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IL NEGOZIATO SULL’ARTICOLO 6.4 PROSEGUE, MA C’È ANCORA MOLTA STRADA DA FARE

Tra lunedì 14 novembre e martedì 15 novembre i delegati hanno continuato la discussione sul report fornito dal Supervisory Body e sulla bozza del SBSTA relativa all’Articolo 6.4 dell’Accordo di Parigi. L’obiettivo del CMA è quello di concludere la revisione della bozza per il 16 sera, in modo da poter poi proseguire con le approvazioni finali.

In merito al lavoro del Supervisory Body dell’ultimo anno, le Parti hanno espresso condivisione sulle regole e le procedure proposte, e hanno chiesto di poter proseguire il lavoro sulle metodologie come linee guida per l’implementazione dell’Articolo 6.4, fornendo i risultati entro il prossimo anno, termine che i Paesi si erano posti a Glasgow per la conclusione dell’articolo. 

I delegati hanno più volte ribadito che in questo processo è essenziale proteggere i diritti delle popolazioni indigene, delle donne e dei giovani. Alcuni progetti che potrebbero essere sviluppati all’interno dell’Articolo 6.4 infatti, come ad esempio quelli di geo-ingegneria, potrebbero andare a minare i diritti di questi gruppi. Le Parti si sono trovate tutte d’accordo su questo aspetto, notando anche come la grande affluenza di osservatori nelle sale negoziali sia significativa del fatto che è un tema molto sentito dalle comunità locali. Anche le constituency presenti, tra cui la constituency Women and Gender e quella delle ONG per la protezione dell’ambiente, sono intervenute per ricordare che è importante evitare che all’interno dell’Articolo 6.4 si autorizzino progetti pericolosi per gli ecosistemi e per i diritti umani delle popolazioni locali, spesso anche molto costosi.

In seguito, i delegati hanno continuato la revisione della bozza del SBSTA focalizzandosi sulla transizione dal CDM (Clean Development Mechanism) e sull’utilizzo dei crediti CER (Certified Emission Reduction).

Nella giornata di martedì la discussione si è incentrata solo su alcuni paragrafi. Inizialmente il paragrafo 30, sulla necessità da parte del Paese ospitante di fornire un report iniziale al Supervisory Body specificando di aver autorizzato un’attività inerente all’Articolo 6.4. 

La discussione si è divisa in due: da una parte alcuni Paesi ritenevano poco utile inserire questo paragrafo, considerato che nel momento in cui un progetto viene autorizzato dal Paese ospitante e viene conteggiato nell’NDC del Paese stesso entra a far parte degli Internationally Transferred Mitigation Outcomes (ITMO) e diventa quindi soggetto ai regolamenti dell’Articolo 6.2, dove è già specificato che bisogna fare un report iniziale. Dall’altra invece i Paesi che ritenevano comunque utile reinserire questo aspetto anche nell’Articolo 6.4. Il suggerimento che è parso più utile è stato quello di spostare questo paragrafo nel cover decision text, in modo da specificare come gli Articoli 6.4 e 6.2 si interfacciano tra loro.

La discussione è proseguita ulteriormente sulla distinzione tra Articoli 6.4 e 6.2 e sulla definizione di non-authorized A6.4ERs, ovvero i progetti non autorizzati dal Paese ospitante e di conseguenza non rientranti nell’NDC del Paese. L’intera parte B del capitolo 4 della bozza di testo è stata oggetto di discussione, e tutti i delegati si sono trovati d’accordo sulla necessità di chiarire il testo e definire l’uso dei A6.4ERs.

Meno tempo ha invece richiesto la revisione del capitolo sulla cancellazione obbligatoria o volontaria dei A6.4ERs per il raggiungimento dell’Overall Mitigation in Global Emissions (OMGE). 

Terminata la revisione della bozza, i delegati si sono dati appuntamento per la giornata del 16 per definire gli ultimi dettagli per il mandato del Supervisory Body.

Articolo a cura di Francesca Casale, volontaria di Italian Climate Network

Immagine di copertina: foto di Francesca Casale

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