COSA PENSANO I GIOVANI EUROPEI SUL TEMA DELLA GIUSTIZIA CLIMATICA
Sono stati presentati in un webinar durante COP27 i risultati di una ricerca che ha esplorato la percezione e l’atteggiamento dei giovani riguardo il tema della giustizia climatica. L’analisi ha coinvolto oltre 6.000 giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 35 anni provenienti da sei Paesi europei – Repubblica Ceca, Germania, Spagna, UK, Romania e Italia – ed è stata condotta da Climate Outreach per il Consorzio Spark, un gruppo di 20 organizzazioni che operano in 13 Paesi europei, lavorando insieme per promuovere, appunto, la giustizia climatica.
Ecco le principali evidenze che emergono:
- 4 giovani europei su 5 (81%) concordano sulla necessità di trasformare la società e di cambiare il funzionamento della nostra economia per affrontare il cambiamento climatico;
- il 58% è favorevole a che i Paesi più ricchi compensino i Paesi più poveri che subiscono Perdite e Danni a causa dei cambiamenti climatici;
- quasi 1 giovane su 10 si dice disposto a violare la legge per affrontare il cambiamento climatico;
- i giovani adulti preoccupati per il cambiamento climatico sostengono l’idea di portare l’etica e la morale nelle discussioni sulla crisi climatica, compreso un ampio sostegno a meccanismi come il principio “chi inquina paga”. Nello stesso tempo si pongono domande pratiche e filosofiche sui meccanismi di Perdita e Danni. Ad esempio, abbiamo il permesso di continuare a danneggiare? Chi stabilisce chi è responsabile e chi paga?
- i giovani adulti si sentono impotenti a cambiare lo status quo e resistono all’idea che loro stessi debbano assumersi il peso della responsabilità. Vedono le grandi aziende e i governi dei Paesi ricchi come colpevoli dei danni causati dal cambiamento climatico e ritengono che debbano intervenire, ma non hanno fiducia nella possibilità che lo facciano davvero.
I giovani sono profondamente preoccupati per la giustizia climatica. In particolare, sul tema Perdite e Danni, la maggioranza è favorevole all’idea che i Paesi più ricchi debbano compensare quelli più vulnerabili che stanno subendo maggiori conseguenze a causa dei grandi emettitori, che hanno immesso nell’atmosfera enormi quantità di CO2. Secondo la visione dei giovani, ora, è anche una questione di moralità. Non è più eticamente concepibile che i Paesi ricchi chiudano gli occhi davanti a eventi estremi sempre più frequenti e catastrofi climatiche. È imperativo passare all’azione.
Infatti, i giovani sono pragmatici. 4 giovani su 5 concordano nell’idea che è proprio il funzionamento dell’economia occidentale a dover cambiare. Per farlo, bisogna avere soluzioni e strategie d’insieme che permettano di arrivarci in modo tangibile e specifico, bisogna offrire visioni diverse del futuro. L’azione dei giovani è motivante e svolge un ruolo davvero importante nel sensibilizzare l’opinione pubblica su questo argomento. Tuttavia, visti anche i recenti fatti di cronaca in cui giovani attivisti hanno imbrattato famose opere d’arte, forse stupisce che una percentuale bassissima di giovani è disposto a violare la legge per affrontare il cambiamento climatico. È necessario sicuramente sottolineare che queste sono state azioni estreme che hanno cercato di alzare ancora di più l’asticella dell’attenzione dell’opinione pubblica.
È indubbio che le nuove generazioni svolgano un ruolo veramente decisivo nella lotta al cambiamento climatico, perché sono loro che ne vivranno maggiormente le conseguenze e vivono quindi questo problema con ancora più passione.
Foto di copertina: copertina Youth Report 2022