09
Nov

ARTICOLO 6: SI TORNA A NEGOZIARE

A COP27 sono in corso le negoziazioni sull’articolo 6 e le divergenze soprattutto sull’articolo 6.4 hanno già iniziato a farsi sentire. La società civile è particolarmente critica sostenendo che l’attuale testo consentirebbe ai Paesi ricchi e alle imprese di evitare di assumere solidi e rapidi impegni di decarbonizzazione, mettendo a repentaglio gli obiettivi dello stesso Accordo di Parigi.

L’Articolo 6 dell’Accordo di Parigi è fonte di disaccordo tra le parti fin dal 2015. E anche a COP27 le divergenze hanno già iniziato a farsi sentire, soprattutto per quanto riguarda l’articolo 6.4.

L’articolo 6.4 disciplina la creazione di un mercato globale del carbonio supervisionato da un ente delle Nazioni Unite, attualmente indicato solo come “Organismo di vigilanza”. 

In particolare, la Women and Gender Constituency e il gruppo Indigenous People hanno fortemente criticato la bozza di raccomandazione sulle attività di rimozione del carbonio (carbon removals) disciplinate dall’articolo, posizione condivisa anche dal Center for International Environmental Law. 

Le preoccupazioni sono incentrate sia sul contenuto del documento che sul processo di elaborazione dello stesso. Infatti, la bozza di testo non è stata elaborata tramite un processo consultivo inclusivo con la società civile. Al contrario, la bozza è stata finalizzata di fretta, a notte fonda, prima dell’inizio ufficiale della COP, con solo pochi osservatori in sala.

Per quanto riguarda il contenuto, le critiche riguardano la definizione di carbon removal, che nel testo risulta così ampia da includere quasi tutto, dalla geoingegneria marina alle piantagioni di alberi monocolturali. 

La Women and Gender Constituency e il gruppo Indigenous People lamentano che l’attuale testo incentiverà progetti di rimozione del carbonio con enormi rischi e impatti negativi per le popolazioni indigene, le donne e le comunità locali. Secondo le constituencies, la possibilità di ottenere crediti di carbonio (carbon credits) per una così ampia varietà di progetti critici – alcuni dei quali basati su tecnologie in fase di sperimentazione e non testate – consentirebbe ai Paesi ricchi e alle imprese di evitare di assumere solidi e rapidi impegni di decarbonizzazione, mettendo a repentaglio gli obiettivi dello stesso Accordo di Parigi.

L’articolo 6 dell’Accordo di Parigi è stato concepito per consentire alle Parti di impegnarsi in attività di cooperazione “per consentire una maggiore ambizione”.

Ad oggi, i mercati del carbonio si sono dimostrati meccanismi inadeguati per aumentare l’ambizione, poiché compensare le emissioni di CO2 non significa ridurre le emissioni. Quando i Paesi si affidano alla compensazioni invece di elaborare piani di riduzione adeguati, le emissioni globali continuano ad aumentare, portando a un maggiore riscaldamento globale.

Per quanto riguarda gli impatti negativi e sociali legati alle attività consentite dall’articolo 6.4, la società civile è particolarmente preoccupata anche per la Relazione annuale del Supervisory Body dell’articolo 6.4. Le preoccupazioni sono concentrate soprattutto sulla sezione G, riferita ad “altri impatti ambientali e sociali negativi” legati ai meccanismi di carbon credits disciplinati dall’articolo 6.4, e in particolare dal passaggio (sottolineato sotto) che riconosce l’applicazione delle leggi sulla protezione ambientale e sociale come una prerogativa nazionale.

Fonte: https://unfccc.int/sites/default/files/resource/cma2022_06a01_adv.pdf

Per quanto riguarda le negoziazioni a COP27, i delegati hanno concordato di utilizzare come base per le discussioni il documento informale preparato dai facilitatori del SBSTA (Subsidiary Body for Scientific and Technological Advice, l’organo sussidiario dell’UNFCCC). Quindi, al momento i negoziatori non stanno ancora discutendo sulla bozza di raccomandazione sulle attività di carbon removals a cui fanno riferimento la WGC e il gruppo Indigenous People. 

Piuttosto, i Paesi stanno negoziando regole, modalità e procedure (le cosiddette rules, modalities and procedures o RMP) per il meccanismo dell’articolo 6.4. 

Nella discussione di oggi pomeriggio, le Filippine hanno ricordato come l’obiettivo principale dell’articolo 6 sia ridurre le emissioni di CO2, e il delegato filippino ha richiesto di ampliare le definizioni dei meccanismi di mitigazione previsti dall’articolo 6.4 per includere anche le cosiddette “emissions avoidance”, ossia le emissioni future evitate grazie a un dato progetto. 

Inoltre il delegato ha ricordato ai colleghi in sala che nessuno dovrebbe essere soddisfatto delle “soluzioni preliminari” (così definite dal lui) inserite nella bozza di testo, poiché i meccanismi di carbon removals e carbon sinks rappresentano solo dei palliativi e non risolveranno la crisi climatica. La sua posizione è stata supportata anche dall’India. La preoccupazione sollevata dalle Filippine non è stata però condivisa da Regno Unito, Giappone e Unione Europea. 

Le negoziazioni sono continuate con un lungo confronto procedurale sulla governance, e in particolare sulla confusione su ruoli e mandati del Supervisory Body, del CMA (Conference of the Parties serving as the meeting of the Parties to the Paris Agreement) e di SBSTA in riferimento all’articolo 6.4. Dure le  espresse anche dalla Cina, che si è rivolta al chair della sessione chiedendo spiegazioni sulle modalità di gestione della sessione. 

 I Paesi hanno anche discusso sui proventi per l’adattamento (Share of proceeds for adaptation), preferendo l’opzione 1 del testo (par. 69 sotto riportato) e chiedendo (in particolare l’African Group e il gruppo Like Minded Developing Countries (LMDC))  di ridurre le tempistiche previste al paragrafo 71, al momento previste di 5 anni. 

Fonte:https://unfccc.int/sites/default/files/resource/Art.6.4_SBSTA_Chair_Info_note.pdf

Alla fine della giornata di martedì i co-facilitatori produrranno una nuova bozza di testo:   monitoriamo con attenzione se le richieste dei delegati e le pressioni della società civile saranno effettivamente accolte.  

Articolo a cura di Margherita Barbieri, volontaria sezione Clima e Advocacy

Foto di copertina: vista della sala durante le consultazioni informali sull’articolo 6 Credits: IISD

You are donating to : Italian Climate Network

How much would you like to donate?
€10 €20 €30
Would you like to make regular donations? I would like to make donation(s)
How many times would you like this to recur? (including this payment) *
Name *
Last Name *
Email *
Phone
Address
Additional Note
Loading...