A COP27 TROVA SPAZIO LA BIODIVERSITÀ
Mercoledì 16 Novembre a COP27 è stata la prima giornata dedicata alla biodiversità in una Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, e per tutto il giorno si sono svolti degli incontri di alto livello sul tema dell’interconnessione tra crisi climatica e biodiversità.
Il fatto che la Presidenza Egiziana abbia deciso di dare spazio alla biodiversità durante COP27 dedicandole una delle giornate tematiche è un primo passo importante, anche se la sala degli incontri purtroppo era mezza vuota. Ricordiamo che a COP26 l’anno scorso non c’era una giornata dedicata al tema e la biodiversità è stata la grande assente.
Senza dubbio una delle ragioni della maggiore visibilità data quest’anno al tema è l’imminente COP15, la Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità, che inizierà tra meno di tre settimane, il 7 dicembre, nella città canadese di Montreal (ma sotto la Presidenza Cinese: avevamo spiegato qui il motivo).
Con la scadenza del Piano Strategico per la Biodiversità 2011-2020 e dei relativi 20 Obiettivi di Aichi si è creato un vuoto normativo nella tutela globale della biodiversità.
Le negoziazioni a COP15 hanno l’obiettivo di colmare questo vuoto, con l’Accordo Globale per la Biodiversità post 2020, che dovrebbe diventare l’accordo internazionale di riferimento per fermare e invertire la perdita di biodiversità globale, da molti considerato “l’Accordo di Parigi per la biodiversità”. Per questo motivo i leader dell’Accordo di Parigi hanno pubblicato un appello congiunto affinché venga intensificata l’ambizione e perché venga chiuso un accordo trasformativo a tutela della biodiversità a COP15, come spieghiamo qui.
Un altro motivo della rilevanza data alla biodiversità a COP27 è che la scorsa COP14 sulla biodiversità si è svolta proprio qui a Sharm el-Sheikh, nel 2018 (le COP sulla biodiversità si svolgono solo ogni due anni a differenza di quelle sul clima, che sono annuali).
Inoltre è innegabile la rilevanza economica della biodiversità per un paese come l’Egitto, dove la principale fonte di turismo è data dalla presenza di una barriera corallina e di ecosistemi marini in salute.
Infatti ieri mattina, la Ministra dell’Ambiente Egiziano, Yasmine Fouad, ha ricordato come il 99% delle barriere coralline scompariranno se le temperature globali raggiungeranno i +2° rispetto all’era preindustriale, e che dobbiamo affrontare la crisi della biodiversità con la stessa attenzione riservata al clima.
Simon Stiell, Segretario Esecutivo della Convenzione Quadro della Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, ha affermato che la crisi climatica sta portando gli ecosistemi naturali al loro limite: tutti lo sappiamo ma ora la vera domanda è come agire. E per lui l’azione passa da alcuni punti chiave:
- Ridurre le emissioni – per proteggere la biodiversità dobbiamo contrastare il cambiamento climatico e quindi ridurre le emissioni,senza esitazione;
- Piani di adattamento – non è sufficiente menzionare piani di adattamento nazionali, dobbiamo implementarli e dobbiamo farlo in fretta;
- Dobbiamo interrompere la nostra dipendenza dai combustibili fossili e fermare subito contributi economici e investimenti che li sostengono.
- Dobbiamo valorizzare di più le connessioni tra le tre convenzioni Onu sull’ambiente: cambiamenti climatici (UNFCCC), biodiversità (CBD) e desertificazione (UNCCD). Dobbiamo parlare la stessa lingua e allineare gli strumenti di policy tra queste convenzioni;
- Tutti i paesi devono approvare un accordo globale per la biodiversità a COP15 che sia ambizioso e trasformativo, adottandolo al più presto una volta conclusa la conferenza
Quest’ultimo punto è stato ribadito anche dalla Segretaria Esecutiva della Convenzione Onu sulla Biodiversità, Elizabeth Mrema, che ha ricordato come ogni cosa sia collegata e che risolvere la crisi climatica avrà un impatto positivo sulla biodiversità: è per questo, ha detto, che dobbiamo raggiungere un accordo ambizioso e trasformativo a COP15.
Infine John Kerry, inviato speciale per il clima degli Stati Uniti d’America, ha ricordato l’impegno USA per la protezione di natura e foreste, assunto l’anno scorso a Glasgow e ribadito in Egitto con l’ingresso nella Partnership dei Leader su Foreste e Clima (di cui abbiamo parlato qui). Va però notato che a Glasgow oltre 140 paesi hanno annunciato il loro impegno per ridurre e invertire la perdita di foreste entro il 2030, mentre a COP27 – dove si parla di implementazione di questi impegni – i paesi che hanno aderito alla Partnership sono solo 27. E questo non è un segnale forte per l’ambizione globale in materia di natura e biodiversità.
In conclusione, l’istituzione della prima giornata tematica dedicata alla biodiversità è decisamente un buon segnale di presa di coscienza dell’importanza di affrontare la crisi climatica e della biodiversità con la stessa attenzione, e di affrontarle insieme. Aspettiamo di vedere se queste parole si trasformeranno in un accordo globale per la tutela della biodiversità a COP15 veramente ambizioso e trasformativo.
Articolo a cura di Margherita Barbieri, volontaria di Italian Climate Network
Immagine di copertina: la Barriera corallina a Sharm el-El Sheikh. Credits: Oceanographic Magazine