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PERDITE E DANNI: IL SANTIAGO NETWORK AVRÀ CASA PRESSO UNDRR E UNOPS

  • Il segretariato del network di Santiago su perdite e danni sarà ospitato da una joint venture tra UNDRR e UNOPS
  • Non c’è ancora una sede fisica, da trovare però entro il 2024 – e che costi poco
  • Il network inizierà i suoi lavori con un fondo minimo di start-up di 40,7 milioni di dollari

Arriva la seconda vera decisione di questa COP28, per quanto forse residuale rispetto al più ampio tema della decarbonizzazione e del Global Stocktake. È stata, infatti, diffusa una bozza “avanzata” (quindi praticamente definitiva) sul punto 7 all’ordine del giorno della COP, ossia chi e dove ospiterà il Network di Santiago su perdite e danni, entità creata nel 2019 alla COP di Madrid e pensata per assistere i lavori del Meccanismo di Varsavia su perdite e danni.

Era infatti obiettivo di questa COP arrivare ad una decisione su chi avrebbe ospitato il segretariato del network, ancora non del tutto operativo, ma comunque già sostenuto da donazioni di Canada, Giappone, Spagna, Svizzera e Stati Uniti d’America.

Al Segretariato sono giunte due proposte: la prima da parte di un consorzio ad hoc tra UNDRR (l’ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio da disastri) e UNOPS (braccio operativo dell’ONU in termini di procurement e gestione di progetti), la seconda da parte della Banca di Sviluppo dei Caraibi. Il paragrafo 9 della bozza negoziale dice che il processo di selezione è giunto al termine e che è stata selezionata la proposta del consorzio UNDRR-UNOPS, che ospiterà il segretariato per un periodo iniziale di cinque anni, estendibile poi tramite rinnovi quinquennali. In ogni caso la COP incoraggia il consorzio già da ora a collaborare con la Banca caraibica quando riterrà appropriato, per non perdere lungo la strada la disponibilità e le competenze di questo importante attore del Sud globale.

Ma, fisicamente parlando, dove sarà ospitato il segretariato? Non è stato ancora deciso. La COP in questo senso dà mandato al consorzio vincitore di esplorare opzioni possibili su più città e Paesi del mondo, dove sia possibile garantire le necessarie immunità diplomatiche tipiche di tutti gli organismi delle Nazioni Unite e, punto importante, dove si ritenga vi sia una maggiore convenienza economica (paragrafo 15). Una decisione definitiva dovrà essere presa nel corso del 2024.

Il paragrafo 20 della bozza di decisione ricorda che tutte le decisioni in merito all’assistenza tecnica ai Paesi su perdite e danni dovranno essere “sviluppate attraverso un processo inclusivo e guidato dai Paesi stessi, tenendo in considerazione i bisogni delle popolazioni vulnerabili, dei Popoli indigeni e delle comunità locali”. Colpisce la totale assenza di menzioni della tutela e protezione dei diritti umani.

Ma chi pagherà per il funzionamento del segretariato? Al paragrafo 32 della bozza si ricorda che il 6 dicembre scorso l’Unione Europea, la Danimarca, la Germania, l’Irlanda, il Lussemburgo, la Svizzera ed il Regno Unito hanno promesso donazioni per una cifra complessiva di 40,7 milioni di dollari. Altre donazioni arriveranno probabilmente nei prossimi mesi, ma sembra che almeno i costi di start-up possano considerarsi coperti.

Il paragrafo 35 tratta del rapporto tra il Santiago Network ed il nuovo Fondo su perdite e danni. Il network potrà designare una o due persone per partecipare al dialogo di alto livello annuale su coordinamento e complementarità sulla finanza per perdite e danni. Inoltre, al successivo paragrafo 36 si ripete che le due entità sono “invitate” a collaborare.

Alla bozza di decisione risulta già allegato il testo del protocollo d’intesa tra la COP e il consorzio UNDRR-UNOPS in merito all’assegnazione della sede del segretariato.

Articolo a cura della Delegazione ICN a Dubai

Foto di copertina: di Jacopo Bencini

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