COP16: LA NATURA TORNA AL CENTRO DELLA POLITICA CLIMATICA INTERNAZIONALE
Quest’anno la natura torna al centro delle discussioni ambientali internazionali. Dopo due anni, si svolgerà infatti ad ottobre, a Cali in Colombia, la COP16, il primo negoziato internazionale sui temi della biodiversità. Sarà anche il primo di questi tipo in America Latina.
Nel 2022 si era svolta la tanto dibattuta COP15 – posticipata di due anni a causa del Covid – che ha portato ad adottare lo storico Accordo internazionale Kunming-Montreal; storico perché ha colmato il vuoto normativo in materia di tutela della biodiversità verso il 2030, creato dallo scadere del precedente piano strategico 2010-2020.
Susana Muhamad, Ministra dell’Ambiente della Colombia – che dovrebbe essere la Presidente della COP 16 – aveva dichiarato durante COP28 sul clima, a Dubai, che la richiesta della Colombia è quella di portare i negoziati sul clima e sulla biodiversità a un punto di convergenza, dato che la transizione necessaria per fermare il cambiamento climatico non può avvenire senza una transizione che protegga la biodiversità e la natura.
Come detto, COP16 sarà il primo vertice ambientale internazionale in America Latina. Subito a seguire, durante COP29 a Baku, si svolgerà il G20 in Brasile e, sempre in Brasile a Belem, alle porte della foresta amazzonica, si terrà nel 2025 la successiva COP30 sul clima. L’America Latina nei prossimi anni sarà quindi al centro dell’agenda internazionale.
Nel frattempo avverrà la nomina della nuova Executive Director della Convenzione per la tutela della biodiversità, Astrid Schomaker, nell’auspicio che la nuova nomina possa ridare slancio all’ambizione. Schomaker, infatti, porta con sé una pluriennale esperienza in relazioni internazionali e negoziati, nonché una vasta conoscenza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e degli accordi ambientali multilaterali. Precedentemente, ha ricoperto ruoli chiave presso il Dipartimento Ambiente della Commissione Europea, occupandosi dell’implementazione dell’Agenda 2030 e dell’integrazione di politiche di biodiversità, efficienza delle risorse ed economia circolare.
In preparazione di COP16, dal 13 al 29 maggio si svolgeranno i negoziati intermedi a Nairobi: ICN ne seguirà i lavori con un team di volontarie da remoto.
Tra i temi chiave del negoziato troviamo la finanza che era stata il nodo chiave dei negoziati di COP15 (come avevamo raccontato qui). A COP15 è stato ricordato che è stato stimato un gap finanziario di 700 miliardi di dollari all’anno a tutela della biodiversità e nell’Accordo Montreal-Kunming si prevede (all’obiettivo 19) di aumentare le risorse finanziarie, mobilitando almeno 200 miliardi di dollari all’anno, ma è stato inserito nel testo “entro il 2030”.
Ricordiamo che il tema della finanza è particolarmente delicato perché la mancanza di fondi finanziari adeguati è stata una delle principali cause del fallimento dei precedenti obiettivi per il decennio 2010-2020, i target di Aichi.
L’altro tema chiave è l’aggiornamento degli NBSAPs (National Biodiversity Strategies and Action Plans), ovvero le strategie e i piani d’azione nazionali per la biodiversità che devono essere aggiornati entro COP16 alla luce del nuovo accordo Kunming-Montreal.
C’è poi l’obiettivo “30×3”, cioè l’obiettivo di proteggere il 30% delle aree terrestri e il 30% di quelle marine entro il 2030 attraverso l’istituzione di aree protette. L’obiettivo è molto dibattuto (come avevamo raccontato qui) anche a causa di preoccupazioni per le violazioni dei diritti umani che l’espansione di Aree Protette, secondo molti, potrebbe causare. David Cooper, Acting Executive Director della Convenzione sulla Biodiversità, fino a poche settimane fa, ha affermato che l’obiettivo 30×30 non è sufficiente se non si affrontano le cause che sono alla base della perdita di biodiversità come i sussidi alle attività dannose per la natura e i modelli di consumo.
Per il momento l’agenda per i negoziati intermedi include temi come: il progresso nell’implementazione delle strategie nazionali per la biodiversità e nel raggiungimento dei target, il monitoraggio del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework, la definizione di strumenti per il suo supporto e la conservazione della biodiversità di aree marine e costali.
Aspettiamo, quindi, di vedere come procederanno i negoziati di maggio a Nairobi e quali progressi verranno fatti in vista di COP16 a ottobre.
Articolo a cura di Margherita Barbieri e Claudia Concaro, volontarie Italian Climate Network
Immagine di copertina: Colombia reports