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DECARBONIZZAZIONE: AGGIORNATA E POTENZIATA L’AGENDA DELLA “SVOLTA” DI GLASGOW

Tra le molte iniziative cooperative multilaterali lanciate a COP26 un anno fa, ossia accordi extra-negoziali tra Paesi su obiettivi specifici, una tra le più importanti dal punto di vista della mitigazione delle emissioni climalteranti ci fu la Breakthrough Agenda (potremmo tradurre con “agenda della svolta”). Lanciata durante il vertice dei leader nei primi giorni di COP26, l’iniziativa è stata da subito sostenuta da 45 leader globali di paesi che, assieme, rappresentano quasi il 70% del PIL globale (incluse UE, Cina, India) e quasi il 60% delle emissioni globali; prevede azioni volte all’accelerazione della transizione ecologica ed energetica in alcuni settori chiave entro il 2030, come per esempio quello della transizione all’elettrico del settore dei trasporti.

L’iniziativa prevedeva un monitoraggio annuale degli impegni. A redigere il primo report annuale è stata l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), che nel documento pubblicato a settembre ha analizzato i progressi in modo aggregato, concentrandosi su cinque settori-chiave: generazione di energia, produzione di energia da idrogeno, elettrificazione dei trasporti, produzione sostenibile dell’acciaio e agricoltura sostenibile. Dal report emerge che una migliore cooperazione internazionale sulla decarbonizzazione, sostenuta da forti investimenti (meglio se coordinati) in ricerca e sviluppo, potrebbe effettivamente portare a risultati importanti nonostante l’attuale crisi energetica e geopolitica.

(dal report IEA 2022: benefici di una maggiore cooperazione internazionale verso emissioni zero nei cinque settori-chiave dell’iniziativa Breakthrough Agenda)

Ad esempio, si evidenzia come nell’ultimo anno nei Paesi coinvolti siano addirittura raddoppiate le vendite di veicoli elettrici, e di come vi sia il potenziale per un aumento dell’8% della generazione di energia da fonti rinnovabili entro la fine del 2022. Dati forse tra i più simbolici di una transizione che, ci dice l’IEA, sembra ormai inarrestabile ma necessita di finanziamenti e coordinamento politico per accelerare adeguatamente verso il contenimento della temperatura globale entro un aumento medio di +1,5°C.

Dal punto di vista della generazione di energia, il report sottolinea come il settore generi il 23% delle emissioni globali: per portare il mondo in linea con l’Accordo di Parigi, queste emissioni dovranno calare di circa l’8% all’anno entro il 2030 mentre l’intero mondo raggiunge l’accesso all’elettricità. Per raggiungere questi obiettivi servono, dice l’IEA, investimenti crescenti del +25% all’anno, fino a mobilitare 2.000 miliardi di dollari all’anno entro il 2030. Tra i dati più rilevanti, tuttavia, risulta che le emissioni climalteranti sono aumentate in tutti e cinque i settori in esame negli ultimi anni, inclusa l’agricoltura sebbene in maniera marginale. 

Per rispondere a un quadro apparentemente non sulla giusta strada, i Paesi membri dell’iniziativa hanno deciso di presentarne un potenziamento a COP27 nella giornata della decarbonizzazione, venerdì 11 novembre. Il potenziamento consiste in un pacchetto in 28 azioni prioritarie per spingere la decarbonizzazione nei cinque settori, ad oggi non ancora avviata con la giusta velocità. 

Per ogni tema sono state identificate azioni con partecipazione a geometria variabile, che consentono cioè ai Paesi membri dell’iniziativa di aderire o meno, permettendo così a molti Stati di rimanere parte del più ampio quadro Breakthrough senza che una singola parte del piano ne pregiudichi la partecipazione. Il dettaglio degli obiettivi di ogni filone di lavoro è disponibile sulla pagina dedicata all’iniziativa del sito di COP26 a questo linkTali obiettivi non sono ad oggi specifici né numerici, vanno infatti letti come indicazioni di politiche per i Paesi che decidono di aderire. Per ogni obiettivo generale sono delineati obiettivi più specifici, i partner coinvolti e i Paesi aderenti. 

Importante, tutti gli obiettivi su tutti e cinque i temi e le 28 azioni– energia, idrogeno, trasporti, acciaio, agricoltura – hanno come scadenza il prossimo monitoraggio annuale, ossia COP28, tra un anno. I delegati dei Paesi esamineranno un nuovo report, analizzeranno le politiche messe in atto e quelle propedeutiche, per capire come procedere poi ulteriormente verso COP29. La natura generica degli obiettivi delle 28 azioni consultabili ad oggi mantiene aperti spazi di cooperazione specifica tra i Paesi senza irrigidire la conversazione.

L’esperienza già fallimentare dell’Alleanza finanziaria di Glasgow verso emissioni zero – ne abbiamo parlato qui pochi giorni fa – aiuta a mettere in guardia da iniziative cooperative multilaterali troppo ampie, capaci sulla carta di mobilitare numeri e governi, salvo poi perdersi in clamorosi niente di fatto al momento della trasformazione degli obiettivi in dettagli operativi. La Breakthrough Agenda potrebbe invece essere sulla strada giusta e la flessibilità garantita con le nuove 28 azioni prioritarie, lasciate come detto volutamente aperte in questa fase, potrebbe servire a tenere tutti i principali paesi a bordo.

Monitoreremo ulteriori sviluppi nel prossimo anno, a partire dalla pubblicazione del prossimo report.

Articolo a cura di Jacopo Bencini, Policy Advisor e UNFCCC Contact Point

Foto di copertina: Moneycontrol

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