italian climate network loss and damage glasgow dialogues
08
Giu

LOSS AND DAMAGE, NON PERDIAMO DI VISTA L’OBIETTIVO

Mercoledì 8 giugno si è conclusa, ai negoziati intermedi di Bonn, la seconda sessione di tre dei dialoghi di Glasgow sul tema del loss and damage, ossia delle perdite e danni (e relative riparazioni, anche se non se ne parla in questi termini) legati agli eventi estremi causati dai cambiamenti climatici.

I cosiddetti Glasgow Dialogues, pensati per durare tre anni nell’ambito delle conferenze sul clima UNFCCC, furono uno dei prodotti politici più deludenti di COP26 nel 2021 a fronte della richiesta, quantomai reiterata negli anni da parte dei paesi del Sud del mondo a fronte di disastri crescenti nei numeri e negli impatti, di un vero e proprio strumento finanziario a sostegno dei paesi più fragili e più colpiti. La decisione a Glasgow fu invece quella, appunto, di darsi ulteriori tre anni di tempo per approfondire l’argomento, avvicinarsi a definizioni comuni, rimanendo volutamente nell’ambito del linguaggio vago della convenzione quadro UNFCCC e dell’Accordo di Parigi.

In questi due giorni a Bonn, il team di ICN ha assistito a ore di giri di tavolo facilitati, durante i quali molti paesi hanno chiesto la parola per presentare una breve dichiarazione sul tema, aiutati di volta in volta da domande-guida preparate dal Segretariato UNFCCC.
A titolo di esempio, le domande-guida della sessione pomeridiana dell’8 giugno erano:

  1. Quali sono gli accordi per il finanziamento delle attività per evitare, minimizzare e affrontare le perdite e danni associate agli effetti avversi dei cambiamenti climatici?
  2. Quale supporto è risultato più efficace nell’evitare, minimizzare e affrontare le perdite e danni? Quali le lezioni imparate che potrebbero aumentare i finanziamenti, e quali pratiche potrebbero essere replicate o potenziate?
  3. Quali sono le barriere e le sfide che i paesi vivono nell’accedere a questi fondi?
  4. Cosa può essere fatto per migliorare e sfruttare le sinergie e le complementarità tra gli attuali accordi per il finanziamento di tali attività?

Per mera necessità di traduzione dall’inglese abbiamo qui usato la formula “affrontare”, che potrebbe tuttavia indurre a pensare ad una maggiore consapevolezza da parte di alcuni paesi della necessità di lavorare secondo uno schema di responsabilità storiche e quindi di riparazioni.

Nell’originale inglese si parla piuttosto di “to address”, con sfumature forse meno operative. Il tema del rimanere legati, in questa fase di dialogo, alla terminologia dell’Accordo di Parigi proprio in questo senso (“avert, minimize, address”) rispetto al problema delle perdite e danni potrebbe far perdere di vista l’obiettivo principale, ossia quello di passare alla creazione, in primo luogo, di uno strumento finanziario credibile e basato su assunti condivisi e, in secondo luogo, di orientare questo ramo della finanza climatica non solo ad evitare e minimizzare (azione preventiva, più vicina alle politiche di adattamento e pianificazione), bensì a prendere davvero in carico i danni subiti dai più fragili senza che siano essi stessi a dover pagare le costose conseguenze in termini di vite umane (irrecuperabili) e ricostruzioni materiali (quantificabili).

Questo doppio obiettivo è stato portato al tavolo da numerose delegazioni del Sud del mondo, Antigua e Barbuda, Filippine e Timor Est per citare alcuni paesi. Emblematico l’incipit dell’intervento della delegata dell’Unione Europea, che nel pomeriggio dell’8 giugno ha esordito con “essendo noi qui a discutere, e molto, di cose che abbiamo già sentito e sentito…”, a simboleggiare invece quella che sta emergendo come una scarsa prospettiva politica di questi dialoghi, che non porteranno probabilmente a passi concreti nell’immediato. Si sta insomma verificando quanto temuto da quei paesi che negli scorsi anni, e in particolare a COP26, si erano battuti per un’accelerazione pragmatica sul tema.

Anche di questo discuteremo direttamente da Bonn nell’ambito del side event ufficiale organizzato da Italian Climate Network assieme a UK Youth Climate Coalition e Greener Impact International, in collaborazione con la Loss and Damage Youth Coalition e nell’ambito del progetto europeo Spark, dal titolo “Evaluating Policies in Uncertain Times: Pledges and Politics between COP26 and COP27”.

Appuntamento sul canale YouTube dell’UNFCCC alle 15.00 di sabato 11 giugno in diretta dalla Germania o in sala Bonn per chi partecipa in presenza ai negoziati: vi aspettiamo.

Articolo a cura di Jacopo Bencini, Policy Advisor e UNFCCC Contact Point di Italian Climate Network

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