negoziati clima
12
Giu

NEGOZIATI INTERMEDI NEL CAOS

Se COP27 ci ha insegnato che l’inserimento di un punto inatteso nell’agenda dei lavori può cambiare la storia di un negoziato internazionale, gli intermedi in corso a Bonn ci dicono che ancora non avevamo visto niente.

Sul finale della scorsa settimana, dopo giorni di negoziati proseguiti senza che un’agenda dei lavori potesse venire formalmente approvata dalle delegazioni partecipanti, ci eravamo spinti a scrivere che la seconda settimana avrebbe sicuramente visto una composizione, come dire, delle diverse vedute, per non vanificare il negoziato. Ne avevamo parlato in questo articolo e nel nostro Bollettino COP da Bonn. Purtroppo, quanto andato in scena lunedì lungo il Reno conferma il clima di inedito caos che regna sui negoziati del clima.

Nel pomeriggio, infatti, i presidenti della plenaria – ossia chi gestisce l’intero insieme dei lavori, di tutti i tavoli tecnici – hanno provato a riconvocare l’assemblea per capire se nel fine settimana i delegati fossero riusciti a mettersi d’accordo dopo telefonate e riunioni con le loro capitali e, come spesso succede, pranzi e caffè più o meno pubblici nei dintorni del centro congressi. Chi come noi crede nel processo ha invece assistito al ripetersi, oggi forse con più veemenza che mai, dello scontro tra Nord e Sud globale che aveva caratterizzato la prima settimana e tutti i negoziati da Bonn 2022 in poi, con una novità.

Fino a sabato scorso il problema alla base della non-adozione dell’agenda stava nel rifiuto, da parte dei Paesi del Sud globale guidati dalla Cina, di inserire tra i temi su cui lavorare formalmente il Programma di Lavoro sulla Mitigazione (MWP) prima della presentazione dei relativi report tecnici pre-sessione e in assenza di impegni seri da parte dei Paesi sviluppati rispetto ai temi di adattamento e finanza per l’adattamento, finanza climatica in generale e compensazione di perdite e danni.
Come se non bastasse, tra venerdì e inizio della seconda settimana di negoziatiil gruppo dei Like-Minded Developing Countries (LMDC, composto da Algeria, Bangladesh, Bielorussia, Bhutan, Cina, Cuba, Egitto, India, Indonesia, Iran, Malesia, Myanmar, Nepal, Pakistan, Filippine, Sri Lanka, Sudan, Siria, Vietnam e Zimbabwe) ha proposto, a sorpresa, di inserire nell’agenda dei lavori un punto sul sostegno finanziario alle azioni di mitigazione da parte dei paesi ricchi secondo l’articolo 4.5 dell’Accordo di Parigi. Tutti gli altri Paesi in via di sviluppo hanno immediatamente sostenuto la proposta – sicuramente si erano coordinati prima in tal senso. Stati Uniti d’America e Unione Europea hanno invece bollato la nuova proposta come “non seria”.

Ma quali sono i criteri secondo i quali si può decidere di aggiungere o togliere punti nell’agenda dei lavori? La Regola 13 del regolamento interno UNFCCC dice che “possono essere aggiunti all’agenda dei lavori solo temi che sono considerati dalla COP come urgenti e importanti”.
Come giudicare se il punto sul sostegno finanziario ai paesi del Sud è “urgente e importante”? I Paesi del gruppo LMDC fanno appunto riferimento all’articolo 4.5 dell’Accordo di Parigi, che – in combinato disposto con il paragrafo precedente, il 4.4 – recita:

4. Le Parti che sono paesi sviluppati dovrebbero continuare a svolgere un ruolo guida, prefiggendosi obiettivi assoluti di riduzione delle emissioni che coprono tutti i settori dell’economia. Le Parti che sono paesi in via di sviluppo dovrebbero continuare a migliorare i loro sforzi di mitigazione e sono incoraggiate ad assumere, con il passare del tempo, obiettivi di riduzione o limitazione delle emissioni che coprono tutti i settori dell’economia, alla luce delle diverse circostanze nazionali.

5. Le Parti che sono paesi in via di sviluppo ricevono sostegno per l’attuazione del presente articolo, conformemente con gli articoli 9, 10 e 11, in quanto è riconosciuto che un maggior supporto alle Parti che sono paesi in via di sviluppo permetterà alle loro azioni di essere più ambiziose.

Ormai da anni, come ci dicono i Paesi LMDC, tutte le decisioni finali delle COP citano l’urgenza e l’importanza di alzare l’ambizione globale sulla mitigazione, con i Paesi sviluppati che vogliono ora inserire, secondo loro con troppa fretta, un punto di lavoro obbligatorio su nuovi obiettivi di mitigazione molto costosi da implementare sui territori. Alla luce di ciò, si può ritenere urgente e importante” decidere già in questi negoziati intermedi in che senso i Paesi ricchi sosterranno finanziariamente questa transizione e i suoi ulteriori sviluppi. Semplice no?

La spiegazione fornita dai Paesi LMDC a sostegno della loro proposta si trova in questa lettera, messa agli atti poche ore fa. La nostra volontaria Elisa Terenghi è stata  presente alla plenaria e ci ha riportato un clima di grande nervosismo, con i delegati colombiani, cubani e cinesi particolarmente agitati e parole forti scandite nei microfoni (“promesse mancate”, “impegni disattesi”), con Unione Europea e Svizzera che hanno continuato fino alla fine a ribadire la propria contrarietà a qualsiasi proposta di agenda che non comprendesse esplicitamente un filone di lavoro sul Programma di Lavoro sulla Mitigazione. Infine, la chiusura della sessione ad opera di uno dei due chair: “mi sembra di essere alle scuole elementari”.

A far luce sulla situazione, come spesso accade, il pragmatismo della delegazione cinese, sentita anche in questo caso dalla nostra volontaria Terenghi: “Perché supportiamo come importante questo nuovo punto in agenda? Semplicemente perché loro [gli occidentali] non sono riusciti ad ottenere un mandato negoziale sul tema degli aiuti finanziari dalle loro capitali all’ultima COP. Perché lo riteniamo urgente? Perché loro [gli occidentali] non sono mai stati autorizzati a parlare di finanza nei negoziati intermedi, nonostante il tanto parlare dei bisogni della finanza globale per il clima”. Un messaggio chiaro e diretto. Uno scontro politico che tiene i negoziati intermedi nel caos anche nell’inizio di questa seconda – e almeno da programma ultima – settimana.

Articolo a cura di Jacopo Bencini, Policy Advisor e UNFCCC Contact Point

Immagine di copertina: IISD

You are donating to : Italian Climate Network

How much would you like to donate?
€10 €20 €30
Would you like to make regular donations? I would like to make donation(s)
How many times would you like this to recur? (including this payment) *
Name *
Last Name *
Email *
Phone
Address
Additional Note
Loading...