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Nov

COP27, MITIGAZIONE TRA I TEMI CHIAVE: LA DISCUSSIONE SUL MITIGATION WORK PROGRAMME

A COP27 non si discute solo di perdite e danni, finanza climatica e adattamento: si discute (e speriamo si prendano decisioni) anche su mitigazione e ambizione. 

E meno male, potremmo aggiungere, dato che per mantenere le temperature globali entro 1.5°C di aumento bisogna ridurre le attuali emissioni del 45% entro il 2030, come ci ricorda il Rapporto 2022 sul Gap delle Emissioni dell’UNEP (di cui avevamo parlato qui). 

L’anno scorso a Glasgow si era deciso di istituire un programma di lavoro (mitigation work programme MWP) per aumentare urgentemente l’ambizione e l’attuazione della mitigazione entro il 2030. In Egitto, in questi giorni, si discute proprio su come implementare questo programma di lavoro. 

Fin dai primi giorni di negoziato i delegati si sono riuniti per discutere sull’implementazione del Programma di Lavoro sulla mitigazione e sabato 12 Novembre i co-facilitatori hanno pubblicato la bozza di testo

Lunedi 14 novembre si è anche svolto il primo incontro sull’ambizione relativa alla mitigazione climatica di questo decennio e tutti i  Paesi europei che sono intervenuti alla ministeriale hanno ribadito l’importanza del Mitigation Work programme, come abbiamo raccontato qui

La bozza del testo conferma che l’obiettivo del programma di lavoro sarà quello di aumentare urgentemente l’ambizione e l’attuazione della mitigazione in questo decennio critico.

Per quanto riguarda l’àmbito del programma, ci sono molte aree tematiche contenute nella bozza ma sono ancora tutte tra parentesi, il che significa che i Paesi stanno ancora valutando quali inserire nel testo finale.

Ci sono anche alcune buone notizie: si menziona il principio di equità e di common but differentiated responsibilities, si parla di scienza, della necessità di raggiungere il picco delle emissioni al più tardi entro il 2025 e  si parla di natura. Sì: anche la natura e la biodiversità sono inserite nel testo, menzionando la protezione, la conservazione e il ripristino di foreste e altri ecosistemi terrestri e marini. Noi di Italian Climate Network siamo particolarmente contenti di questa menzione dato che la natura è una fondamentale alleata per la mitigazione e quindi anche per aumentare l’ambizione. 

Inoltre ricordiamo che la giornata di mercoledì 16 novembre a COP27 sarà dedicata proprio alla buodiversità, e tra meno di tre settimane inizierà la COP15 sulla biodiversità a Montreal, che seguiremo col nostro team.

Tra le cattive notizie c’è invece il riferimento al “phase down” (riduzione graduale) invece del “phase out” (uscita) dal carbone, lo stesso “phase down” che l’anno scorso a Glasgow aveva dato una forte battuta d’arresto all’ambizione attesa a COP26,  come avevamo raccontato qui. 

Come ha commentato CAN (Climate Action Network), un programma di lavoro sulla mitigazione a COP27 non può contenere scappatoie e deve necessariamente chiarire che l’aumento dell’ambizione può essere fatto solo tramite l’uscita dai combustibili fossili

Per quanto riguarda l’implementazione del programma, si dibatte se il Programma di Lavoro debba iniziare subito dopo COP27 e rimanere in funzione fino a COP28 (novembre 2023), fino a COP29 (novembre 2024), fino al 2030 o fino a quando non sarà raggiunto l’obiettivo dell’Accordo di Parigi. Quest’ultima opzione molto più ambiziosa delle prime due (1 o 2 anni). Come ha commentato CAN non è credibile che in 1 o 2 anni il programma di lavoro possa portare risultati concreti. 

Inoltre si discute se il programma di lavoro debba essere portato avanti dai due organi sussidiari dell’UNFCCC (SBSTA e SBI), o da un comitato istituito ad hoc. La terza opzione, proposta dalla Bolivia, prevede di istituire un Sharm El-Sheikh Dialogue ed è interessante notare l’utilizzo di un linguaggio non comune nelle bozze negoziali, con riferimenti alle società ancestrali e millenarie e la necessità di salvaguardare un equilibrio con madre natura (“mother earth” nel testo). 

Fonte: bozza di testo sul mitigation work progamme

In ogni caso, difficilmente basterà l’istituzione di un ulteriore comitato o un dialogue mechanism per fare aumentare l’ambizione. Sarebbe meglio prendere delle decisioni sul testo, riducendo così il numero di opzioni sul tavolo e concentrarsi sugli impegni dei Paesi per rilanciare urgentemente l’ambizione. 
Aspettiamo di vedere se stasera verrà presentata una nuova bozza di testo in vista della chiusura dei lavori prevista per venerdì.

Articolo a cura di Margherita Barbieri, volontaria sezione Clima e Advocacy

Immagine di copertina: foto di Margherita Barbieri

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