo molto per accelerare i progressi dei negoziati – ancora in stallo su molti punti a un solo giorno dalla fine (salvo aggiornamenti peraltro non da escludere). Il Presidente Alok Sharma ha infatti convocato una Stocktaking Plenary per due giorni di fila, mercoledì 10 e giovedì 11 novembre. 

Nonostante la difficoltà nel raggiungere un consenso su tante questioni cruciali, il Presidente ha ribadito l’intenzione di chiudere la conferenza venerdì (ha aggiunto, scherzando, “questo venerdì”), probabilmente per mettere pressione ai negoziatori affinché raggiungano un compromesso. Le bozze di testo uscite tra la notte del 10 e quella del 11 novembre mostrano qualche passo avanti, ma manca ancora una decisione unanime sulle questioni contenziose ben note:

  • Articolo 6. Restano in sospeso le decisioni sui finanziamenti per l’adattamento e sul trasferimento delle unità di emissioni pre-2020.
  • Tempistiche comuni per gli NDC (Nationally Determined Contributions). Sembra che  su questo tema sia stato fatto qualche progresso, con le 9 opzioni sul tavolo ridotte a 2. 
  • Trasparenza. Per quanto riguarda l’Enhanced Transparency Framework (ETF) non sembra esserci ancora alcun consenso, se non sull’importanza di finalizzare lo stesso. Il problema sarà dunque stabilire quali caratteristiche l’ETF dovrà avere.
  • Adattamento. Le Parti sono concordi sull’avviare un programma biennale sul Global Goal on Adaptation, con i contributi delle esperienze delle popolazioni indigene e delle popolazioni locali e con un’attenzione ai diritti umani e alla parità di genere. Tuttavia, a causa della lentezza dei negoziati i delegati non sono ancora riusciti a revisionare tutto il testo.
  • Danni e perdite (loss and damage). Gli sforzi si concentrano su tre punti: l’inclusione del loss and damage nell’Enhanced Transparency Framework, con una categoria a sé nelle tabelle di reportistica; l’inclusione del loss and damage nel nuovo target post-2050; l’approvazione un meccanismo che garantisca un’azione proporzionata all’entità del problema.
  • Mitigazione per mantenere in vita lo scenario +1,5°C. Questo è probabilmente il punto su cui sono stati compiuti i progressi maggiori.
    Per la prima volta, le Parti sembrano concordare sulla necessità di farsi guidare dagli ultimi rapporti scientifici, e riconoscono che gli impatti del cambiamento climatico saranno ben diversi in uno scenario +1,5°C rispetto a uno +2°C.
    D’importanza ancora più storica, in questo senso, il riferimento all’abbandono dei combustibili fossili apparso nell’ultima bozza di decisione della COP26, il testo che include le conclusioni globali della conferenza). Un evento eccezionale se si pensa che il termine fossil fuels non era mai stato incluso prima d’ora.
  • Finanza: Il grande assente della bozza di decisione è proprio il tema della finanza climatica. Ancora non sembra esserci alcun consenso sulle questioni, già note, della finanza a lungo termine e del nuovo target post-2025. Lo stesso Sharma, il presidente designato della COP26, ha esortato le Parti a negoziare in uno spirito di compromesso, allarmato dagli scarsi progressi compiuti a così poco tempo dalla chiusura della conferenza. Anche CAN International (di cui ICN fa parte) ha espresso frustrazione per questa assenza. Simili dichiarazioni sono state rilasciate in plenaria dal Gruppo G77 e Cina, e dalla Women and Gender Constituency.

Data l’urgenza di concludere i lavori, il Presidente della COP ha programmato delle riunioni con i ministri tra il pomeriggio e la sera di giovedì per avere un loro resoconto sugli ultimi progressi.’obiettivo è quello di provare a raggiungere un consenso sulla finanza domani, venerdì 12, e pubblicare stanotte delle nuove bozze di testo sulla conclusione della COP26, sull’Articolo 6, sulla Trasparenza e sulla Mitigazione.
Sharma ha ricordato che “gli occhi di tutto il mondo sono puntati su Glasgow” e che “le decisioni che prenderemo qui decideranno il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti”, e ha nuovamente esortato tutti a “rimboccarci le maniche e metterci al lavoro”.

di Teresa Giuffrè, Volontaria Italian Climate Network per COP26

Questo articolo del Bollettino COP di ICN fa parte del progetto EC DEAR SPARK. ICN monitora i negoziati e riporta quanto accade in italiano e in inglese, sul nostro sito e sui canali social, come parte di un consorzio paneuropeo di oltre 20 organizzazioni no-profit impegnate nel promuovere la coscienza climatica con particolare attenzione al ruolo dei giovani e ai temi della cooperazione internazionale e delle politiche di genere.

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