08
Nov

FINANZA CLIMATICA PER LE POPOLAZIONI DISLOCATE A CAUSA DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO: LA PROPOSTA DELLA GERMANIA

In un side event ospitato martedì dal padiglione Germania, si è parlato di migrazioni indotte dal cambiamento climatico e delle possibili soluzioni a questo fenomeno crescente. All’evento, presieduto da un moderatore di CARE, sono intervenuti 4 relatori: un’esponente del Ministero del governo tedesco per la cooperazione economica e lo sviluppo, la Dott.ssa Heike Henn, un’esperta sul tema di Brot für die Welt, Sabine Minninger, e due esponenti della società civile, il segretario generale della Red Cross Society – Mali, Nouhoum Maiga, e il segretario di TuCAN in Tuvalu, Maina Talia.

Il segretario di TuCAN ha preso la parola per primo. Il suo intervento ha avuto lo scopo di fornire al pubblico del padiglione una maggiore rappresentazione delle necessità e delle implicazioni economiche, sociali e legali che le migrazioni climatiche comportano per la sua comunità. In particolare, Mania Talia ha sottolineato che migrare non significa solo spostarsi presso un’isola vicina o un altro paese, ma perdere il rapporto intrinseco con la propria terra. Significa perdere cultura, tradizioni, know-how sviluppati in stretta relazione con la vita sull’isola. Dunque per loro migrare non è una opzione accettabile. Sanno però che potrebbe accadere e che, la sua comunità ha necessità di avere accesso a specifici e snelli mezzi di finanziamento.

Successivamente ha parlato Nouhoum Maiga, il quale ha descritto nel dettaglio i problemi delle comunità dislocate in Mali a causa del cambiamento climatico. In particolare, ha spiegato che la maggior parte della popolazione è impiegata nei settori agricoli e della pesca. Pertanto vivono in stretta relazione con il fiume Niger e i laghi a esso collegati, che hanno perso circa il 45% della loro ampiezza a causa del surriscaldamento globale. I progetti portati avanti dalla Croce Rossa sono dunque incentrati a fornire beni essenziali, implementare misure di prevenzione e sensibilizzare le popolazioni locali in materia climatica. Chiaramente tali progetti necessitano di fondi da parte dei paesi sviluppati.

Sabine Minniger ha quindi evidenziato che le migrazioni climatiche sollevano sia problemi legali che finanziari. L’UNFCCC non può essere considerata la sede adeguata per affrontare il tema del vuoto legale in materia di rifugiati climatici (ne abbiamo parlato qui), tuttavia ospita i negoziati in materia di finanza climatica sul Loss & Damage. Le sedi negoziali potrebbero prevedere infatti di destinare risorse finanziarie alle comunità per favorire processi di dislocamento che pongano al centro i loro diritti e necessità.

A questo punto, ha preso la parola la Dott.ssa Heike Henn del Ministero tedesco. La stessa ha in primo luogo fatto notare che la Germania è uno dei più grandi contributori in materia di finanza climatica e che è già attiva nel fornire supporto e aiuto alle popolazioni afflitte dal cambiamento climatico. Con riferimento alle migrazioni climatiche, la Dott.ssa Heike ha messo in evidenza che queste richiedono soluzioni trasversali e concrete. In particolare, è necessario che i fondi destinati alle comunità dislocate arrivino per tempo e, in tal senso, ha avanzato perplessità sul funzionamento della Loss & Damage Finance Facility. Al contrario, la Germania supporta l’utilizzo del Global Shield against Climate Risks quale strumento per affrontare il tema degli aiuti alle comunità dislocate per via degli eventi a rapida e lenta insorgenza del cambiamento climatico. Tale strumento è stato sviluppato nell’ambito del G7 con l’accordo dei V20 (Vulnerable 20) e verrà ufficialmente lanciato in occasione della COP27.

Il meccanismo si baserebbe su un sistema di prestiti pubblici e privati da erogare direttamente alle comunità afflitte per far fronte ai loro bisogni. Tuttavia, questo strumento presenta alcune criticità, specialmente riguardo alla struttura finanziaria del prestito con la relativa maturazione di interessi. A tal riguardo l’esponente del Ministero tedesco, la Dott.ssa Heike, ha tenuto a precisare che la Germania intende proporre l’inserimento di una clausola ad hoc (climate disaster clause) nei contratti sui prestiti, in modo tale da attivare il finanziamento senza l’aggiunta di interessi. Questo potrebbe evitare forme di speculazione finanziaria sulle spalle delle comunità colpite che minerebbero il concetto di giustizia climatica.

C’è molta attesa sui negoziati in materia di Loss & Damage alla COP27. Vedremo come la Germania e gli altri paesi si porranno per creare effettivi strumenti di finanza climatica che possano rispondere anche al problema delle migrazioni climatiche.

Articolo a cura di Erika Moranduzzo, volontaria sezione Clima e Diritti

Foto di copertina: di Erika Moranduzzo

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