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Verso la seconda settimana della COP24: stallo sul Paris Rulebook

Photo by IISD/ENB | Kiara Worth
Link: http://enb.iisd.org/climate/cop24/enb/2dec.html

di Silvia Valentini, Francesca Casale e Francesco Capezzuoli

Sono questi gli ultimi giorni di lavori tecnici, prima del passaggio ai negoziati più politici della seconda settimana, ed i Paesi stanno facendo assieme al Segretariato il punto sui progressi raggiunti sul Paris Rulebook nel Ad Hoc Working Group sull’Accordo di Parigi (APA).

Sono stati registrati progressi su tutti i tavoli negoziali, ma alcune questioni restano spinose, ed anzi sono stati evidenziati passi indietro. Visto il limitato tempo a disposizione per concludere i lavori tecnici entro sabato pomeriggio, prima del passaggio alla fase politica, i co-chairs hanno preso in mano la situazione e proposto di elaborare nella nottata di giovedì dei testi provvisori da sottoporre a tutti i tavoli negoziali, per risolvere il maggior numero di nodi e velocizzare i lavori.

I punti su cui gli stati stanno incontrando più difficoltà a trovare un accordo sono i contributi nazionali previsti dall’Accordo di Parigi (NDCs), i finanziamenti e la trasparenza, temi sui quali le contrapposizioni ricalcano lo schieramento Paesi in via di sviluppo versus Paesi sviluppati. I punti di contrasto sono soprattutto la differenziazione nelle caratteristiche che gli NDCs devono presentare, ad esempio nel livello di dettaglio, in accordo con il principio delle “rispettive capacità, alla luce delle circostanze nazionali”; la facoltativa l’inclusione delle misure di mitigazione negli NDCs (posizione dei paesi sviluppati) e i finanziamenti: i Paesi in via di sviluppo premono per regole che assicurino il più possibile l’erogazione di fondi per l’implementazione delle azioni da parte dei Paesi sviluppati, e la mancanza di chiare menzioni sul meccanismo del Loss and Damage, chiedendo che più attenzione venga attribuita a questo tema. Infine, sulla trasparenza, i Paesi in via di sviluppo chiedono maggiore flessibilità, pur considerando necessari report e revisioni per tutti gli stati. Il gruppo degli Stati Arabi ha anche espresso una posizione fermamente contraria all’inclusione di osservatori e parti terze nel Global Stocktake, il meccanismo che permetterà di fare bilanci ogni cinque anni sui progressi raggiunti rispetto agli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Nel frattempo proseguono serrate le consultazioni informali e i contact groups fra le Parti. Giunti a venerdì, il tempo è poco e i co-facilitatori delle sessioni si dibattono fra richieste di maggior tempo e ostruzionismi di alcune Parti.

Si è parlato anche di mitigazione, punto spinoso della discussione che continuerà in altre riunioni oggi e domattina con rilascio di nuove bozze del relativo testo. Si è commentato il testo frutto delle tornate negoziali finora intercorse, e le visioni divergono soprattutto nel riflettere la differenziazione degli sforzi e la necessità di discutere  l’obbligo di inserire un elemento di mitigazione negli NDCs. Le Parti discutono anche con quali modalità continuare la discussione: dal momento che occorre più per tempo per “digerire” i testi. I co-facilitatori riconoscono che ci sono questioni rilevanti da risolvere e sperano di arrivare ad un linguaggio condiviso su cui proseguire i lavori sia nei prossimi giorni che nella seconda settimana.

Proseguono anche le consultazioni informali, molte delle quali concentrate su questioni relative al Paris Agreement Work Programme (PAWP). Sotto la guida dell’Ad Hoc Working Group for the Paris Agreement (APA), le Parti hanno discusso il nuovo testo inviato dai Co-Chairs, in particolare nelle sessioni pomeridiane e serali di stocktaking in cui le Co-Chairs hanno annunciato la pubblicazione di un nuovo testo per la mattina successiva (nda, sabato 8 dicembre). Ad un giorno dalla fine della prima tornata negoziale, molte delegazioni continuano a lavorare alacremente per fare in modo che le loro preferenze vengano inserite nel testo prima dell’inizio della seconda settimana di carattere più politico.

Venerdì i delegati si sono trovati a mani quasi vuote, dal momento che le Co-chiars APA non hanno rispettato i tempi per l’invio del nuovo testo. In molti perciò sono rimasti sorpresi nel ricevere la bozza la mattina presto dello stesso giorno. Nel corso della giornata la frase “non abbiamo avuto abbastanza tempo per rivedere il testo” echeggiava di stanza in stanza, con alcuni delegati che facevano notare la convocazione delle riunioni appena dopo tredici minuti la pubblicazione del testo. Nonostante questo, pare che le Co-Chairs abbiano lavorato fruttuosamente, visto che i loro testi sono stati accettati, o almeno non respinti in blocco. Le Parti, tuttavia, hanno subito identificato le opzioni per loro non accettabili o le questioni importanti che sono state trascurate.

Nello stocktake di venerdì sera, il feedback è stato più negativo al punto da spingere un delegato a chiedersi a che livello di agitazione “tutti noi, collettivamente e individualmente, siamo arrivati”. Con un giorno rimasto per i negoziati tecnici prima dell’arrivo dei ministri, alcuni delegati hanno accolto favorevolmente l’imminente guida politica. Altri hanno chiesto più spazio per il lavoro tecnico, poiché sperano possa portare a passi avanti oppure miravano a finalizzare le loro opzioni preferite “che i ministri dovranno analizzare”. Il rush finale si avvicina e tutti i delegati lavorano col fiato sul collo in attesa dell’arrivo degli attori politici, e le aspettative cominciano a farsi sentire. Certi nodi sembrano essere di difficile risoluzione e verranno affrontati nei negoziati della seconda settimana.

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