Ai negoziati intermedi di Bonn non si parla d’altro che di soldi. Il tema della finanza per il clima, ossia della messa a disposizione da parte dei Paesi più sviluppati di risorse per supportare la transizione verde globale, è ormai sempre più “il” tema dei negoziati, cui tutto ruota attorno. Eppure, lo riportiamo con una certa amarezza, più se ne parla, meno soldi sembrano comparire.
Si è conclusa ieri, 14 giugno, la negoziazione relativa alla struttura – ovviamente “indicativa” - della decisione finale di COP28 sul Global Stocktake, una bozza su cui i Paesi potranno ancora lavorare ma che di fatto pone le basi per le discussioni, e quindi le decisioni, di Dubai a fine anno.
Lunedì e martedì si sono svolte due sessioni del programma di lavoro sulle just transition pathways o, per tradurlo, i percorsi verso una transizione giusta. Una nota informale iniziale ha scatenato un putiferio in sala.
Un nuovo report analizza i target di mitigazione di aziende, Stati e enti locali. I target Net Zero da parte delle compagnie private sono raddoppiati negli ultimi due anni e mezzo. Purtroppo però si riscontrano pochi miglioramenti in termini di integrità e credibilità degli stessi. Riguardo agli Stati, sono aumentati con decisione i target net zero supportati da statement legislativi o politici.
Negli ultimi anni, è diventato sempre più forte il dibattito sulla necessità di garantire spazi civici sicuri e proteggere i diritti umani dentro e fuori le sale negoziali. Per preparare la prossima COP28, la società civile ha avanzato una serie di proposte per proteggere lo spazio civico e assicurare una partecipazione pubblica senza discriminazioni o interferenze.
La conclusione di due anni di lavori tecnici relativi al Global Stocktake non è stata risparmiata dalle tensioni fra Nord e Sud del mondo che paiono accumularsi durante questi negoziati intermedi, tanto che non sono mancati tentativi detrattori dell’ambizione di mitigazione da parte di alcuni Paesi.
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Gli impatti su ecosistemi, società e attività economiche sono un problema sempre più urgente che riguarda tutti noi, nessuno escluso. Per questo motivo lavoriamo affinché il tema dei cambiamenti climatici diventi prioritario nel dibattito pubblico e occupi un ruolo centrale nell’agenda politica nazionale.
Siamo impegnati quotidianamente in attività di educazione, divulgazione e advocacy, che puntano a coniugare rigore scientifico e capacità di rivolgerci a pubblici diversi.
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