Ian Fry, esperto internazionale di diritto e politica ambientale, è il primo Relatore Speciale sulla Promozione e Protezione dei Diritti Umani nel contesto del Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite. È stato nominato dal Consiglio per i diritti umani nella sua 49a sessione nel marzo 2022 e ha iniziato il suo mandato il 1 maggio 2022.
A poco più di sei mesi dalla chiusura di COP26, i governi del mondo si preparano a tornare nell’arena globale del clima per i negoziati intermedi del 2022, che prepareranno la COP27 di Sharm El Sheikh prevista per novembre 2022. Gli intermedi si terranno come ogni anno a Bonn, in Germania, dove ha sede il Segretariato ONU che organizza i lavori della Convenzione Quadro sul clima, la UNFCCC. Si svolgeranno in presenza dal 6 al 16 giugno e vedranno un ritorno in presenza di negoziatori e osservatori, dopo il mezzo flop dei negoziati intermedi online del 2021. Ma quale sarà il punto di ri-partenza?
Al Living Planet Symposium, il prestigioso simposio dell’ESA l’Agenzia Spaziale Europea, un racconto-confronto tra l’astronauta Luca Parmitano e Omar Di Felice, ultracyclist e Ambassador Italian Climate Network, per dare evidenza dei cambiamenti climatici.
L’agricoltura, è uno dei settori con l’impatto maggiore sull’uso del suolo e sul bilancio medio globale di gas serra emessi nell’atmosfera, ma è allo stesso tempo uno degli ambiti d’azione più promettenti per delineare strategie di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici.
Quando pensiamo al cambiamento climatico ci vengono subito in mente i suoi effetti più diretti: l’aumento del livello dei mari, le intense alluvioni o le perduranti siccità. Tuttavia, sempre maggiori studi evidenziano come tali eventi provochino a cascata anche ulteriori effetti avversi. In particolare si sostiene che il cambiamento climatico giochi un ruolo centrale nel modellare i presenti e futuri flussi migratori, determinando la nascita di una nuova categoria di migranti: i rifugiati climatici.
La 66a sessione della Commissione sullo Status delle Donne (CSW66) delle Nazioni Unite si è svolta lo scorso marzo, con un tema legato ai cambiamenti climatici: “Raggiungere l'uguaglianza di genere (...) nel contesto dei cambiamenti climatici, delle politiche e dei programmi di riduzione del rischio ambientale e di catastrofi”. Con la scelta di questo tema si è cercato di legare il tradizionale lavoro della Commissione, dedicato alla piena implementazione dei diritti di donne, ragazze e bambine, alla questione climatica, che ancora non era stata affrontata ufficialmente da questo organo delle Nazioni Unite.
Abbiamo a cuore il nostro Pianeta e vogliamo agire per il clima!
Italian Climate Network è un’associazione ONLUS nata per affrontare la crisi climatica e assicurare all’Italia un futuro sostenibile.
Gli impatti su ecosistemi, società e attività economiche sono un problema sempre più urgente che riguarda tutti noi, nessuno escluso. Per questo motivo lavoriamo affinché il tema dei cambiamenti climatici diventi prioritario nel dibattito pubblico e occupi un ruolo centrale nell’agenda politica nazionale.
Siamo impegnati quotidianamente in attività di educazione, divulgazione e advocacy, che puntano a coniugare rigore scientifico e capacità di rivolgerci a pubblici diversi.
Collaboriamo con altre associazioni, gruppi locali, aziende e autorità pubbliche, sia a livello italiano che internazionale, nella convinzione che la risposta a questa grande sfida non possa che essere collettiva.
Lavoriamo dal 2011, valorizzando l’impegno di tante persone, e continueremo a farlo per promuovere il cambiamento di cui abbiamo bisogno.
Aiutaci a costruire una società migliore, attenta soprattutto alle future generazioni!