Un coinvolgimento della società civile è necessario per una soluzione su adattamento e implementazione. Per scongiurare i disastri ambientali causati dal cambiamento climatico è necessario lavorare sulla prevenzione. Perdite e danni sono un tema al centro - anche - di questo evento e gli esperti ribadiscono la necessità di finanziare i meccanismi appropriati e investire nella resilienza.
Nella mattinata di martedì 15 novembre a COP27 il nuovo Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha partecipato al consueto incontro tra Ministro e associazioni promosso dalla delegazione italiana in occasione di ogni COP. Per Pichetto Fratin si trattava del primo confronto in questo contesto.
Il calendario dettato dal presidente di COP27 Shoukry per la seconda settimana porta anche il negoziato su perdite e danni a basarsi, finalmente, su qualcosa di scritto. Il testo, a tratti ancora molto vago e a tratti confusionario, non convince nessuno. Lunedì le consultazioni informali sono andate molto oltre l’orario previsto nel pomeriggio, fino ad una seduta serale di cui si è persa traccia.
Alla prima tavola rotonda ministeriale annuale sull’ambizione pre-2030 a Sharm el-Sheikh hanno partecipato ministri da tutto il mondo. Si rinnovano gli impegni per cercare di mantenere l'obiettivo del 1.5°C, riconoscendo il principio delle responsabilità comuni ma differenziate. Ad oggi solo 33 paesi hanno inviato NDCs più ambiziosi e aggiornati dallo scorso anno. La Cina, anche in luce del dialogo tra Biden e Xi Jinping in Indonesia, dice di non trasformare le questioni sul clima in questioni politiche.
Quella di lunedì alla COP27 era la giornata tematica sull’acqua, volta ad aumentare la consapevolezza delle problematiche relative a cambiamenti climatici e risorsa idrica. La presidenza della COP27 ha lanciato l’iniziativa AWARe per portare l’acqua al centro delle politiche di adattamento ai cambiamenti climatici. A marzo 2023 alla UN Water Conference verranno presentati i piani d’azione dei Paesi partner di AWARe.
La promozione dei meccanismi non di mercato può fornire un contributo rilevante all'attuazione degli NDCs, gli impegni determinati a livello nazionale per la riduzione delle emissioni. Tuttavia i meccanismi non di mercato (NMA) continuano a ricevere poca attenzione a COP27 e diventano l’ennesimo punto di scontro tra i paesi del Nord e del Sud del mondo.
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Italian Climate Network è un’associazione ONLUS nata per affrontare la crisi climatica e assicurare all’Italia un futuro sostenibile.
Gli impatti su ecosistemi, società e attività economiche sono un problema sempre più urgente che riguarda tutti noi, nessuno escluso. Per questo motivo lavoriamo affinché il tema dei cambiamenti climatici diventi prioritario nel dibattito pubblico e occupi un ruolo centrale nell’agenda politica nazionale.
Siamo impegnati quotidianamente in attività di educazione, divulgazione e advocacy, che puntano a coniugare rigore scientifico e capacità di rivolgerci a pubblici diversi.
Collaboriamo con altre associazioni, gruppi locali, aziende e autorità pubbliche, sia a livello italiano che internazionale, nella convinzione che la risposta a questa grande sfida non possa che essere collettiva.
Lavoriamo dal 2011, valorizzando l’impegno di tante persone, e continueremo a farlo per promuovere il cambiamento di cui abbiamo bisogno.
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