06
Dic

COP24, l’ora della politica

di Jacopo Bencini

Quarto giorno di lavori alla conferenza ONU sul clima di Katowice, ed i negoziati sembrano essere davvero entrati nel vivo dopo due giorni di cerimoniale ed un martedì a rilento. Molte le consultazioni informali relative per esempio a come strutturare la parte relativa alla mitigazione nei contributi nazionali sotto l’Accordo di Parigi, a quali dati i paesi dovranno comunicare al segretariato mondiale relativamente alle loro azioni di adattamento, ed ai temi caldi della trasparenza e della finanza climatica. Sono ancora in corso in queste ore consultazioni informali proprio sul tema della trasparenza, per il quale l’articolo 13 dell’Accordo di Parigi fornisce uno schema di governance ma non una metodologia specifica; è l’Accordo stesso a indicare una necessaria flessibilità nell’elaborazione degli obblighi di trasparenza per i vari paesi, e proprio su questo tema i network dei paesi in via di sviluppo hanno chiarito la loro posizione sin da domenica, chiedendo di considerare in modo adeguato le loro limitate capacità reportistiche pur senza per questo abbassare l’asticella dell’ambizione dei paesi più sviluppati.

Fino a ieri sera i negoziati sono stati condotti prevalentemente da tecnici. Sui temi più caldi, tuttavia, si era già manifestata la necessità di forti input politici per superare i primi momenti di impasse. Un primo incontro fra i capi delle delegazioni si è tenuto nel tardo pomeriggio di ieri, e l’urgenza di chiudere la discussione sulle regole di implementazione dell’accordo entro la settimana sembra aver definitivamente spostato i negoziati dal piano tecnico a quello, appunto, prettamente politico.

L’aria che si respira nei corridoi lascia impressioni contrastanti. Solo i prossimi giorni ci diranno se l’ingresso anticipato dei delegati politici nell’arena nella serata di ieri avrà davvero riportato i negoziati verso un clima costruttivo e dato nuovo impulso a questa prima, cruciale settimana. Le prime indiscrezioni sembrano indicare dei progressi su alcuni articoli e ad una soluzione condivisa per uno dei punti cruciali per le linee guida operative dell’Accordo di Parigi (“Paris Rulebook”).

A margine dei negoziati a porte chiuse, continuano a susseguirsi numerosi gli eventi paralleli delle delegazioni nazionali e della società civile. Durante un incontro organizzato dall’UNFCCC nella tarda mattinata di oggi dedicato ai possibili scenari climatici e socioeconomici verso il 2050, il direttore generale della DG Clima della Commissione Europea Mauro Petriccione ha ribadito il salto in avanti dell’ambizione climatica continentale dopo la pubblicazione della strategia europea di decarbonizzazione totale entro il 2050, che – nelle sue parole – non potrà tuttavia prescindere dall’applicazione di tecnologie di cattura e immagazzinamento del carbonio (Carbon capture and storage, CCS). Petriccione ha inoltre sottolineato l’importanza del settore automobilistico europeo, motore del settore manifatturiero continentale e fra i protagonisti – nel bene e nel male – delle politiche climatiche UE dei prossimi decenni. Durante lo stesso evento UNFCCC Quentin Deslot, della delegazione francese, ha ribadito i nuovi impegni sul clima di Parigi per come presentati nella seconda strategia nazionale a lungo termine sul carbonio, tramite la quale i francesi puntano – come l’UE – ad una decarbonizzazione totale entro il 2050, tramite una riduzione del 75% delle emissioni climalteranti della propria economia. Le emissioni rimanenti, anche nel caso francese, vengono considerate da neutralizzarsi tramite l’applicazione di tecnologie CCS.

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