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Dic

COP28: ARRIVA IN CORNER IL PACCHETTO FINANZA

  • Completato senza preavviso il pacchetto di 6 decisioni sulla finanza per il clima in vista della decisione storica post-2025 del prossimo anno
  • La decisione sul NCQG imposta il lavoro del 2024, con sei appuntamenti tematici e un ministeriale da svolgersi prima della prossima COP, dove si dovrà arrivare con una bozza già avanzata sul tema
  • Il testo sulla finanza di lungo periodo richiede in maniera decisa fondi pubblici e non privati, oltre che erogazioni e non prestiti, come “dettato” dai Paesi in via di sviluppo

All’inizio di questa COP28 dicevamo che avremmo vissuto la COP dei soldi e della tecnologia. Poi, nelle due settimane sembrava non essere stato trovato quasi nessun accordo sulla finanza per il clima salvo che per l’istituzione del Fondo per perdite e danni. Siamo passati velocemente da un cauto ottimismo ad una sensazione di disastro totale, visto che fino alle 17.00 del giorno previsto di chiusura non circolava neanche una bozza di testo..

Poi, nel tardo pomeriggio del 12 dicembre, sono usciti testi sorprendentemente quasi definitivi su tutti i temi del cosiddetto “pacchetto finanza”: sul nuovo obiettivo quantitativo post-2025, sul comitato permanente sulla finanza, sulla reportistica, sulla revisione del Meccanismo finanziario e sulla finanza climatica di lungo termine. Sei testi, tutti molto sintetici, dei quali fino ad oggi sinceramente non c’era traccia e sui quali non circolava alcuna voce di corridoio.

I due testi più rilevanti sono probabilmente quelli sul nuovo obiettivo post-2025 e sulla finanza di lungo periodo.

In merito al primo punto, riassunto nell’acronimo inglese NCQG (new collective quantified goal), il testo – che dovrebbe finire in plenaria senza ulteriori modifiche – si pone l’obiettivo di arrivare in maniera ordinata ad una bozza di decisione avanzata da preparare ben in anticipo rispetto alla prevista data di adozione, ossia COP29 del prossimo anno. Il paragrafo 1 del testo sottolinea, però con chiarezza, che questo nuovo metodo di lavoro, ossia decidere.. “come decidere”, come lavorare in vista di una decisione da prendere l’anno successivo, “non dovrà rappresentare un precedente per altri processi”. Come a dire, il nuovo obiettivo quantitativo verso il post-2025 sarà per forza figlio di un processo unico e complesso; quindi, la metodologia per arrivarci dovrà per forza essere meno ortodossa del solito.

Il paragrafo 6 stabilisce che gli attuali facilitatori del gruppo di lavoro che stanno seguendo questo tema proseguano nel loro ruolo anche per tutto il prossimo anno, così da dare continuità ad un processo già abbastanza complesso. Il paragrafo 9 detta, poi, l’agenda dei lavori: tre dialoghi tra esperti nel 2024, da tenersi rispettivamente prima degli intermedi di giugno 2024, uno durante gli stessi, quindi uno poco dopo e “molto prima” della COP di Baku, quindi indicativamente tra settembre e ottobre 2024. Questi dialoghi dovranno, inoltre, tenersi in diverse zone del mondo (almeno due) per facilitare al massimo la partecipazione. I tre dialoghi di esperti saranno accompagnati (paragrafo 10) da tre incontri ad hoc del gruppo di lavoro, così da tenere vivo il processo durante tutto l’anno. I facilitatori dovranno, in questo senso, presentare un calendario delle attività per il 2024 entro marzo.

Questo percorso, composto dai tre dialoghi e dai tre incontri del gruppo di lavoro, dovrà essere aperto, apertissimo al mondo esterno. Il paragrafo 12(c) sottolinea che i Paesi dovranno “facilitare l’ampia partecipazione degli attori non-statali, delle banche multilaterali di sviluppo, del settore privato, della società civile, dei giovani, dei Popoli indigeni, delle comunità locali, dell’accademia”. Una lista che sembra ormai ricorrere tra i vari testi esaminati oggi sui vari temi.

Tutto questo potrebbe non bastare verso una decisione ambiziosa (o una decisione e basta) a COP29. Per spingere il processo, i Paesi decidono con questo testo di convocare un ministeriale di alto livello sul tema dell’NCQG “ben prima” di COP29.

Come finanziare questo programma di attività? Similmente a quanto visto in precedenza nella bozza di decisione sulla Giusta transizione, si lancia la palla nel campo del Segretariato UNFCCC, che dovrà trovare le risorse idonee e organizzare gli incontri citati nel modo “più efficiente rispetto ai costi” possibile, insomma spendendo poco. Non banale, comunque, che l’intero processo risulti (paragrafo 23) “soggetto alla disponibilità di risorse.

Per quanto riguarda la bozza sulla finanza di lungo periodo, buona parte del testo è centrata  su ormai scontate considerazioni sul mancato raggiungimento dell’obiettivo dei 100 miliardi di dollari all’anno in finanza per il clima lanciato nel 2009 con scadenza prima al 2020, quindi al 2025. Singolare – e abbiamo notato che questa modifica ricorre in tutti i testi del “pacchetto” – che ci si riferisca adesso al 2021 come ultimo anno di analisi e di riferimento, visto che probabilmente permane il dubbio sul raggiungimento o meno dell’obiettivo nel 2022, già evidenziato nella bozza del Global Stocktake di tre giorni fa.

Interessante, invece, la formulazione del paragrafo 12, nel quale la COP “reitera il bisogno di risorse pubbliche e basate su erogazioni” (e quindi no mobilitazione del privato, no finanza basata su prestiti) per la finanza per le azioni di adattamento

Le parole non entrano nei testi a caso, e in questo si percepisce – come del resto in altre parti del pacchetto – un forte posizionamento del Sud globale, che già a cavallo tra 2022 e 2023 ha posto il tema della necessità di finanza nuova, addizionale e pubblica, posizionamento politico forte nel dibattito globale dove molti Paesi occidentali insistono invece sulla mobilitazione di capitali privati, con conseguenti dubbi e preoccupazioni in termini di trasparenza e tracciamento dei flussi.
Nel paragrafo 18 si chiede al Segretariato di presentare, durante la prossima COP, un report sull’assistenza ai Paesi in via di sviluppo nell’identificazione dei propri bisogni finanziari. Anche per questo report, come per altri elementi del pacchetto e dei testi analizzati oggi, risulta tuttavia non esserci ancora un budget a sostegno del programma di lavoro (paragrafo 21).

Articolo a cura della Delegazione ICN a COP28

Immagine di copertina: UNFCCC

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