Focus sul legame tra azione climatica, conflitti e aiuti umanitari alla COP28. Un problema di giustizia climatica: i Paesi più vulnerabili e coinvolti in conflitti sono attualmente quelli più penalizzati nei finanziamenti climatici.
A tre giorni dall’apertura, è chiaro che ai negoziati intermedi di Bonn si è raggiunta un’impasse, che vede al centro il tema “caldo” – a ragion veduta – di quest’anno: il Global Stocktake (GST). Si conclude, infatti, a questo SB58 la fase tecnica del processo, da cui dovrà emergere una relazione onnicomprensiva che guiderà l’ultima fase, quella politica. La decisione finale di COP28 dovrà, non solo prendere atto dello stato attuale dei progressi verso il raggiungimento degli obiettivi di Parigi, ma anche e soprattutto proporre soluzioni per intervenire laddove si siano riscontrate lacune. Ed è proprio il contenuto di questa decisione ad aver generato divergenze tra le Parti che riflettono, ancora una volta, le tensioni tra Global South e Global North.
Le discussioni sul L&D continuano a SB58 su come integrare la prospettiva delle comunità indigene nel rendere operativo il fondo che non può solo avere una funzionale emergenziale e ristorativa.
Tra i punti chiave dei negoziati intermedi che si stanno svolgendo a Bonn, le discussioni sul budget da mettere a disposizione del Segretariato UNFCCC.
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