Il punto con le tre giovani attiviste che hanno seguito l’evento per ICN. L’inclusività e la intersezionalità si garantiscono abbattendo le barriere all’ingresso mentre la performatività attraverso la preparazione dei delegati. In pratica, come diventare attiviste: un esempio dalle nostre tre giovani donne.
A Bonn continua lo stallo negoziale. Dopo 5 giorni manca ancora un'agenda dei lavori, ed alcuni paesi del sud alzano l'asticella: si tenta di inserire nel programma un nuovo punto sugli aiuti dai ricchi ai più fragili, osteggiato da USA e UE.
Le Convenzioni delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, la diversità biologica e la desertificazione, pur avendo tempi e modi diversi, progressivamente riconoscono e promuovono l'importanza del ruolo delle donne e dell'uguaglianza di genere nelle loro strategie di contrasto all'impatto ambientale. Gli incontri internazionali, come quello di Bonn, sono fondamentali per condividere strategie innovative, migliorare la collaborazione tra gli attori chiave e promuovere un'attuazione più efficace delle iniziative sul genere e cambiamento climatico.
La scorsa settimana si è tenuto a Bonn, un side event co-organizzato dall’UNFCCC e l’agenzia internazionale per l’energia (IEA) dal titolo “Energy Sector Pathways to 1.5 Degrees” da cui è emerso che il settore dell’energia non è pronto per raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi. Infatti, le attuali politiche nazionali in materia energetica porterebbero ad un aumento delle temperature globali a 2.5°C nel 2100, addirittura di 1°C grado sopra l’obiettivo dell’Accordo di Parigi. Sia l’ambizione che l’implementazione, quindi, devono essere rafforzate urgentemente.
La prima settimana di negoziati intermedi sul clima a Bonn, in Germania, ci ha confermato che la strategia negoziale dei Paesi del Sud del mondo, supportati dalla Cina, risponde ad una visione di lungo periodo e multilivello. Per dirla in termini concreti, i Paesi del gruppo G77 ed i cinesi non si sono accontentati della storica vittoria negoziale del 2022 a Sharm el-Sheikh, quando riuscirono a spacchettare il fronte dei Paesi ricchi e far approvare la creazione di un fondo per perdite e danni dopo 30 anni di dibattito, a Bonn si sta infatti alzando il tiro, complice l’occasione del lancio del primo inventario globale degli sforzi dei Paesi previsto proprio per quest’anno alla COP: il cosiddetto global stocktake.
Abbiamo a cuore il nostro Pianeta e vogliamo agire per il clima!
Italian Climate Network è un’associazione ONLUS nata per affrontare la crisi climatica e assicurare all’Italia un futuro sostenibile.
Gli impatti su ecosistemi, società e attività economiche sono un problema sempre più urgente che riguarda tutti noi, nessuno escluso. Per questo motivo lavoriamo affinché il tema dei cambiamenti climatici diventi prioritario nel dibattito pubblico e occupi un ruolo centrale nell’agenda politica nazionale.
Siamo impegnati quotidianamente in attività di educazione, divulgazione e advocacy, che puntano a coniugare rigore scientifico e capacità di rivolgerci a pubblici diversi.
Collaboriamo con altre associazioni, gruppi locali, aziende e autorità pubbliche, sia a livello italiano che internazionale, nella convinzione che la risposta a questa grande sfida non possa che essere collettiva.
Lavoriamo dal 2011, valorizzando l’impegno di tante persone, e continueremo a farlo per promuovere il cambiamento di cui abbiamo bisogno.
Aiutaci a costruire una società migliore, attenta soprattutto alle future generazioni!