UN NEGOZIATO FIN TROPPO TRANQUILLO
Mentre proseguono i lavori della prima settimana di negoziati intermedi a Bonn, in Germania, in preparazione verso COP27, molti osservatori hanno notato un clima diverso rispetto agli ultimi anni, più rilassato. Lo si vede bene anche solo dal calendario dei lavori e delle sessioni ufficiali, più rade che mai. Nella giornata di ieri, 8 giugno, quasi niente, se non interessanti side event organizzati dalla società civile e da alcuni governi. Questo, tuttavia, non ci induca in errore.
Se, da una parte, la maggior parte delle vicende tecniche scomode rimaste in sospeso da Katowice 2018 (trasparenza, reportistica, durata degli NDCs) hanno poi trovato soluzione nelle successive conferenze di Madrid e in particolare di Glasgow, rimangono ancora tutti da discutere i principali temi politici a livello di governance globale, primi fra tutti il nodo mai risolto della finanza climatica e quello ancor più spinoso e nebuloso del loss and damage – ne abbiamo parlato di recente qui.
Sul loss and damage, qui a Bonn sono già andate in scena due giornate su tre di dialoghi facilitati come da decisioni finali di Glasgow, con scarsi risultati in termini politici – ne abbiamo parlato ieri sul nostro sito qui. Sulla finanza invece pare che, almeno per adesso, non si muova foglia. Probabilmente i negoziati intermedi non sono la sede migliore per discussioni che necessitano di forti input politici pre-concertati, ma la scottatura del finale di COP26 è ancora nelle menti dei tanti delegati e sicuramente di noi rappresentanti della società civile. Delegati esperti, che abbiamo intercettato, ci dicono che le conversazioni rilevanti stanno in realtà andando avanti lontano dagli schermi, in forma bilaterale o a piccoli gruppi informali.
Le sessioni dei negoziati intermedi proseguono, quindi, lentamente e senza accelerazioni particolari sui temi più importanti. Da notare che nella giornata di oggi si tiene un interessante dialogo – una vera conversazione e non una mera sfilata di dichiarazioni preparate nelle capitali – sul cosiddetto Global Stocktake, ossia sul definire nuovi criteri e identificare buone pratiche su come, collettivamente, i paesi possono riportare i progressi fatti in merito alle loro azioni di mitigazione e adattamento. Si è lavorato, anche, nell’ambito del Piano di Azione Glasgow – Sharm El Sheik sull’Adattamento, che ha come obiettivo quello di identificare un nuovo obiettivo globale sulla finanza per l’adattamento. I Paesi in via di sviluppo hanno seguito l’ormai classico copione di denunciare, da un lato, la ridotta finestra temporale di opportunità per intervenire su quello che la Segretaria Generale dell’UNFCCC, Patricia Espinosa, ha definito “il pezzo dimenticato dell’equazione climatica”, dall’altro, sottolineando le necessità finanziarie dei Paesi più fragili e con minori capacità di investimento. Anche in questa occasione la Cina partecipa alla conversazione assieme al G77, gruppo di Paesi in via di sviluppo, secondo l’ormai più che superata divisione tra paesi ricchi e poveri interna all’UNFCCC, risalente al 1992.
Da sottolineare alcuni sviluppi interessanti sul lato della partecipazione alla vicenda climatica degli attori non-statali. Nella giornata dell’8 giugno, nell’ambito di un evento organizzato dai due Campioni di Alto Livello nominati dalle Nazioni Unite, il Segretariato UNFCCC ha annunciato che l’attuale piattaforma online Global Climate Action Portal (in precedenza conosciuta come NAZCA), che oggi raccoglie dati su decine di migliaia di iniziative climatiche da parte di quasi 30.000 tra attori privati, movimenti, associazioni, sindacati, enti locali, fondi e partnership internazionali, verrà sviluppata per passare dalla mera collezione di dati ad un vero e proprio monitoraggio delle azioni. A questo scopo verrà lanciato un gruppo di lavoro ad hoc chiamato “Climate Action Data 2.0”, con l’obiettivo di sviluppare criteri e metriche per costruire gli strumenti necessari al monitoraggio.
Il team di Italian Climate Network continua a monitorare gli sviluppi di questo negoziato partito, come detto, sufficientemente in sordina.
Anche di questo discuteremo direttamente da Bonn nell’ambito del side event ufficiale organizzato da Italian Climate Network assieme a UK Youth Climate Coalition e Greener Impact International, in collaborazione con la Loss and Damage Youth Coalition e nell’ambito del progetto europeo Spark, dal titolo “Evaluating Policies in Uncertain Times: Pledges and Politics between COP26 and COP27”.
Appuntamento sul canale YouTube dell’UNFCCC alle 15.00 di sabato 11 giugno in diretta dalla Germania o in sala Bonn per chi partecipa in presenza ai negoziati: vi aspettiamo.
Articolo a cura di Jacopo Bencini, Policy Advisor e UNFCCC Contact Point