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Dic

COP15: AL VIA I NEGOZIATI PER DIFENDERE LA NATURA E ARRESTARE LA PERDITA DI BIODIVERSITÀ

Inizia oggi la COP15, la Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità, a Montreal (ma sotto la Presidenza Cinese: avevamo spiegato qui il motivo).

Con la scadenza del Piano Strategico per la Biodiversità 2011-2020 e dei relativi 20 Obiettivi di Aichi si è creato un vuoto normativo nella tutela globale della biodiversità. Le negoziazioni a COP15 hanno ora quindi l’obiettivo di colmare questo vuoto, con l’Accordo Globale per la Biodiversità post 2020, che dovrebbe diventare l’accordo internazionale di riferimento per fermare e invertire la perdita di biodiversità globale, da molti considerato “l’Accordo di Parigi per la biodiversità”. Anche se purtroppo, il compito sembra arduo, visto l’attuale disaccordo sul testo. Ad oggi ci sono, infatti, ancora più di 900 parti del testo tra parentesi e, quando un concetto nel testo è tra parentesi, significa che non c’è accordo tra i paesi

Ci eravamo lasciati a giugno, dopo la quarta sessione di negoziati preparatori, tenutisi a Nairobi. Dopo sei giorni di negoziati, terminati il 26 giugno, il Segretario Esecutivo della Convenzione ONU sulla Biodiversità (CBD), Elizabeth Maruma Mrema, ha annunciato un ulteriore sessione di negoziati prima di COP15, la quinta, da tenersi a Montreal, immediatamente prima della COP15. Il motivo: i negoziati di Nairobi hanno prodotto un testo con troppi disaccordi e parentesi (ve ne avevamo parlato qui) e si è raggiunto meno consenso di quello sperato sui temi chiave del negoziato, (vi spieghiamo sotto quali sono). 

Per risolvere l’impasse, i co-presidenti di COP15,  hanno continuato le consultazioni informali con i Paesi per cercare compromessi e possibili soluzioni. Inoltre, a fine settembre, i co-presidenti hanno convocato a Montreal una meeting con un “gruppo informale” di negoziatori, cinque rappresentanti di ogni regione del mondo. 

A metà ottobre, il Gruppo informale ha presentato le sue conclusioni e una bozza ripulita del testo dell’accordo, ma con importanti modifiche. Questo testo “semplificato” potrebbe facilitare il lavoro dei negoziatori a COP15, ma le Parti potrebbero rifiutare le raccomandazioni dal momento che non tutti i Paesi sono stati consultati. Anche la società civile e la International Indigenous Forum on Biodiversity (IIFB), la costituency delle Popolazioni Indigene, si sono detti preoccupati per il “processo non trasparente” con il quale è stata preparata la bozza. 

Inoltre, durante la quinta sessione di negoziati preparatori, terminata lunedì 5 dicembre, le posizioni divergenti dei Paesi sono rimaste polarizzate sulla maggior parte dei temi e non sono stati raggiunti progressi significativi, rimandando l’onere del compito a COP 15.

Ricordiamo che la posta in gioco è altissima: la perdita di biodiversità sta avvenendo a un ritmo senza precedenti, da decine a centinaia di volte superiore alla media degli ultimi 10 milioni di anni (la cosiddetta “sesta estinzione di massa”) e che l’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES), il corrispettivo dell’IPCC per la biodiversità, ha confermato che 1 milione di specie di piante e animali sono a rischio di estinzione, molte delle quali nei prossimi decenni, a meno che non si intervenga per ridurre l’intensità dei fattori che stanno determinando la perdita di biodiversità

Inoltre, come è stato ricordato a COP27, le sfide create dalla crisi climatica e quelle relative alla crisi della biodiversità sono simili e non possiamo affrontarle separatamente. Diverse analisi ci dicono che il 30% della mitigazione delle emissioni di gas climalteranti dovrebbe venire dalla natura, e quindi non riusciremo a raggiungere l’obiettivo di Parigi, mantenendo le temperature globali sotto la soglia di 1.5C, senza proteggere la biodiversità e gli ecosistemi naturali.

Non possiamo permetterci di uscire da COP15 senza un accordo ambizioso e trasformativo, con adeguate risorse economiche a supporto e meccanismi di implementazione e monitoraggio. Il tempo di agire per intensificare gli sforzi e rilanciare l’ambizione a tutela della biodiversità è ora. Seguiremo, quindi, con attenzione i negoziati e vi aggiorneremo nei prossimi giorni sui primi sviluppi dei negoziati.

Articolo a cura di Margherita Barbieri, volontaria sezione Clima e Advocacy

Foto di copertina: credits CBD

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