10
Nov

MIGRAZIONE CLIMATICA E VULNERABILITÀ AL CAMBIAMENTO CLIMATICO ALLA COP27

Il cambiamento climatico è ritenuto da tempo un moltiplicatore di minacce che esacerba le tensioni esistenti e aumenta le probabilità di conflitti, spingendo una media di 20 milioni di persone all’anno ad abbondonare le loro abitazioni alla ricerca di condizioni ambientali più favorevoli. La problematica è particolarmente delicata e attiene a questioni di diritto internazionale ancora irrisolte (ne avevamo parlato qui). In occasione del Financial Day della COP27, che si è svolto martedì 9 novembre, è importante ricordare l’obiettivo ultimo degli sforzi negoziali anche con l’ausilio del tema dei diritti umani e delle migrazioni climatiche. 

In un side event dal titolo “Roadmap for Resilience: Financing Climate Action to Address Vulnerability, Food Security and Human Mobility” (Tabella di marcia per la resilienza: Finanziare l’azione per il clima per affrontare la vulnerabilità, la sicurezza alimentare e la mobilità umana), alcuni esponenti di organizzazioni internazionali, tra cui IOM, UN-OHRLLS, UNDRR, UNHCR e UNCDF hanno trattato il tema delle migrazioni climatiche e delle minacce che alcune comunità, più di altre, sono costrette ad affrontare. Si è ricordato infatti che i Paesi in via di sviluppo senza sbocco sul mare (LLDCs), i Paesi meno sviluppati (LDCs) e i piccoli Stati insulari in via di sviluppo (SIDS) hanno bisogno di un’immediata azione di finanziamento al fine di ridurre la loro vulnerabilità e affrontare il problema della migrazione climatica. 

All’evento era presente il Ministro dell’Acqua e Ambiente del Governo ugandeseBeatrice Anywar Atim, che ha ricordato la recente dichiarazione Kampala Ministerial Declaration on Migration, Environment & Climate Change, firmata dai Paesi del Corno d’Africa e dell’Africa occidentale riguardante i flussi migratori indotti dal cambiamento climatico. La Dichiarazione da poco firmata rappresenta un appello urgente affinché il mondo risponda all’impatto del cambiamento climatico sulla migrazione, sia interna sia internazionale, e sostenga le comunità più colpite e vulnerabili nell’adattarsi alla nuova realtà climatica.

Tina Stege, inviata per il clima delle isole Marshall, ha portato la sua testimonianza ricordando il tragico futuro a cui è destinato il suo Paese, condannando i risultati insoddisfacenti in materia climatica. Secondo gli studi dell’IPCCCi piccoli Stati insulari in via di sviluppo sono infatti maggiormente colpiti dalle conseguenze avverse del riscaldamento climatico. Tra questi, gli atolli di Kiribati, Tuvalu, Maldive e isole Marshall affrontano il concreto rischio di essere definitivamente sommersi a causa dell’innalzamento del livello del mare che, in quelle aree, è superiore rispetto al resto del globo. Proprio nei giorni in cui si negoziano i termini del Loss & Damage, Tina Stege ha aggiunto che le speranze riguardo la sopravvivenza del proprio Paese continueranno ad essere poche, fintanto che non si sarà formalizzato un impegno effettivo in materia di finanza climatica. 

Michael Köhler, Direttore Generale della Direzione generale per la protezione civile e le operazioni di aiuto umanitario europee (DG ECHO), ha rimarcato la gravità della minaccia che le comunità di tutto il mondo stanno affrontando. Sebbene sembri spesso che la realtà della finanza climatica non si concili con le esigenze umanitarie, è necessario trattare le due questioni congiuntamente. La creazione di un organismo internazionale che istituzionalizzi l’interdipendenza tra il cambiamento climatico e le migrazioni a esso dovute aiuterebbe a creare un maggiore scambio e una collaborazione globale sul tema. 

Rose Kobusinge, la delegata giovanile della migrazione e cambiamento climatico è intervenuta evidenziando l’importanza del coinvolgimento delle giovani generazioni nel coordinamento dell’azione internazionale contro il cambiamento climatico. Proprio ricordando la vulnerabilità di alcuni Paesi nell’affrontare tale sfida, Rose Kobusinge ha commentato negativamente l’andamento della COP27, giudicandone ancora troppo debole lo sforzo negoziale. Le future generazioni potrebbero conoscere un mondo molto diverso rispetto a quello di oggi, ha avvertito.

Articolo a cura di Camilla Pollera, volontaria sezione Clima e Diritti

Foto di copertina: credit Andrew Moore (https://unfccc.int/news/small-islands-need-help-in-fight-against-climate-change)

You are donating to : Italian Climate Network

How much would you like to donate?
€10 €20 €30
Would you like to make regular donations? I would like to make donation(s)
How many times would you like this to recur? (including this payment) *
Name *
Last Name *
Email *
Phone
Address
Additional Note
Loading...