Riparte il negoziato su perdite e danni e parlano gli scettici: USA, Regno Unito, Unione Europea. Emerge un tema non banale: prima della decisione sullo strumento finanziario occorre definire cosa sono tassonomicamente perdite e danni. Gli Stati Uniti tentano di deviare l’attenzione parlando di “adattamento trasformativo”.
Presentato a COP27 il Rapporto sugli impegni net-zero e contro il greenwashing. La posizione ONU è chiara, e fa riferimento all’uscita dai combustibili fossili, ai piani di riduzione delle emissioni, all’utilizzo di crediti per attività di offsetting, ai piani di transizione, alle attività di lobbying e le agli impegni verso la just transition. Non si possono dichiarare pubblicamente impegni net-zero mentre si continua a investire nei combustibili fossili, in attività causa di deforestazione o altre attività dannose per l’ambiente.
Il 9 Novembre è stato presentato il report Finance for climate action: scaling up investment for climate and development elaborato dal Gruppo Indipendente di High-Level Experts sulla Finanza Climatica. Un bilione di investimenti nei Paesi in Via di Sviluppo, la cifra individuata.
A COP27, le negoziazioni (e le critiche) su articolo 6 dell’Accordo di Parigi (meccanismi di mercato) si sono concentrate finora sull’articolo 6.4, ma le negoziazioni procedono anche sull’articolo 6.2.
Ricordiamo che l'articolo 6.2 consente ai Paesi di scambiarsi reciprocamente le riduzioni e gli assorbimenti delle emissioni attraverso accordi bilaterali o multilaterali. Questi crediti scambiati sono chiamati Internationally Transferred Mitigation Outcomes (ITMO).
A COP27 il 10 novembre è stato lo Youth Day, la giornata in cui i giovani sono stati i protagonisti del negoziato. Una giornata tematica dedicata a loro che riflette quanto garantire la voce dei giovani e delle generazioni future sia stata ascoltata e capita in modo forte e chiaro. Il Consorzio paneuropeo Spark ha presentato i risultati di una ricerca condotta su oltre 6.000 giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 35 anni sul tema della giustizia climatica.
Il cambiamento climatico forza milioni di persone ad abbandonare la propria abitazione causando il fenomeno della migrazione climatica. Molti paesi rischiano di scomparire a causa del cambiamento climatico. Serve che la finanza climatica si concili con le esigenze umanitarie.
Abbiamo a cuore il nostro Pianeta e vogliamo agire per il clima!
Italian Climate Network è un’associazione ONLUS nata per affrontare la crisi climatica e assicurare all’Italia un futuro sostenibile.
Gli impatti su ecosistemi, società e attività economiche sono un problema sempre più urgente che riguarda tutti noi, nessuno escluso. Per questo motivo lavoriamo affinché il tema dei cambiamenti climatici diventi prioritario nel dibattito pubblico e occupi un ruolo centrale nell’agenda politica nazionale.
Siamo impegnati quotidianamente in attività di educazione, divulgazione e advocacy, che puntano a coniugare rigore scientifico e capacità di rivolgerci a pubblici diversi.
Collaboriamo con altre associazioni, gruppi locali, aziende e autorità pubbliche, sia a livello italiano che internazionale, nella convinzione che la risposta a questa grande sfida non possa che essere collettiva.
Lavoriamo dal 2011, valorizzando l’impegno di tante persone, e continueremo a farlo per promuovere il cambiamento di cui abbiamo bisogno.
Aiutaci a costruire una società migliore, attenta soprattutto alle future generazioni!